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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Novembre 2014
 
   
  LOMBARDIA: RILANCIARE L´AGRICOLTURA

 
   
   Remedello/Bs - "Se vogliamo rilanciare l´agricoltura bisogna cambiare l´approccio culturale e dare una formazione, e su questi aspetti sono meritorie le attività scolastiche dell´Istituto Bonsignori. Ma per avere un reale ricambio generazionale bisogna fare in modo che ai giovani sia garantita la redditività per sostenere la propria famiglia e un minimo di innovazione per l´azienda che conducono". Lo vede così il futuro dei giovani nel settore primario l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava. Lo ha spiegato intervenendo al convegno ´Una nuova alba: l´agricoltura può rinascere?, organizzato dall´Associazione ex-alunni dell´Istituto Bonsignori di Remedello (Brescia), nel centenario della morte del padre fondatore della scuola. Parliano Ai Giovani - "Oggi ci rivolgiamo direttamente ai ragazzi - dichiara Fava - ed è corretto rilevare che l´agricoltura sconta un fattore competitività. Chi si avvicina al mondo agricolo venendo dall´esterno ha oggettive difficoltà, a partire dal costo dei terreni che rende difficile l´ingresso di giovani imprenditori. Inoltre, viviamo il limite culturale nell´avvicendamento dell´impresa, perché spesso capita che gli agricoltori di una certa età difficilmente cedano la mano". Lombardia Prima Regione Agricola - Eppure, la Lombardia prima regione agricola d´Italia è anche quella che ha una presenza di giovani un po´ più elevata rispetto alla media nazionale. "Oggi in Lombardia - afferma Fava - su 50mila aziende agricole l´età media dei conduttori è di 63 anni e l´incidenza dei giovani imprenditori agricoli titolari d´azienda è del 14,5%, percentuale che sale al 18% nelle aree di montagna". Un dato che, secondo l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, "sottolinea una naturale predisposizione da parte dei giovani a rendersi disponibili a un progetto di gestione del territorio, declinando una formula di agricoltura multifunzionale, che nelle aree montane significa magari coniugare l´alpeggio e l´agriturismo, piuttosto che la vendita diretta. Si tratta di novità assolute rispetto all´agricoltura del passato". Si Abbandonino Vecchi Schemi - Un altro esempio è quello del biologico. "Sta avanzando - prosegue Fava - e se è vero che parliamo per lo più di imprese agricole di nicchia, anche il bio dimostra che in agricoltura ci sta tutto, se abbandoniamo gli schemi del passato". Anche in termini di sostegno alle imprese bisogna fare un passo in avanti, secondo l´assessore. "Il reddito minimo di ingresso, come è stato assicurato con la vecchia programmazione - spiega Fava - non ha funzionato, perché senza redditività i giovani sono costretti a cambiare lavoro, nonostante verso il comparto primario sia aumentato notevolmente l´interesse. Ma la missione è cercare di stabilizzare il più possibile il reddito delle imprese". Martina Rassicurante - Le risorse ci sono, tanto che la Lombardia può contare fino al 2020 di 1,2 miliardi di euro nel Programma di sviluppo rurale. "E per fortuna che ieri il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - racconta Fava - mi ha rassicurato sul fatto che la Regione Lombardia, che per prima ha consegnato a Bruxelles il Psr per l´approvazione, non dovrà aspettare la fine di giugno del 2015 per ottenere il via libera, vanificando gli sforzi fatti in questi mesi per pianificare la politica di sviluppo rurale del territorio. Sarebbe stato un imperdonabile errore costringere una regione virtuosa come la nostra a livellarsi verso il basso con tempi biblici".  
   
 

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