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Notiziario Marketpress di Venerdì 25 Luglio 2014
 
   
  OPERAZIONE ANTIABUSIVI A JESOLO: ZAIA, “LEGALITA’ E’ PRIORITARIA. NON MI RISULTANO ECCESSI DELLE FORZE DELL’ORDINE. INTERVENGA ALFANO: IL PROBLEMA E’ UN RACKET CRIMINALE RAMIFICATO E BRUTALE CHE VA BEN OLTRE IL VENETO””

 
   
  Venezia - “Ogni essere umano va trattato con rispetto, approccio che per le nostre forze dell’ordine mi pare fuori discussione, ma a nessuno può essere consentito di reiterare comportamenti illegali, come quelli che mettono in atto i venditori abusivi lungo le spiagge venete. Apprezzo quindi l’impegno profuso dalle forze dell’ordine che anche ieri a Jesolo hanno messo in campo un’azione interforze incisiva”. Con queste parole il Presidente della Regione Luca Zaia interviene a fronte dell’ultima operazione antiabusivismo in spiaggia condotta da Polizia locale, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia provinciale, con il coordinamento della Polizia di Stato, rispetto alla quale è insorta qualche polemica da parte di alcuni bagnanti che hanno “simpatizzato” con gli abusivi. “Atteggiamento comprensibile sul piano umano – dice Zaia – ma non mi risulta ci sia stata alcuna forma di ‘violenza’ da parte delle forze dell’ordine, mentre è necessario che tutti si rendano conto che questo fenomeno di illegalità non può essere tollerato, perché va a colpire i commercianti onesti che per vendere la stessa merce pagano fior di tasse e sostengono alti costi di gestione delle loro attività e perché può essere alla base di altre situazioni negative sul piano della sicurezza e della salute pubblica”. “Rinnovo la sollecitazione al Ministro dell’Interno Alfano perché questo problema venga affrontato a livello nazionale – incalza Zaia – perché siamo di fronte ad un vero e proprio racket criminale, brutale e criminogeno, un’organizzazione ramificata con ogni probabilità su base internazionale, della quale i venditori in spiaggia sono solo l’ultimo anello, il più delle volte loro per primi vittime di sfruttamento e oggetto, in questo caso sì, anche di violenze da parte dei loro sfruttatori”.  
   
 

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