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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Aprile 2007
 
   
  VERSO UN LEGAME DIRETTO TRA L´UE E I CONTRIBUENTI EUROPEI

 
   
  Bruxelles, 2 aprile 2007 - Nel sottolineare le carenze dell´attuale sistema di finanziamento dell´Ue, il Parlamento ne propone una riforma in due tempi. Anzitutto andrebbe migliorato il regime vigente, superando anche lo "sconto" britannico. Nel 2014, si dovrebbe invece giungere alla creazione di una vera risorsa propria che crei un collegamento diretto tra l´Unione e i contribuenti europei. I deputati precisano però che ciò non dovrà portare in nessun modo a un aggravio del carico fiscale sui cittadini. Adottando la relazione di Alain Lamassoure (Ppe/de, Fr) con 458 viti favorevoli, 117 contrari e 61 astensioni, il Parlamento sottolinea anzitutto che l´attuale sistema, con le sue quattro diverse risorse e i suoi vari meccanismi di correzione, generali o specifici, come la correzione britannica, «è eccessivamente complesso, manca di trasparenza ed è totalmente incomprensibile per i cittadini europei». La revisione generale e approfondita delle entrate e delle spese dell´Unione europea, che dovrà essere effettuata nel 2008/2009, «costituisce pertanto un´opportunità da non perdere di fare ritorno ad un autentico ma equo sistema di risorse proprie nello spirito dei trattati istitutivi delle Comunità europee». Carenze dell´attuale sistema di finanziamento - Secondo i deputati, un sistema nel quale il 70% circa delle entrate dell´Unione non deriva da risorse proprie, ma proviene direttamente dai bilanci nazionali attraverso la risorsa Rnl (reddito nazionale lordo) e in misura del 15% da una risorsa come la percentuale sull´aliquota Iva, «diverge dallo spirito e la lettera del trattato di Roma». In proposito, ricordano che l´esistenza stessa dell´Unione europea ha prodotto un aumento degli scambi intracomunitari, e un aumento della ricchezza degli Stati membri, e ciò «legittima pienamente l´Unione a dotarsi di un sistema di vere risorse proprie invece di un sistema alimentato dai contributi nazionali». Riconoscono, tuttavia, che la risorsa Rnl, pur essendo meno visibile per i cittadini, «è equa in quanto mette in rapporto i contributi con il livello generale di prosperità ed è un´espressione di solidarietà tra essi». Il Parlamento stigmatizza tuttavia il fatto che l´attuale sistema di finanziamento abbia accentuato «il miope dibattito sul contribuente netto», che non rende giustizia ai vantaggi dell´Unione europea in termini di pace, libertà, prosperità e sicurezza, considerando inoltre che il concetto dei "saldi di bilancio netti" presenta gravi limiti anche in termini tecnici. Inoltre, reputa che tale regime sia, nel contempo, «ingiusto per il grande pubblico e antidemocratico e non aiuti a mettere in luce l´impegno a favore dell´integrazione europea», senza peraltro fornire fondi sufficienti per tutte le politiche Ue. Criticano poi vivamente le possibilità offerte a singoli paesi di finanziare ufficialmente solo le politiche per le quali nutrono interesse, temendo che questo possa essere «l´inizio della dissoluzione dei valori che hanno caratterizzato il successo dell´Unione europea negli ultimi 50 anni». In proposito, deplorano che il Consiglio europeo di Bruxelles del 2005 abbia reso il sistema ancora più complicato e oscuro, lasciando intatta la "correzione britannica" e aggiungendo ulteriori deroghe e correzioni che avvantaggiano altri Stati membri. Prima fase della riforma: miglioramento del sistema di contributi nazionali - Nel riconoscere che qualsiasi riforma del sistema delle risorse proprie sarà un´operazione delicata e difficile, il Parlamento raccomanda un approccio progressivo che possa essere introdotto in due fasi, ma che faccia parte di una decisione unica. La prima fase provvisoria e transitoria porterebbe a un miglioramento dell´attuale sistema di contributi nazionali, cui si dovrebbero applicare i seguenti principi politici: parità tra gli Stati membri, ossia l´assenza di qualsiasi privilegio per qualsiasi Stato membro, semplicità della presentazione per i rappresentanti eletti come per i cittadini, solidarietà e pari dignità fra gli Stati membri, principi che sono compromessi dall´attuale sistema in cui qualcuno fruisce di compensazioni mentre altri possono ottenerle solo negoziando «attraverso mercanteggiamenti nelle riunioni del Consiglio europeo», istituzione di un legame politico tra riforma delle entrate e revisione delle spese. Il Parlamento prende quindi atto della proposta, avanzata dalla Finlandia nell´aprile 2004, di sostituire l´attuale sistema di finanziamento, pur mantenendo le risorse proprie tradizionali, con un sistema basato sull´Rnl, che prenda le quote dell´Rnl come base dei contributi degli Stati membri alle risorse proprie dell´Ue, abolisca la risorsa Iva nella sua forma attuale e sopprima progressivamente la correzione a favore del Regno Unito, fino ad azzerarla nel 2013. Per i deputati, tale sistema avrebbe il vantaggio di essere semplice e trasparente e di costituire un possibile passo verso l´istituzione di un vero e proprio sistema delle risorse proprie. Inoltre, ne beneficerebbero tutti gli Stati membri che contribuiscono attualmente alla correzione britannica, come ne beneficerebbe il Regno Unito stesso grazie all´abolizione della risorsa Iva nella sua forma attuale. Precisano peraltro, che ciò non pregiudica l´inserimento nel lungo periodo di un´Iva modificata nel finanziamento dell´Unione europea. Un accordo sul nuovo sistema di finanziamento secondo le linee della proposta finlandese, è anche precisato, sarebbe accettabile politicamente solo nel quadro di un processo globale di negoziato che comprenda anche le spese. A tale proposito, i deputati respingono qualsiasi tentativo di rinazionalizzare la Politica Agricola Comune e, al contempo, hanno soppresso il paragrafo che proponeva il ricorso alla possibilità di introdurre progressivamente il processo di cofinanziamento obbligatorio nell´Ue-15. Seconda fase della riforma: un nuovo sistema di risorse proprie L´obiettivo della riforma delle entrate comunitarie, per il Parlamento, deve essere la creazione di un´autentica risorsa propria per l´Unione europea che sostituisca i meccanismi attuali. In proposito, i deputati, ricordano che tale obiettivo e le proposte per realizzarlo «non sono affatto rivoluzionarie», poiché «cercano semplicemente di far rivivere la lettera e lo spirito dei trattati istitutivi». Ciò premesso, la relazione elenca i principi, emersi in tutti i contatti con i parlamenti nazionali, da considerarsi come pietre angolari di qualsiasi futuro sistema delle risorse proprie: pieno rispetto del principio della sovranità fiscale degli Stati membri, i quali - è precisato - potrebbero comunque autorizzare l´Unione, per un periodo limitato e revocabile in qualsiasi momento, a beneficiare direttamente di una determinata quota di un´imposta, neutralità fiscale: il nuovo sistema non dovrà accrescere la spesa pubblica globale né l´onere fiscale gravante sui cittadini; qualora un nuovo sistema dovesse assegnare direttamente, in tutto o in parte, all´Unione europea un´imposta visibile a tutti i cittadini, si dovrebbe operare una riduzione equivalente altrove, sotto la vigilanza delle Corti dei conti nazionali e della Corte dei conti europea, nessuna modifica dell´ordine di grandezza del bilancio Ue, ossia la modifica del massimale dell´1,24% non è giudicata necessaria, ma è anche ricordato che mai nessun bilancio si è avvicinato a tale massimale, introduzione progressiva del nuovo sistema a partire dal 2014, con un periodo transitorio per assicurare uno smantellamento senza scosse del vecchio regime, istituzione di un legame politico chiaro tra riforma delle entrate e riforma delle spese, poiché un regime che garantisce un andamento delle entrate proporzionale alla crescita delle ricchezza migliora il clima politico dei negoziati sul bilancio, consentendo così di concentrarsi sulle priorità invece di contrattare sui livelli di spesa. Tempi non maturi per una nuova imposta europea - Il Parlamento ribadisce che, anche a seguito dei contatti con i parlamenti nazionali degli Stati membri, nel breve periodo, «i tempi non siano ancora maturi per una nuova imposta europea». Tuttavia sottolinea che ciò non esclude la possibilità che, qualora gli Stati membri decidano di imporre nuove imposte, essi potrebbero disporre nel contempo, o in una fase successiva, di autorizzare l´Unione a beneficiare direttamente di tali nuove imposte. D´altra parte, evidenzia che, in una seconda fase, sarà essenziale esaminare la creazione di un nuovo sistema di risorse proprie basato su un´imposta già prelevata negli Stati membri, nella prospettiva di convogliare direttamente la totalità o una parte di tale imposta nel bilancio europeo, come autentica risorsa propria, «instaurando così un collegamento diretto tra l´Unione e i contribuenti europei». In proposito, il Parlamento ricorda che tra le possibili imposte prese in considerazione a tal fine, in tutto o in parte, nel corso degli scambi con i parlamenti nazionali o nelle relazioni della Commissione sulla riforma del sistema delle risorse proprie, figurano l´Iva, le accise sui carburanti da trasporto e altre tasse sull´energia, le accise su tabacco e alcol, nonché le imposte sugli utili aziendali. E´ poi rilevato che, nelle discussioni in seno al Parlamento europeo, sono state esplorate altre possibili strade, quali le tasse sulle transazioni sui valori mobiliari, le tasse sui servizi di trasporto e telecomunicazione, le imposte sul reddito, ritenute alla fonte sugli interessi, le entrate della Bce (signoreggio), l´ecotassa, le tasse sulle transazioni valutarie, le imposte sui risparmi e le tasse sulle transazioni finanziarie. Il Parlamento infine annuncia l´intenzione di portare avanti l´esame di tali opzioni in stretta cooperazione con i parlamenti nazionali prima di assumere la propria posizione finale. In tale contesto, attribuisce grande priorità alla definizione, possibilmente nel corso della Presidenza portoghese (luglio – dicembre 2007), di una base comune di discussione per quanto concerne la prossima revisione delle entrate Ue. .  
   
 

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