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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Aprile 2015 |
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REGIONE VENETO, ASSESSORE BILANCIO: “SOLDI PER LE PARITARIE GIÀ IMPEGNATI MA ROMA NON CI PERMETTE DI PAGARE SE NON CON IL CONTAGOCCE”
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Venezia, 21 aprile 2015 - “Le somme destinate alle scuole paritarie per l’infanzia sono già state impegnate, ma la Regione non può liquidare se non in maniera parziale i contributi assegnati. Il ritardo dipende esclusivamente da precise disposizione emanate dal governo”. Immediata risposta e spiegazione dell’assessore regionale al bilancio del Veneto alle perplessità emerse nel dibattito al convegno regionale della Fism tenutosi a Vicenza. “Non è un gioco allo scaricabarile – ha spiegato - ci sono precise disposizioni di legge. Dapprima il governo Monti nel 2012 ha posto come obbligo alla Regione il pagamento prioritario dei cosiddetti debiti commerciali: questa disposizione ha diminuito di molto le possibilità di liquidazione da parte della Regione delle altre voci, tra cui i contributi riconosciuti alle scuole paritarie. Dopo Monti, è stata la volta del governo Renzi che ha imposto alle Regioni la precedenza delle liquidazioni a favore dei Comuni: anche in questo caso i contributi, compresi quelli per le scuole paritarie, sono scivolati in fondo alla classifica. Non dimentichiamo che il tetto del Patto di stabilità pone severi limiti nelle capacità di spesa, limiti che il Parlamento ha abbassato in Veneto da 328 euro pro-capite nel 2013 a 312 euro pro-capite nel 2014, con il risultato assurdo, più volte denunciato, di una Regione che in cassa ha più di un miliardo e 300 milioni di euro che non può assolutamente toccare, nonostante regolari graduatorie approvate con l’individuazione dei soggetti destinatari dei contributi”. “Il caso dei fondi per le scuole paritarie – ha concluso l’assessore - è uno dei risultati delle politiche dell’esecutivo nazionale che per far quadrare i conti da mandare in Europa costringe gli enti locali, le Regioni e tutto il sistema del decentramento, a centellinare le risorse e le disponibilità. Insomma, ci si fa belli con i soldi altrui e poco importa a Roma che quei soldi vengono sottratti o ritardati, come nel caso dei contributi Fism, nel pagamento di servizi reali. Capisco benissimo la rabbia e l’esasperazione di chi attende i fondi, ma se si vuole protestare, l’indirizzo è Presidenza Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi, piazza Colonna 370, 00187 Roma”. |
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