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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Giugno 2014
 
   
  IL DIALOGO TRA CULTURA E POLITICA CRUCIALE PER COSTRUIRE L’ITALIA DI DOMANI

 
   
   Trento, 12 giugno 2014 - Oltre il 70% della popolazione adulta italiana non raggiunge il livello minimo di conoscenza indicato per vivere da cittadini consapevoli nel Xxi secolo. In questo dato così drammatico si legge la situazione di una nazione che ha smesso da anni di investire nella cultura e che trova uno specchio di un’ignoranza diffusa anche nella sua classe dirigente politica ma non solo. Di questo quadro così difficile si è parlato in un Teatro Sociale affollato nell’incontro “I vertici dell’ignoranza” coordinato da Pino Donghi, editor del Festival dell’ Economia, con gli interventi di Elena Cattaneo, scienziata e dallo scorso anno senatore a vita della Repubblica, Giovanni Solimine, professore ordinario di Biblioteconomia e di Culture del libro all´Università di Roma La Sapienza, Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale "Il Sole 24 Ore-domenica" e di Stefano Fresi, musicista e attore romano. A Giovanni Solimine il compito di delineare la situazione di un Paese come l’Italia che nelle classifiche europee è sempre nelle retrovie non solo per l´investimento in istruzione e ricerca ma anche negli indici di lettura dei quotidiani e dei libri, nella frequenza ai musei e alle mostre, nel consumo di musica e spettacolo. “I dati che sono in nostro possesso- ha sottolineato l’academico capitolino – sono sconcertanti e delineano sempre un grosso deficit di conoscenza degli italiani e in questo quadro nostra classe dirigente non fa certo eccezione”. Anche per questo ha detto Solimine “non ci possiamo più permettere di trascurare gli investimenti in istruzione e cultura se vogliamo davvero far uscire l’Italia da questa situazione di crisi. Il problema è che per andare in questa direzione purtroppo ci dobbiamo scontrare con un mondo politico che ha scarsa cultura e scarse competenze e quindi ha difficoltà a capire la gravità delle cose”. I dati parlano chiaro cosi come le prospettive di chi vede per il 2020 ben il 37% della forza lavoro in Italia con bassi livelli di qualificazione a differenza di un tasso europeo pari al 20%. Numeri da brivido che hanno bisogno di una sola risposta per Solimine: “ Rimettere in moto per tutti, classe dirigente e cittadini, un ascensore sociale azionato dalle competenze”. Elena Cattaneo ha posto l’accento sulla situazione venutasi a creare grazie al famigerato decreto Balduzzi con la cui approvazione il Senato nel maggio 2013 aveva dato il suo ok alle sperimentazioni del Metodo Stamina. “In quel caso - ha spiegato la scienziata - rimasi sconcertata davanti a quella decisione. Il Senato aveva scelto di dare il suo assenso ad un metodo che non aveva nessun fondamento scientifico. Una decisione frutto di una grave mancanza di visione del problema in particolare ma specchio di una carenza di conoscenze in generale”. Quello della Cattaneo è stato solo un esempio, seppur di estrema gravità, delle difficoltà di far capire alla classe politica la scienza, la cultura e la tecnologia. Per il giornalista Armando Massarenti uno dei promotori del “Manifesto per la cultura”, proprio la scelta fatta lo scorso anno dal presidente Napolitano , con la nomina di quattro nuovi senatori a vita, fra cui appunto Elena Cattaneo, è stato un segnale importante per portare uomini di cultura in Senato. “Negli ultimi decenni in Italia – ha sottolineato Massarenti – si è vissuto un antintelletualismo negativo e pericoloso per questo, come pare accadrà nel nuove Senato post riforma , sarebbe importante se venissero scelti ventuno senatori con varie competenze nominati dal Presidente della Repubblica”. “Non si tratterebbe – ha precisato il giornalista del Sole 24 Ore - di una nuova possibile tecnocrazia ma solo di un modo di provare a far dialogare la politica con la cultura intesa nella sua concezione allargata che implica educazione, istruzione, ricerca scientifica e conoscenza”. Una cultura sempre più al centro di un’economia non basata solo sul Pil, una cultura che insieme alla ricerca scientifica e tecnica sia in grado quindi di diventare motore primo di sviluppo per costruire la nuova Italia di domani.  
   
 

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