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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Novembre 2014
 
   
  VENDOLA: "CREATIVITÀ E INNOVAZIONE RAPPRESENTANO UN NUOVO INIZIO PER L´EUROPA"

 
   
  Bruxelles, 20 novembre 2014 - “Credo davvero che creatività e innovazione possano rappresentare un nuovo inizio per l’Europa perché sono settori su cui basare il rilancio della nostra economia e della nostra società”. Così ieri il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola concludendo a Bruxelles la Conferenza internazionale su “Creatività e innovazione quali motori di crescita economica: il ruolo della cultura e dei territori”. “L’evento di oggi rappresenta un importante successo - ha continuato Vendola - sia per l’importante partnership istituzionale creatasi che per il messaggio che oggi si intende ribadire, in un periodo istituzionale molto importante a livello europeo: cultura, creatività e innovazione sono tre distinte leve che se attivate con politiche integrate e coordinate divengono essenziali per la crescita e la competitività dei territori europei e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo percorso ha un significato particolare per l’Italia così come lo ha avuto negli anni passati per la Regione Puglia che ne ha fatto un vero e proprio elemento distintivo”. Segue testo integrale del Presidente Vendola - “L’investimento pubblico in cultura è necessario, infatti, non solo per elevare il livello culturale e di sviluppo sociale della popolazione, ma anche per alimentare la creatività e l’innovazione, fattori chiave dello sviluppo economico dei sistemi produttivi moderni. Investire in cultura, tanto più nei momenti di crisi economica, è un ancora di salvezza per le regioni, gli stati e la stessa Europa dal degrado morale e dalla deriva economicista, avviando nuovi percorsi di sviluppo auto-sostenuti ed auto-sostenibili, proprio come quelli che con un attento utilizzo dei fondi europei 2014 2020 abbiamo cercato di avviare sui territorio regionale, con risultati più che positivi che ci fanno pensare ad un Sud Italia diverso dalla retorica dominante. Questo perché, in un mondo globalizzato, la competizione non è più a livello di singola impresa ma a livello di territori. Solo quelli in grado di produrre cultura e creatività a partire dai propri valori identitari e dagli asset distintivi – ricordiamolo, vantaggi comparati non riproducibili in altri contesti – possono farcela. Occorre, allora, fare in modo che in Italia ma più in generale in tutta Europa, si torni non solo a “respirare bellezza”, ma al contempo a “investire in bellezza” per attivare quel capitale umano che tramite la bellezza si forma e ne fa una vera e propria risorsa di sviluppo. Le Industrie Culturali e Creative hanno dimostrato di essere resistenti alle crisi, grazie alla proposta costante di soluzioni innovative, che hanno contribuito alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. Significative esperienze sono state condotte a livello regionale e locale, e nelle sessioni tematiche pomeridiane, avete avuto modo di confrontarvi su quattro temi rilevanti: - cultura come fattore di sviluppo locale e territoriale - spirito imprenditoriale e nuovi modelli di business - il ruolo dei settori audiovisivo e delle arti dello spettacolo nelle strategie di sviluppo locale - effetti di spill-over delle industrie culturali e creative. Ebbene, posso testimoniare in prima persona dell’importanza di queste tematiche, come Governatore di una regione che ha scelto un modello alternativo di sviluppo, basato sulla cultura, territorialmente diffuso e partecipato, con la capacità di essere: sostenibile, perché fondato sulle risorse culturali; competitivo, perché si basa su fattori come la valorizzazione della creatività e dell’innovazione; cooperativo, perché fondato sulla complementarietà delle specializzazioni, sul co-sviluppo e sulla cooperazione tra territori per la costruzione di catene di valore all’interno di uno spazio europeo ed euro-mediteranneo. Non intendo ripercorrere l’esperienza pugliese, già descritta nelle sessioni che mi hanno preceduto, ma vorrei solo ricordare come, grazie a questo investimento costante nel tempo, una regione “povera”, nella classificazione europea in termini di prodotto interno lordo, stia vivendo da alcuni anni un periodo di straordinario fermento culturale, artistico, imprenditoriale, con ampie ricadute in termini di occupazionali e turistici. Abbiamo investito nella promozione di progetti legati all’arte contemporanea, nella promozione e nell’innovazione dell’industria culturale e creativa e delle filiere dello spettacolo dal vivo, del cinema e dell’audiovisivo, abbiamo riattivato il nostro patrimonio ed i nostri centri storici facendoli diventare spazi per la creatività, con importanti risultati anche in termini di capacità di spesa, gestione ed efficacia degli interventi. Un unico esempio che rende l’idea riguarda il raggiungimento dei target che per la cultura è avvento con largo anticipo rispetto alle scadenza comunitarie: è stato già speso già 2014 il 130% delle risorse messe a disposizione dall’Europa. La ricetta vincente è stata, nella nostra esperienza, la messa a fattor comune di alcune politiche regionali, tutte ricondotte ad una visione unitaria: politiche giovanili e di innovazione sociale, politiche per la cultura, sia mirate ai beni che alle attività culturali, e politiche di ricerca e sviluppo, in grado di accelerare l’ingresso sul mercato di nuove tecnologie, importanti fonti di creatività e dinamismo. Politiche supportate da rilevanti finanziamenti, a valere sia sui fondi strutturali che sui programmi europei a gestione diretta, due categorie tra cui occorrerà - in futuro – esplorare ogni opportunità di sinergia, anche utilizzando il criterio guida delle specializzazioni intelligenti di ogni regione o stato membro. In Puglia e credo anche in molte delle regioni oggi qui presenti, gli investimenti realizzati con i fondi strutturali hanno contribuito a innalzare la qualità della vita dei cittadini e la coesione culturale della comunità regionale; a rendere il territorio più attrattivo per visitatori, imprese, flussi di persone e di capitali, aumentando i consumi turistici ed in generale mettendo a valore il patrimonio della regione; ad accrescere e rendere più visibile la presenza regionale nello spazio europeo; a rendere la cura del paesaggio e la bellezza dei luoghi una delle chiavi dello sviluppo sostenibile, attraverso l´attivazione di nuove filiere produttive, l´aumento della densità imprenditoriale e la generazione di importanti effetti economici ed occupazionali come testimoniano gli indicatori di risultato di monitoraggio dei fondi europei per lo sviluppo. Se fino al 2005 si spendevano 50 centesimi per la cultura per ogni cittadino, oggi si spendono 4 euro pro capite, attivando una spesa turistica complessiva di 1 miliardo e 30 milioni, che corrisponde al 3,9 per cento del totale della spesa nazionale. In termini di occupazione le imprese del settore creativo in Puglia sono ad oggi 23.000 circa per un totale di 57.000 occupati, il 4,1 per cento degli occupati a livello nazionale. Tornando allo scenario europeo e agli impegni che da oggi in poi dovremo affrontare per rendere sempre più visibile il ruolo di cultura, creatività e innovazione, credo che la presenza qui di tutti i maggiori attori istituzionali possa essere garanzia che, in questo percorso, potremo contare, noi sistema regionale, su numerosi alleati. Dalla Commissione europea, al cui interno oramai l’attenzione a questi settori non è esclusivo appannaggio della Direzione generale Educazione e cultura, ma è molto opportunamente condivisa con le Direzioni generali Impresa e Politiche regionali. Al Parlamento europeo, che con la presenza dell’on.Le Costa stamane, potrà essere di certo un valido compagno di percorso, anche per tramite delle attività dell’Intergruppo Cultura. Al Consiglio dell’Unione, competente nella definizione del Programma di lavoro Cultura per il prossimo triennio; e sono particolarmente lieto che questa conferenza si tenga nel Semestre italiano di presidenza, a testimonianza di un impegno fattivo in questo settore. Da ultimo, ma non meno importante, il Comitato delle Regioni, che da tempo si occupa dei temi oggi in discussione, sia in seno alla Commissione Educ che in importanti iniziative di comunicazione, quali la Conferenza dello scorso gennaio sul ruolo delle regioni e delle città nei settori culturali e creativi. Penso che il resoconto del confronto odierno possa divenire un contributo importante, a nome del sistema regionale italiano ed europeo, alla revisione di medio termine della Strategia Europa 2020, prevista per il 2015 e il cui lavoro è già in corso. In qualità di Membro del Comitato delle Regioni, mi preoccuperò di informarne i servizi competenti e di trasmettere gli atti al Presidente Lebrun oltre che al Presidente della Commissione Educ; chiedo un parallelo impegno alla Rappresentanza permanente italiana, appello che sono certo sarà raccolto, considerando l’importanza che nel corso del Semestre si è voluta dare ai temi della cultura e dell’innovazione. Per nostra parte, come sistema regionale, dovremo continuare a lavorare assieme, per sviluppare partnership sempre più solide, utili sia allo scambio di esperienze sulle policy che alla definizione di proposte progettuali comuni, nell’ottica di un approccio sempre più intersettoriale, che ricomprenda i temi della cultura, della creatività, del design, delle tecnologie informatiche e della comunicazione, dell’imprenditorialità, del turismo e dell’inclusione sociale. E in tal senso potrà essere molto utile la creazione di una Piattaforma informale strategica che raccolga le regioni europee interessate a lavorare su questa traccia”.  
   
 

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