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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Ottobre 2014
 
   
  TUMORE DELLA PROSTATA: ABIRATERONE ACETATO PIÙ PREDNISONE, ALL’ANALISI DI FOLLOW-UP A 49 MESI, DIMOSTRA IN PAZIENTI CON CARCINOMA PROSTATICO METASTATICO RESISTENTE ALLA CASTRAZIONE NON ANCORA SOTTOPOSTI ALLA CHEMIOTERAPIA, UN MIGLIORAMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVO

 
   
  Beerse, Belgio, 2 ottobre, 2014 – Janssen ha annunciato il 28 settembre che all’analisi finale dello studio di Fase Iii Cou-aa-302 abiraterone acetato più prednisone ha dimostrato un prolungamento significativo della sopravvivenza complessiva (Os), con una riduzione del 19% del rischio di mortalità, in pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCrpc), naïve alla chemioterapia (valore mediano di sopravvivenza complessiva di 34,7 mesi contro 30,3 mesi; Hr= 0,81 [Ic al 95%, 0,70-0,93]; p = 0,0033), dopo un periodo di follow-up mediano di oltre quattro anni (49,2 mesi). I risultati dell’analisi finale, presentati in occasione della Conferenza della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) in corso a Madrid, sono i primi a dimostrare un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza complessiva. Questo è un dato particolarmente rilevante in quanto i pazienti, in entrambi i bracci terapeutici, hanno ricevuto terapie successive, compreso il 44% dei pazienti che erano nel braccio di controllo e che successivamente hanno ricevuto abiraterone acetato più prednisone. L’approvazione di abiraterone acetato più prednisone da parte della Commissione Europea, dell’Fda statunitense e delle autorità regolatorie dei vari paesi del mondo, come terapia del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCrpc) prima della chemioterapia, si è basata sui risultati dell’analisi intermedia programmata per lo studio Cou-aa-302, che hanno dimostrato il raggiungimento dell’endopoint co-primario di sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPfs). “Da quando sono arrivati i primi resoconti dei risultati dell’analisi intermedia, abiraterone acetato è diventato una componente importante delle opzioni terapeutiche a disposizione della comunità medico scientifica, per trattare il carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, grazie alla sua capacità di ritardare in maniera significativa la progressione della malattia, oltre che prevenire o ritardare molte delle sue complicanze quali il dolore” ha commentato Charles Ryan, M.d., Professore di Medicina Clinica, Urologia presso l’Università della California, San Francisco, Usa, e principale sperimentatore dello studio Cou-aa-302. “Questa analisi finale conferma che, oltre a ritardare la progressione della malattia, abiraterone acetato prolunga in modo significativo la sopravvivenza. Abiraterone acetato ha, inoltre, dimostrato un profilo di sicurezza invariato, in somministrazione con prednisone, nel lungo termine”. I risultati dell’analisi finale dimostrano anche un allungamento significativo del tempo che intercorre prima di dover ricorrere all’uso di oppiacei (33,4 mesi contro 23,4 mesi; Hr= 0,72 [Ic al 95%, 0,61-0,85]; p=0,0002). Dopo due ulteriori anni di follow-up dall’ultima valutazione clinica (valore mediano 49,2 mesi), il profilo di sicurezza di abiraterone acetato è rimasto identico senza che sia stata osservata alcuna variazione di tossicità correlata ai corticosteroidi. Cou-aa-302 è uno studio internazionale di Fase Iii, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, condotto su 1.088 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, naïve alla chemioterapia, randomizzati per ricevere abiraterone acetato 1.000 mg per via orale, in monosomministrazione giornaliera, più prednisone 5mg due volte/die, o placebo più prednisone 5 mg due volte/die. Gli endpoint co-primari dello studio sono stati: sopravvivenza libera da progressione radiografica della malattia e sopravvivenza complessiva. I principali endpoint secondari hanno riguardato: tempo intercorso sino all’avvio della terapia con oppiacei, tempo intercorso sino all’avvio di chemioterapia, tempo intercorso prima del deterioramento della funzionalità (punteggio Ecog) e tempo intercorso sino all’aumento del Psa (antigene prostatico specifico). “Negli ultimi anni il paradigma terapeutico per il tumore della prostata si è notevolmente evoluto, soprattutto grazie alle maggiori conoscenze relative alla malattia, che hanno consentito di sviluppare opzioni terapeutiche oltre la chemioterapia” - ha commentato Jane Griffiths, Presidente Janssen Europa, Medio Oriente e Africa (Regione Emea). “Janssen è orgogliosa di essere un’azienda farmaceutica all’avanguardia in quest’area terapeutica, e l’annuncio odierno rafforza il proprio impegno, con la ricerca, di migliorare la vita dei pazienti con tumore della prostata”. Il carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCrpc) - Il carcinoma prostatico viene detto carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione quando metastatizza, ovvero si diffonde ad altre parti dell’organismo e progredisce, nonostante valori sierici di testosterone al di sotto dei livelli di castrazione.[i] La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che si trova sotto la vescica, circonda parzialmente l’uretra, e interviene nella produzione del liquido seminale. Il tumore della prostata, in taluni casi, avanza lentamente ma, a seconda di diversi fattori, tra cui caratteristiche specifiche del paziente e del tumore, può anche avanzare molto velocemente e diffondersi ampiamente.[ii] Nel 2012, i nuovi casi di carcinoma prostatico diagnosticati in Europa sono stati stimati pari a 417.000, con una mortalità di quasi 92.000 persone.[iii]  
   
 

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