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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Giugno 2014
 
   
  AMBIENTE: IN UN CONVEGNO A CASTIGLION DEL LAGO REGIONE UMBRIA ANNUNCIA IN AUTUNNO CONFERENZA REGIONALE SULL´AMBIENTE

 
   
  Perugia, 9 giugno 2014 – Si svolgerà in autunno la Conferenza regionale sull´Ambiente, un appuntamento che servirà a fare il punto su tutto quanto si sta facendo in Umbria in un settore che è ormai "trasversale" e prioritario, definendo problemi e prospettive su un ampio spettro di questioni, dalle energie rinnovabili all´efficienza energetica, dalla riduzione dei rifiuti alla mobilità sostenibile, dal piano per la qualità dell´aria agli studi e dalle azioni di prevenzione e di "adattamento" ai fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici. La prossima conferenza è stata annunciata ieri a Castiglion del Lago dall´assessorato regionale all´ambiente, in occasione di un convegno, promosso nell´ambito della Giornata Mondiale dell´Ambiente e dedicato al "Cambiamento Climatico in Umbria e i suoi impatti sulla disponibilità e risorsa idrica e sugli eventi alluvionali". Un seminario tecnico (sostenuto anche dagli Ordini dei Geologi e degli Ingegneri), scandito da relazioni che hanno puntualmente declinato i problemi dei cambiamenti climatici e del loro impatti sulle falde acquifere e le sorgenti, dei rischi connessi a siccità e alluvioni, che, proprio in vista della Conferenza regionale sull´ambiente, è stato presentato come il primo di una serie di iniziative, che serviranno a preparare l´importante appuntamento d´autunno. Il cambiamento climatico è un fenomeno che interessa tutto il pianeta – è stato sottolineato nei vari interventi, come quelli di Ernesta Maria Ranieri della Regione Umbria e di Michela Miletto del "World Water Assessment Programme" dell´Unesco -, ma è a livello locale che vanno sperimentate soluzioni e avviati comportamenti virtuosi. "Di fronte a scenari catastrofici – ha detto Miletto –, non si può fare come se niente fosse, continuare il ‘Business as usual´". Il convegno (che ha visto una partecipazione di addetti ai lavori e di pubblico così ampia, da costringere gli organizzatori a spostarne l´originaria locazione di Palazzo della Corgna nel più capiente "Cinema Caporali") è stato anche l´occasione per presentare il rapporto finale della prima fase "Progetto Secli ("Siccità e Cambiamenti Climatici"), elaborato dall´Istituto Ricerca Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e finanziato dalla Regione Umbria con i fondi del Por-fesr 2007-2013. Lo studio (presentato nella sua articolazione da Tommaso Moramarco del "Cnr", e dai suoi collaboratori Elisabetta Preziosi ed Emanuele Romano per quanto riguarda gli impatti climatici sugli acquiferi, sia carbonatici che alluvionali) ha valutato le anomalie di precipitazione e temperatura in Umbria a seguito dei cambiamenti climatici, con lo scopo di prevedere possibili scenari di gestione della risorsa idrica: scenari termopluviometrici lungo orizzonti temporali fino ai prossimi sessant´anni (già computati dal 2010). Su questa base, per ciascuna area-campione (come Montedoglio, Bagnara e Petrignano; e lungo il fiume Tevere funzionano quattro stazioni idrometriche), sono state valutate le criticità, sia in termini di deficit di precipitazione, di deflusso e di eccedenza, oltre che d´impatto sulla gestione delle risorsa idrica. In Umbria e nelle regioni limitrofe non tutte le "serie meteo" presentano "trends" statisticamente significativi, ma certo è che il dato generale parla costantemente, anno dopo anno, di un aumento della temperatura e di una diminuzione della piovosità. "Di per sé il clima è come un minestrone che bolle – ha ammonito il professor Walter Dragoni dell´Università degli Studi di Perugia -, ed è assai difficile prevedere cosa accadrà da qui ai prossimi sessant´anni, perché non c´è una risposta univoca e le medie possono risultare ingannevoli. Certo è che la rete di rilevamenti è essenziale, e va continuamente mantenuta e potenziata". "È importante - ha detto il segretario generale dell´Autorità di Bacino del Fiume Tevere Giorgio Cesari – aumentare costantemente le nostre conoscenze". Gli Ordini Professionali degli Ingegneri e dei Geologi – hanno sottolineato i vicepresidenti regionali dell´Ordine degli Ingegneri Gianluca Spoletini e dei Geologi Vincent Ottaviani – "svolgono un ruolo culturale importante nelle applicazioni tecniche, che vengono richieste per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. La sfida tecnica dovrà quindi essere quella di ripensare la pianificazione e la progettazione delle trasformazioni del territorio in funzione dei fenomeni meteorologici estremi: nei settori della mobilità, dell´edilizia e dell´industria – hanno detto - l´applicazione di tecnologie a bassa emissione di ‘Co2´ dovrà essere la regola e non l´eccezione".  
   
 

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