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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Giugno 2014
 
   
  ROSSI: L´AUTONOMIA NON E´ UN SEMPLICE INSIEME DI NORME

 
   
  Trento, 10 giugno 2014 - Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, chiudendo il 31 maggio il confronto sulla pubblica amministrazione fra Sabino Cassese, Mauro Marcantoni, Innocenzo Cipolletta e Nadio Delai, ha evidenziato come l’Autonomia non sia un semplice insieme di norme, ma abbia l’ambizione di voler dare risposte ai bisogni e quindi di costruire il futuro. “Questo - ha detto Rossi - deve essere l’obiettivo comune della classe politica, che ha la responsabilità di indicare la strada, e della dirigenza, che deve mettere in campo competenza, fantasia e creatività, al fine di mettersi in presa diretta con i cittadini”. “La dirigenza della Provincia - ha detto Rossi - deve avere la consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo, in quanto espressione di un’Autonomia come la nostra. Un conto sono le norme, un conto è quello che dobbiamo fare. Abbiamo l’ambizione di voler dare risposte ai bisogni dei cittadini, le norme arrivano dopo. Ribaltiamo l’approccio. C’è un problema che dobbiamo risolvere, cerchiamo di affrontarlo e chiarirlo, poi vediamo le norme che servono. Le norme si possono cambiare, soprattutto in un’Autonomia speciale come la nostra. Occorre, inoltre - ha proseguito il presidente - cercare i nostri clienti, ossia i cittadini. Bisogna essere in grado di prevenire i problemi prima che questi si presentino. La palestra migliore per realizzare tutto questo è il ´quotidiano´ che ci propone esempi concreti a tutti i livelli. Dobbiamo adattarci alle esigenze del cliente e non di chiedere a lui di adattarsi a noi. Bisogna, infine - ha concluso Rossi - mettersi in discussione e valutarsi: spesso ci diciamo che siamo i più bravi ed in molti casi è vero, ma non dobbiamo avere paura di cercare di confrontarci con chi fa meglio di noi, per migliorare la capacità di valutazione delle nostre performance. Essere competitivi serve a farci crescere e non dobbiamo avere paura di pronunciare le parole merito e mobilità ed eventualmente di modificare quelle norme che ingessano la possibilità di affermare queste due parole”.  
   
 

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