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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Aprile 2015
 
   
  STRADE: L´80% DELLE MAESTRANZE NEI CANTIERI È SARDA. MANINCHEDDA, PER IL MATCHING FRA DOMANDA E OFFERTA STUDIAMO UNA PIATTAFORMA TELEMATICA

 
   
   Cagliari, 13 Aprile 2015 - L´80% delle maestranze impiegate nelle imprese appaltatrici è sarda, con punte del 91-92%. Il dato è emerso oggi durante il primo incontro ufficiale del Tavolo permanente per il monitoraggio delle relazioni istituzionali e sindacali sui grandi lavori in corso o in affidamento; istituito lo scorso 23 marzo, ha l´obiettivo di monitorare l´andamento dei cantieri delle grandi opere Anas in Sardegna, far dialogare imprese e sindacati per favorire l´incontro fra domanda e offerta di lavoro e provare così a incidere sull´occupazione degli edili in Sardegna. Si tratta di lavori che riguardano le principali strade dell’isola, dalla 131 alla Sassari-olbia, fino alla 125 e alla 195, per un importo complessivo di oltre un miliardo di euro per una durata dei lavori di circa tre anni. Al tavolo erano presenti l´assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, il capo compartimento Anas in Sardegna Valerio Mele, il capo di gabinetto dell´assessorato del Lavoro Luca Mereu, gli esponenti sindacali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e i rappresentanti di imprese edili di tutt´Italia che attualmente lavorano in Sardegna. I Numeri Dei Cantieri - Attualmente la Sassari-olbia garantisce lavoro a 376 persone, anche con contratti a tempo indeterminato come i 50 assunti dall´impresa Aleandri che lavora sul Lotto 1 e muove contratti per 32 miliardi di euro, di cui quasi 29 con imprese e strutture sarde. Sul Lotto 0 lavorano invece circa 160 persone fra dipendenti diretti, fornitori e subappaltatori. I lotti 2, 3 e 4 sono in fase di avvio (il primo a partire dovrebbe essere il 3 fra qualche settimana), sugli altri la percentuale di manodopera sarda non scende mai sotto l´80%. Gli imprenditori hanno detto di aver trovato ottime professionalità in Sardegna (personale altamente specializzato, soprattutto, che dopo essere stato fuori è dovuto rientrare da disoccupato in Sardegna a causa della crisi), di avere eccellenti rapporti con gli amministratori locali e in generale col territorio e di aver superato con reclutamenti locali la carenza di alcune figure professionali come carpentieri e operatori di mezzi meccanici. "La percentuale di manodopera sarda è alta, e questo è un dato emerso oggi per la prima volta - dice l´assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda -. Non sono cifre che riguardano manovali, certo comprendono anche persone poco qualificate, ma coinvolgono soprattutto carpentieri e operai specializzati. Il reclutamento però non è regolato in alcun modo, non avviene attraverso i Centri servizi per il lavoro o il Sil, ma col passaparola o negli ambienti in cui il cantiere viene aperto. Questo significa - spiega l´assessore - che il reclutamento intercetta con difficoltà le crisi della grande industria, cioè non si attinge da chi è in mobilità o disoccupato, ma si va avanti con il metodo consueto del presentarsi in cantiere a offrire la propria professionalità. È un elemento che ci deve far riflettere: dobbiamo far conoscere alle imprese alcune possibilità che hanno di impiegare alcune persone molto qualificate espulse dal sistema produttivo". Matching Fra Domanda E Offerta - È dunque importante favorire l´incontro fra offerta di lavoro e domanda da parte di chi è rimasto disoccupato in Sardegna, come hanno sollecitato anche i sindacati, nella assoluta trasparenza delle procedure di aggiudicazione e nel massimo rispetto della sicurezza. In tal senso l´obiettivo è di avviare una sorta di "cruscotto telematico" del matching, con una piattaforma che tenga on line tutti i dati utili a far incrociare richiesta e offerta di lavoro. "L´assessorato del Lavoro ha comunicato che sta studiando un "Progetto edilizia" per favorire proprio il matching attraverso un servizio on line - conferma l´assessore Maninchedda -. Tuttavia molte di queste imprese sono presenti in Sardegna da tanto tempo e di fatto hanno una struttura a fisarmonica, cioè quando non hanno lavoro hanno 20-30 dipendenti, ma quando ne hanno possono arrivare a 180 e oltre. Questo significa che su ogni appalto c´è una base fissa di lavoratori che proviene dal nocciolo duro dell´azienda, che continua a pagare anche nei momenti in cui non ha appalti particolarmente significativi. È un mondo tutto da indagare - conclude l´esponente della Giunta Pigliaru - che per la prima volta si è incontrato e ha parlato con trasparenza". Il tavolo sarà riconvocato su richiesta delle parti.  
   
 

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