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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Aprile 2015
 
   
  LEGALITÀ - PIEVE DI CENTO (BOLOGNA), EDIFICIO CONFISCATO ALLA CRIMINALITÀ SI TRASFORMA IN STRUTTURA DI ACCOGLIENZA PER MADRI CON FIGLI IN DIFFICOLTÀ E NUOVO PRESIDIO DELLA POLIZIA MUNICIPALE. OGGI L´INAUGURAZIONE COL PRESIDENTE DELLA REGIONE, STEFANO BONACCINI

 
   
  Bologna, 21 aprile 2015  – Si chiama “Il Ponte”, si trova in via Cento n. 39 a Pieve di Cento (Bologna), e da oggi si è trasformato da bene confiscato alla criminalità in bene comune, struttura di accoglienza per la prima emergenza abitativa e sede della polizia municipale. La nuova struttura è stata inaugurata questa mattina in un’affollata cerimonia, presenti tra gli altri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, il prefetto di Bologna Ennio Maria Sodano e il sindaco di Pieve, Sergio Maccagnani. Un’inaugurazione che è stata definita non punto di arrivo ma inizio di un percorso che vuole avviare a Pieve di Cento un forum di osservazione permanente della legalità che coinvolga cittadini, amministrazione, forze dell’ordine, associazioni, per contribuire a produrre quella cultura necessaria per contrastare efficacemente eventuali infiltrazioni malavitose. “Quello di oggi è un esempio chiaro della nostra determinazione nella lotta contro la criminalità organizzata – ha dichiarato il presidente Bonaccini –. Non ci si limita alla confisca dei beni, ma si favorisce il loro riutilizzo a favore di tutta la comunità, come nel caso di questa struttura, che, anche grazie a uno specifico finanziamento regionale, avrà una ricaduta positiva sul territorio, ospitando la sede della polizia municipale e una comunità di accoglienza per la prima emergenza abitativa”. Il progetto di recupero Lo stabile è una ex locanda conferita al Comune dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata (Anbcs), ora trasformata in bene comune grazie all’Unione Reno Galliera con il supporto della Regione Emilia-romagna. La consegna avvenne nel 2013, in seguito a una condanna per usura. Si trattava di una ex locanda-residence di circa 370 mq, situata a Pieve di Cento a poche centinaia di metri dal centro storico. Ora, grazie a un Accordo di programma sottoscritto tra Regione e Comune, la parte abitativa de “Il Ponte” verrà gestita dall’Unione Reno Galliera in accordo con la Caritas: parte del bene sarà dedicato all’accoglienza temporanea di nuclei familiari con minori ed in emergenza abitativa, difficoltà e disagio socio-economico, grazie alla realizzazione di 8 miniappartamenti (6 monolocali e due bilocali). Il piano terra dello stabile è invece attrezzato per accogliere il presidio di Polizia municipale dei Comuni di Pieve di Cento e Castello d’Argile. Dalla consegna dell’edificio da parte dell’Agenzia per i beni confiscati a oggi sono trascorsi solo 18 mesi. Il costo totale del progetto è stato di 67.000 euro, il contributo regionale ammonta a 46.900 euro. Beni confiscati in Emilia-romagna Con la Legge regionale n. 3 del 2011, la Regione Emilia-romagna ha avviato un percorso di cooperazione istituzionale con altri enti in materia di contrasto e prevenzione del fenomenodel crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità. Con la sottoscrizione di protocolli di intesa o accordi di programma la Regione ha sostenuto, non solo con il contributo finanziario, ma anche con competenze tecniche e di progettazione, gli Enti Locali anche nel recupero e riutilizzo di beni confiscati o in via di assegnazione. Sul totale di 78 accordi siglati con pubbliche amministrazioni dal 2011 al 2014, 10 accordi di programma sono stati dedicati al recupero di 9 beni confiscati con i Comuni di Ravenna, Ferrara, Forlì, Pianoro (Bo), Gaggio Montano (Bo), Cervia (Ra), Salsomaggiore Terme (Pr), Berceto (Pr), Pieve di Cento (Bo). Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alle criminalità organizzata, rielaborati dall’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso con il supporto dell’Università di Bologna, al 14 marzo 2014 risultano 40 i beni immobili confiscatidefinitivamente in Emilia-romagna dei quali 28 ancora in gestione all’Anbsc e 12 destinati a uso sociale e consegnati al patrimonio indisponibile degli enti territoriali o dello Stato.  
   
 

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