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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Aprile 2015
 
   
  TOSCANA: PROGETTO LAVORO SICURO, QUASI DUEMILA CONTROLLI IN SEI MESI

 
   
  Prato 9 aprile 2015 – Si tirano le somme dei primi sei mesi del progetto Lavoro Sicuro, il piano lanciato dalla Regione dopo il rogo della Teresa moda in cui persero la vita sette operai cinesi nella fabbrica dove vivevano. Accade oggi a Prato in un´altra azienda cinese, l´Andrea&yaoli di via Galcianese, che ospita un´iniziativa della Cna sulle prospettive del distretto, l´integrazione e la sicurezza. Una scelta non casuale, visto che l´associazione di categoria conta tra i propri iscritti molte aziende cinesi. Sette mesi di controlli Da settembre 2014 a marzo del 2015 sono state 1949 le imprese orientali verificate tra Prato, Pistoia e Firenze, le visite grossomodo che erano state programmate. Di volta in volta agli ispettori della Asl si sono affiancati anche ispettori del lavoro, agenti, forze dell´ordine ed enti. Particolarmente significativo è stato il contributo della Direzione territoriale del Lavoro, presente in 792 casi (soprattutto a Firenze e Empoli) e delle polizie municipali (767 casi, in particolare a Prato). Fanno la parte del leone confezioni e pronto moda, 994 quelle controllate (ovvero oltre la metà), ma nell´elenco compaiono anche 535 pelletterie, per lo più tra Firenze ed Empoli. In 212 casi gli ispettori si sono trovati davanti a cancelli chiusi e imprese che non esistevano più. Delle altre aziende solo 518, il 30 per cento, non ha avuto alcuna contestazione. A Prato, dove i controlli sono stati 894, le imprese già cessate al momento delle ispezioni sono risultate 24 e solo 130 delle rimanenti, il 15%, si è dimostrato in regola. Le altre 740 (1219 nell´intera area metropolitana) avevano tutte qualcosa che non andava, con 100 sequestri (sui 118 complessivi), 735 prescrizioni e 721 informative di reato, che diventano 1162 e 1080 con Firenze e Pistoia. Irregolarità non sempre della medesima gravità. I numeri raccontano infatti di macchinari non a norma a impianti elettrici fatti di prolunghe o fatiscenti e deficitari (440), che sono le contestazioni più frequenti, scarsa igiene e cucine abusive (114), ma anche 182 dormitori e bombole del gas trovate all´interno degli stanzoni dove non potevano stare. Controlli cresciuti in maniera esponenziale, ma anche sanzioni che si impennano. Le aziende cinesi che non risultano in regola e ricevono multe e prescrizioni si adeguano e pagano. Nell´ultimo semestre 2014 la media dei pagamenti è passata da 700 mila a 1 milione e 200 mila euro. Un´azienda su due a rischio di controlli Del resto i controlli si sono intensificati di parecchio grazie al piano straordinario messo in campo un anno fa dalla Regione, con 74 neo ispettori assunti per tre anni. Prima la probabilità che nel corso di un anno un´azienda del distretto cinese ricevesse una visita era del 6,5%. Adesso quasi un´azienda su due, il 44 per cento nell´intera area e il 48, 4 per cento a Prato, ´rischia´ un controllo. Nel 2015 saranno controllata tra Firenze, Prato e Pistoia più di quattromila aziende. E questo probabilmente sta avendo il suo peso nel convincere le imprese a cambiare atteggiamento o aderire ad un percorso di emersione e regolarizzazione. A Prato 117 adesioni al patto per il lavoro sicuro Crescono infatti anche le adesioni al patto per il lavoro sicuro, l´altro strumento messo in campo dalla Regione e con cui un´azienda che non ha ancora ricevuto la visita degli ispettori accetta un percorso di rientro e ´affiancamento´. Alla fine di dicembre a Prato avevano aderito 88 imprese: altre 8 tra Firenze, Pistoia e Empoli. Centosettantaquattro erano le aziende che avevano firmato la pre-adesione. A marzo sono salite a 117 su 165 pre adesioni, altre 12 si aggiungno nel resto dell´area metropolitana.  
   
 

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