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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Giugno 2014
 
   
  OLIGARCHIA E DEMOCRAZIA A CONFRONTO: GOVERNO DI POCHI O GOVERNO DI TUTTI?

 
   
  Trento, 11 giugno 2014 - Oligarchia, il “governo di pochi”, è un concetto molto diffuso negli ultimi vent´anni visto che rincorre l´attualità, il linguaggio della politica e della cronaca. E va di pari passo con il concetto di democrazia, il “governo del popolo”, come ha spiegato l’ 1 giugno al Festival dell’ economia, il prof. Luciano Canfora dell´Università di Bari e collaboratore del Corriere della Sera. È stata, la sua, una trattazione storica sapiente e lucida sui rapporti costantemente dialettici intercorsi tra i due sistemi concettuali di governo, prendendo origine dal conflitto Atene/sparta, intese come città simbolo dei due modelli politici antitetici fra loro, per passare dalla repubblica romana e giungere fino ai giorni nostri. Un secondo focus tematico ha investito, in parallelo, l´eterno quesito nel quale si sono cimentati i maggiori e più influenti studiosi politologi del mondo e cioè: “i movimenti storici sono stati determinati dalle masse o dalle élite oligarchiche?” Una lunga ed esauriente analisi ha catturato l´attenzione di una Sala Filarmonica ghermita di giovani interessati al tema. Canfora ha scandagliato l´evoluzione nella storia dei due modelli antitetici di governo, oligarchia e democrazia, che traggono origine nell´antica Persia ma vengono pienamente avallati ai tempi di Sparta, detentrice del primo modello, e di Atene, culla del secondo. La conclusione è che il modello oligarchico sta in quello democratico e viceversa, perché se a Sparta il governo era in mano a pochi ma vigeva, paradossalmente, anche il concetto di uguaglianza e di ricchezza condivisa fra tutti, ad Atene comandava sistematicamente un ristretto numero di famiglie egemoniche che si tramandavano il potere in forma dinastica e ottenevano parimenti anche il consenso “democratico” del popolo. Il passaggio alla repubblica romana è quasi d´obbligo, visto che – in una prima fase fino al Iv secolo – vigeva l´oligarchia, in cui il governo era nelle mani di pochi ricchi (i nobili ed il Senato) che non accettavano il confronto con altre classi sociali e la designazione tramite elezioni pubbliche, ma accentravano su di sé tutte le cariche e il potere. Con il I secolo Cicerone rivoluziona questa impostazione e introduce l´inedita figura pubblica dell´“l´homo novus”, inaugurata da lui stesso che non aveva né antenati nobili, né predecessori con cariche ai vertici dello Stato. La sua ascesa è stata quindi voluta con il favore delle masse, delle alleanze familiari e dei legami di amicizia (come non citare il trattato politico “De amicitia” di Cicerone), lasciando ai margini la cosiddetta “classe dirigente”. “In varie epoche storiche – ha chiosato Canfora – il successo di un leader è stato in realtà voluto e sostenuto dal popolo e non dalle élite o dall´aristocrazia". Dunque i movimenti storici sono nati dal “basso” o dai pochi “grandi” della civiltà? “Il corso degli eventi della storia dell´umanità – ha concluso Canfora – segue entrambi questi moti, anche se di frequente è dal cuore della società che è nata la spinta creatrice e il vero fattore della storia stessa”.  
   
 

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