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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Settembre 2014
 
   
  TORINO: SI CONCLUDE IL PROGETTO “THETRIS”. L’ESEMPIO DI NOVALESA FA SCUOLA IN IN TEMA DI VALORIZZAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI E CULTURALI

 
   
  Torino, 3 settembre 2014 - Volge ormai al termine il progetto europeo Thetris - Thematic Touristic Route development with the Involvement of local Society, che valorizza una vera e propria rete di edifici religiosi medievali, tra i quali l’Abbazia di Novalesa, acquistata 42 anni orsono dalla Provincia di Torino e pienamente restituita all’antico splendore negli ultimi decenni. La presentazione finale dei risultati ottenuti durante i tre anni di lavoro dei partner del progetto avviene durante la “Final Conference”, che si tiene a Nagyar in Ungheria, dal 3 al 5 settembre. Durante la conferenza gli amministratori locali, i tecnici e gli esperti dei nove Paesi partner di Thetris riassumono i risultati e le aspettative scaturite dal progetto. La Provincia di Torino, partner del progetto, è rappresentata all’Assessore alla Cultura e Relazioni internazionali, Marco D’acri. In occasione della Final Conference è prevista la premiazione degli studenti europei vincitori del concorso fotografico indetto in ogni Paese partner del progetto. Il tema proposto dalla Provincia di Torino per organizzare la sezione del concorso dedicata al proprio territorio era la valorizzazione dei beni artistici religiosi della Valsusa. L’iniziativa è stata resa possibile dalla media partnership con il settimanale diocesano “La Valsusa”. Il vincitore della sezione torinese del concorso è stato Edoardo Schiari, con una foto dedicata alla Sacra di San Michele, intitolata “La Sentinella del Cielo”. La giuria italiana ha anche premiato Alessia Siggia (con l’immagine “Tra i rami”, dedicata alla Precettoria di Sant’antonio di Ranverso) e Simone Chiecchio (con la foto “Intreccio”, dedicata anch’essa a Sant’antonio di Ranverso). Le foto verranno utilizzate per la promozione e la presentazione del progetto e del patrimonio culturale regionale. La Provincia di Torino, in qualità di partner di “Thetris”, ha redatto il Piano di sostenibilità e trasferibilità delle buone pratiche messe a punto dal progetto, condividendo le strategie attraverso gruppi di lavoro regionali di cui fanno parte le associazioni culturali che partecipano al progetto “Tesori di Arte e Cultura Alpina”, la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, il Politecnico di Torino, il Museo Culturale Diocesano di Susa e alcuni Comuni della Valle di Susa. I gruppi di lavoro hanno condiviso e contribuito a valutare una serie di strategie per la valorizzazione del territorio che fanno leva sull´appeal turistico che deriva dai complessi monumentali e architettonici e dal patrimonio di storia, fede e cultura della Sacra di San Michele, della Precettoria di Sant´antonio di Ranverso, della Cattedrale di San Giusto a Susa e dell´Abbazia di Novalesa. Il coronamento di tale lavoro è avvenuto il 28 luglio scorso al Museo Diocesano di Susa, durante un incontro del Regional Working Group del progetto. Al termine dell’incontro è stata firmata una Dichiarazione d´Impegno, con la quale gli amministratori e le associazioni interessate e coinvolte nel progetto hanno espresso il loro interesse e la loro volontà di sostenere la filosofia di Thetris e applicare le buone pratiche sperimentate con successo negli ultimi due anni. Il Progetto Thetris E La Valorizzazione Dell’abbazia Di Novalesa - Avendo dedicato molte risorse finanziarie ed umane al recupero dell’Abbazia, la Provincia di Torino, non poteva che scegliere Novalesa come bene da valorizzare nell’ambito del progetto Thetris, che è stato finanziato sul quarto bando del programma di cooperazione territoriale europea “Europa Centrale” - Asse 4 “Aumentare la competitività e l´attrattività di Città e Regioni” - Area di intervento 4.3 “Capitalizzazione delle risorse culturali per rendere più attrattive le regioni e le città”. Capofila di Thetris è l´Association of cities of the Upper-tisza area (Ungheria). I partner sono per l´Italia la Provincia di Torino e la Provincia di Padova, oltre all´agenzia di sviluppo turistico La.m.o.ro. (Langhe Monferrato Roero). Gli altri partners sono Centre for Technology Structure Development (De), District Office Forchheim (De), Rda of the Presov Self-governing Region (Sk), Association of Communes and Cities of Malopolska Region (Pl), Diocese Graz-seckau (At), Bohemian Switzerland Pbo (Cz), Regional Development Agency Ostrava (Cz), Scientific Research Centre of the Slovenian Academy of Sciences and Arts, Research Station Nova Gorica (Sl), Bsc - Business Support Centre Ltd, Kranj (Sl). Gli obiettivi del progetto, che aveva una durata prevista di 30 mesi, erano l´individuazione delle soluzioni di sviluppo per le aree rurali, utilizzando il patrimonio culturale esistente, concentrandosi in particolare sul patrimonio delle chiese medievali; lo sviluppo di strategie di sviluppo turistico utilizzando quali attrattori i beni culturali; il coinvolgimento delle popolazioni locali nella partecipazione attiva alle strategie di sviluppo di un turismo culturale per le aree interessate. Per saperne di più sul progetto Thetris www.Thetris.eu  Per ripercorrere i 40 anni di progetti e iniziative della Provincia di Torino per l’Abbazia di Novalesa http://www.Provincia.torino.gov.it/speciali/novalesa06/
quarantanni.htm
 41 Anni Fa Il Ritorno Dei Monaci - Nel 1973 la Provincia scelse di affidare l’Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione ha consentito di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza l´attuale attività di restauro di antichissimi volumi da parte dei Benedettini. La nuova convenzione ha consolidato il rapporto tra la Provincia e l´ordine religioso, che si sta adoperando per diffondere la conoscenza dell´antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell´Abbazia. È la comunità religiosa, in quanto custode della Novalesa, a segnalare le necessità di intervento per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i locali, dei mobili e del parco circostante. Il programma di recupero portato a termine all’inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l´esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All’interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant’eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L´obiettivo degli interventi degli anni scorsi è stato quello di localizzare all´interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall´ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’eldrado si possono ammirare durante visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 11,30. La chiesa abbaziale e le sale del museo sono visitabili nei giorni feriali (escluso il giovedì) e festivi estivi, dal 1° luglio al 15 settembre, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Per informazioni: telefono 0122-653210, www.Abbazianovalesa.org  1288 Anni Di Storia - Posta al centro della Valle Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio a controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’Xi secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel Xviii secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, (la più famosa) a Sant’eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell´abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all´entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell´Xi secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l’abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato Sabaudo nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. Gli edifici furono messi all’asta e acquistati da un medico, che li utilizzo per realizzare uno stabilimento per cure idroterapiche, con annesso albergo. Successivamente l’Abbazia divenne la residenza estiva del Convitto Nazionale Umberto I di Torino. Nel 1972 il complesso abbaziale, ormai fatiscente, fu acquistato dalla Provincia di Torino e affidato nuovamente ai monaci provenienti da San Giorgio di Venezia, che vi misero piede il 14 luglio 1973, ricominciando un millenario cammino spirituale e culturale.
 
   
 

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