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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Novembre 2014
 
   
  I COMUNI DISEGNANO IL CAMBIAMENTO L´INTERVENTO DEL SINDACO PISAPIA ALLA XXXI ASSEMBLEA ANNUALE DI ANCI L´EVENTO È OSPITATO DA MILANO CONGRESSI DAL 6 ALL´8 NOVEMBRE 2014

 
   
  Milano, 10 novembre 2014 - Caro Presidente, cari colleghi, cari amici, grazie a tutte e a tutti per la vostra presenza e grazie per avere scelto Milano come sede dell´Assemblea annuale. Quella di quest´anno, lo sappiamo, non è un´Assemblea come un´altra. È un´Assemblea che si apre in un momento di grave incertezza per i Comuni (e non solo per i Comuni). C´è una bella definizione del ruolo di Sindaco: "il vicino di casa di tutti i cittadini" Se essere il vicino di casa di tutti è sempre stato un compito difficile, oggi quel compito è quasi impossibile. Il vicino di casa rischia di diventare non chi ti dà un aiuto, un asilo per i tuoi figli, una casa degna di questo nome, un sistema di imposte semplici, giuste 0e, per quanto possibile, sostenibili. Il Sindaco rischia di diventare quello costretto a chiederti solo sacrifici. E un vicino di casa così, non lo vorrebbe nessuno. Caro Matteo, sono certo che non dimentichi quello che hai lasciato: le aspettative dei cittadini; le potenzialità delle città; la ricchezza che dal piccolo può arrivare al grande, dai Comuni a tutto il Paese. Ti assicuro, non viviamo sulla luna. Siamo consapevoli che i problemi e le preoccupazioni sono anche tuoi e del tuo governo che deve fare i conti con una condizione estremamente difficile. Capiamo bene che l´Italia deve rispondere all´Europa senza esserne succube; che dobbiamo affrontare una crisi senza precedenti. Proprio per questo vogliamo trovare insieme una prospettiva di più ampio respiro per guardare avanti. Certo, ci vuole ottimismo; ci vuole fiducia; ci vuole semplificazione, lotta ai privilegi e agli sprechi, sburocratizzazione e, più in generale cambiamento. È quello che stai cercando di fare malgrado le resistenze e le difficoltà; ma ci vuole anche la volontà di unire, non di dividere. Quello che ci preme è ribadire con forza che non chiediamo attenzione per essere noi più tranquilli: i Comuni hanno cancellato sprechi e privilegi, hanno tagliato tutto quello che era possibile tagliare senza limitare l´impegno per dare a tutti i servizi essenziali. Chiediamo attenzione, so che l´avremo, perché siamo convinti che la ricetta per uscire dalla crisi passa anche - se non soprattutto - dai territori, dalle nostre comunità. I Comuni sono la faccia dello Stato sul territorio. Ed è un territorio dove il lavoro manca o è messo a forte rischio; un territorio le cui comunità chiedono un welfare che le aiuti a fronteggiare un momento drammatico. Ci sono le file alle mense dei poveri. Ci sono bambini che portano a casa per cena quello che avanza dal pranzo di scuola. Lo sappiamo tutti. Ci sono, però, dei problemi drammatici che da soli non possiamo risolvere. Se aumentano i bisogni e diminuiscono le risorse, la situazione diventa sempre più esplosiva e il nostro impegno di ogni giorno diventa una missione impossibile. Quando come sindaci, abbiamo incontrato Papa Francesco, ci ha raccontato una cosa bellissima. Ci ha detto: quando la sera vado a casa e penso a quello che ho fatto durante il giorno sono contento per tutte le cose che ho fatto. Poi penso alle cose che non ho potuto fare e divento triste. E ha aggiunto: immagino che sia così anche per voi sindaci. Immagino sia così anche pet il Presidente del Consiglio. E ha colto il senso del nostro essere e del nostro agire. Sarà il Presidente Fassino - a cui auguro buon lavoro, con affetto, amicizia e stima - a parlarti della legge di stabilità, delle possibili soluzioni per coniugare equità e governabilità, della insostenibilità di ulteriori tagli. Però su un dramma voglio soffermarmi: quello della casa. Cosa c´è di più ovvio del diritto ad avere una casa? Eppure abbiamo ereditato così tanti problemi che facciamo fatica a rispondere. Ci sono delle norme assurde che rendono complicata perfino l´assegnazione di una casa, anche quando è sfitta ma non abitabile. Impossibile avviare nei tempi necessari - quindi in tempi brevi - le ristrutturazioni anche delle case sfitte e procedere alle assegnazioni. I sindaci hanno troppo spesso le mani legate da regole assurde, da orpelli senza senso. Poche modifiche legislative renderebbero possibile quello che è giusto; renderebbero più semplice quello che oggi è complicato; renderebbero più brevi tempi che oggi sono troppo lunghi. E senza costi aggiuntivi ma con risparmi che potrebbero essere utilizzati per contrastare il degrado e il disagio abitativo; per superare un´emergenza che è pari a quella della mancanza di lavoro e della crescente povertà. Un grande sindaco di Milano, Antonio Greppi - il primo sindaco di Milano dopo la resistenza - diceva ai suoi collaboratori di fare in fretta perché i poveri non hanno tempo... Ecco, noi dobbiamo avere gli strumenti e la possibilità concreta di fare in fretta. Ma non voglio parlare solo dei problemi. Alle porte abbiamo Expo. È una grande occasione per l´Italia e per tutti i Comuni. L´anci ci crede, e non a caso ha lanciato ‘Anci per Expo´. Quando, finalmente, il prossimo 1 maggio, si smetterà di parlare di infrastrutture e si parlerà dei grandi temi dell´Esposizione - la lotta alla fame del mondo e agli sprechi alimentari, l´impegno per una alimentazione sana per tutti - allora finalmente non solo Milano, ma l´intero Paese potranno far conoscere e dimostrare al mondo intero che Expo non sarà una grande fiera, ma una vetrina di idee e di iniziative concrete per lo sviluppo economico, sociale e culturale; per un mondo migliore e più giusto. Expo ha un´anima che guarda al presente e al futuro del pianeta. Con "Expo in città" stiamo preparando una città fantastica. Siete tutti invitati. Ci saranno migliaia di appuntamenti, di incontri, di eventi - siamo già a quota settemila ma arriveremo sicuramente a diecimila - che riempiranno Milano e la Città Metropolitana dal primo maggio al 31 ottobre del prossimo anno. Se c´è un evento per cui la parola ‘insieme´ vale più che per ogni altro quello è proprio Expo. Da questa Assemblea parte una richiesta precisa: dialogo, condivisione degli obiettivi, anche attraverso un confronto serrato che porti comunque a una cindivisione. Non si facciano scelte che dividono, che costringono all´asprezza, che non creano un clima costruttivo. Qui, in questa sala, c´è unità, c´è l´unità trasversale dei Sindaci; c´è l´Italia che fa; c´è l´Italia che non si rassegna. Chiediamo che sia ascoltata. Buon lavoro a tutti noi.  
   
 

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