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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Giugno 2014
 
   
  CIA BASILICATA SU VALORIZZAZIONE OLIO LUCANO

 
   
  Il convegno organizzato dall’Università della Basilicata con al centro la presentazione dello studio “Il germoplasma olivicolo meridionale” per il mondo agricolo lucano, in particolare gli olivicoltori, è un contributo scientifico importante a sostegno dello sforzo teso a salvaguardare cultivar autoctone e a valorizzare le nostre produzioni di qualità di olio extravergine dop: lo dice Paolo Carbone della Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata. Le attese per l’apporto che può venire dall’Università – continua – sono rilevanti . A focalizzare l´attenzione su questo aspetto è stato Saverio Pandolfi, ricercatore del Cnr-igv (Istituto di Genetica Vegetale del Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha sottolineato che “l´olio extravergine d´oliva di qualità è il grasso più simile al latte materno”. Per il dirigente della Cia, il primo passo verso l’ulteriore qualità è programmare e gestire bene i programmi previsti nel nuovo Regolamento unico per finanziare l’aggregazione, l’innovazione, l’internazionalizzazione. Oggi “nell’organizzare della filiera dobbiamo superare la logica ‘difensiva’ di come ripartire tra le diverse componenti i bassi prezzi spuntati sul mercato. Dobbiamo invece pensare ‘insieme’ prima di tutto a come ‘creare valore’ e poi a ripartirlo con equità. Tutto ciò – continua - superando i punti di debolezza della filiera olivicola: presenza massiccia di oliveti ultrasecolari e spesso obsoleti, di oliveti ubicati in terreni acclivi e in generale in ambienti pedo-climatici marginali; carenza di manodopera specializzata; assenza di lotta alle frodi, assenza della Dop. Il pacchetto di proposte della Cia Basilicata prevede una serie di azioni da sviluppare in maniera adeguata. Inoltre, l’Oprol – organismo di categoria degli olivicoltori - continua ancora - intende anche sviluppare una filiera commerciale. Un progetto triennale-conclude - che vedrà coinvolta l’associazione con tutti i suoi tecnici che saranno presenti nelle aziende agricole, nei frantoi, nelle sedi periferiche dell’Oprol.  
   
 

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