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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Giugno 2014
 
   
  OPEN DATA PER UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE VOGLIA FARE INNOVAZIONE

 
   
  Trento, 5 giugno 2024 - Gli Open Data, ovvero i dati raccolti o prodotti dalla pubblica amministrazione e resi accessibili a tutti i cittadini gratuitamente, con facoltà di riutilizzarli, potenzialmente potrebbero sconvolgere gli assetti democratici, portando a una riforma radicale della Pubblica Amministrazione, e allo stesso tempo, alla creazione di nuovi modelli di business nel settore privato. A patto che l´ente pubblico si affranchi dall’ignoranza e dalla tendenza ad essere normocentrico e investa in formazione dei dirigenti. Ad affermarlo, da osservatori diversi, sono stati Fabrizio Barca, ex Ministro della coesione, dirigente generale del Ministero dell´economia e delle finanze, Enrico Giovannini, ex Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Fausto Giunchiglia, docente di Logica per la rappresentazione di dati e conoscenza all´Università di Trento, Presidente di Trento Rise, nell’evento organizzato alla Filarmonica da Open Data in Trentino - Provincia autonoma di Trento, Trentorise, Fbk, Informatica Trentina, Dipartimento di Economia e Management dell´Università di Trento. Gli Open Data sono una ‘enabling technology’ che consente allo Stato di affrancarsi dall’ignoranza e di acquisire nuove competenze per utilizzare, analizzare e valutare i dati in processi ascendenti e discendenti, non per mera ottemperanza a una normativa, ma per elaborare nuove politiche di governance. Questo l’assunto su cui si è basato Fabrizio Barca, che ha anche affermato che il concetto di trasparenza della Pubblica amministrazione è un concetto scontato e che la novità degli Open Data è la capacità di innovare il rapporto con i cittadini. “I cittadini, a loro volta, non si considereranno più solo elettori, ma avranno la competenza morale e cognitiva di incidere nella politica”. “C’è ancora oggi in Italia - ha continuato Barca - antagonismo tra Stato e cittadini sull’uso degli Open Data. Per il primo lo scopo è utilizzare i dati per acquisire informazioni, migliorare il consenso e quindi applicarli nella governance; per i secondi c’è la convinzione che avere le informazioni permetterebbe loro di dettare le politiche”. “Per riformare la pubblica amministrazione attraverso gli Open Data bisogna investire in formazione dei dirigenti, in conoscenza - ha aggiunto Enrico Giovannini - e in primo luogo la pubblica amministrazione deve essere convinta che mettere i dati a disposizione di altri sia anche parte della sua missione”. La seconda istanza per Giovannini è che i dati vengano utilizzati anche dai media. “ Quanti media italiani si occupano dei data journalism?” Pochi giornalisti in Italia hanno dimestichezza con gli Open data. Come ministro ho cercato di convincere le direzioni pubbliche a diffondere i dati. E’ stato difficile, perché non c’è la cultura dell’uso dei dati, perché dare dei dati quando io stesso non so leggerli?”. L’italia ha una cultura normocentrica, senza avere alle spalle un sistema standard di analisi e valutazione dei dati. Un esempio di innovazione sociale emersa dall’utilizzazione degli Open Data in Provincia di Trento, l’ha fornito Fausto Giunchiglia. “Abbiamo seguito la distinzione evidenziata in Horizon 2020, tra i dati per la trasparenza pubblica e i dati come strumento di innovazione per configurare nuovi servizi. Si è visto, grazie alle ricerche messe in campo da Trento Rise, come teoricamente gli Open Data possono abilitare anche nuovi modelli di business per le piccole e medie imprese . “Ma il processo di utilizzazione dei dati va abilitato - ha sottolineato Giunchiglia - con un costo pari a quello di produzione, quindi bisogna imparare a generarli. Ci vuole un cambiamento nella società e nella mentalità della Pubblica Amministrazione, se vogliamo pensare a nuovi modelli di business, quindi il costo del servizio abilitato non deve essere troppo alto, seguendo l’ ottica di ‘Open Data come bene comune´. Un dato aperto, nel lungo periodo, diventa facilitatore di innovazione sociale”.  
   
 

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