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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Aprile 2015
 
   
  AGENDA EUROPEA SULLA SICUREZZA: DOMANDE E RISPOSTE

 
   
  Strasburgo, 29 aprile 2015 - Perché una nuova agenda sulla sicurezza? L´agenda europea sulla sicurezza presentata oggi realizza un impegno assunto negli orientamenti politici del Presidente della Commissione europea Jean-claude Juncker e sostituisce la precedente strategia adottata nel 2010 (la strategia di sicurezza interna 2010-2014: cfr. Ip/10/1535). Con questa agenda la Commissione europea definisce la strategia dell´Unione per affrontare le minacce alla sicurezza interna nel periodo 2015-2020. L´ue e i suoi Stati membri devono far fronte a notevoli problemi in materia di sicurezza. Il terrorismo, la criminalità organizzata e la criminalità informatica costituiscono minacce sempre più gravi per le società in tutta Europa, la cui natura e la cui ampiezza sono cambiate. L´europa sconta le conseguenze dell´instabilità politica del suo immediato vicinato, che mettono in pericolo i suoi interessi in materia di sicurezza. I cittadini europei che si sono uniti ai gruppi terroristici in occasione delle crisi e dei conflitti in Siria, Iraq e Libia possono costituire gravi minacce al loro ritorno in patria. I recenti attacchi terroristici in Europa testimoniano il crescente pericolo dell´estremismo violento e l´influenza esercitata dai conflitti globali sulla radicalizzazione dei cittadini europei. L´ambiente online è diventato un bersaglio privilegiato per i criminali e i terroristi. Di fronte alla radicalizzazione e al reclutamento di persone nelle organizzazioni terroristiche, alla propaganda dell´odio e agli attacchi contro le istituzioni e i valori europei è indispensabile reagire in modo coordinato. Qual è il valore aggiunto dell´azione dell´Ue nel settore della sicurezza interna? La responsabilità della sicurezza interna spetta in primo luogo agli Stati membri. Tuttavia, le minacce che incombono sui cittadini europei hanno un carattere sempre più diversificato e transfrontaliero: pur restando i principali responsabili della sicurezza, gli Stati membri non possono più farcela da soli. Le attività criminali e terroristiche non si fermano alle frontiere dell´Ue né nelle regioni vicine. La sicurezza interna dell´Unione e la sicurezza mondiale sono interdipendenti. La sicurezza dell´Unione dipende in gran parte dalla cooperazione con i partner internazionali e i paesi vicini. La lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo è una responsabilità comune a tutta l´Europa. L´agenda europea sulla sicurezza dev´essere un programma condiviso tra gli Stati membri e le istituzioni dell´Ue e deve servire da base per la cooperazione e l´azione comune dell´Unione. L´agenda europea sulla sicurezza aiuterà i servizi di polizia e le altre autorità di contrasto dei vari Stati membri a condividere dati in modo più efficace e a cooperare meglio contro la criminalità transfrontaliera. Gli Stati membri possono contare sul sostegno delle agenzie dell´Ue. In particolare, l´agenda si prefigge di utilizzare il valore aggiunto dell´azione dell´Ue nei modi descritti qui di seguito. 1) Facilitare lo scambio d´informazioni tra le autorità di contrasto e le agenzie dell´Ue Esempio 1: Il sistema d´informazione Schengen (Sis) è utilizzato dalle autorità di contrasto per consultare segnalazioni relative a persone e oggetti scomparsi o ricercati. La Commissione si adopererà per introdurre nuove categorie di segnalazioni e promuoverà l´uso del Sis insieme a quello della banca dati di Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti (Sltd). Esempio 2: Il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari (Ecris)favorisce già lo scambio d´informazioni cruciali in questo settore. Attualmente è utilizzato da 26 Stati membri in misura crescente: i messaggi sono ormai più di 100 000 al mese. Il sistema, però, non riguarda i cittadini di paesi terzi; la Commissione intende quindi ampliare Ecris affinché possa raccogliere e trasmettere dati sui cittadini di paesi terzi condannati nell´Ue. B) Aumentare la cooperazione operativa di polizia Esempio 1: Le squadre investigative comuni (Sic) riuniscono funzionari di polizia di vari Stati membri per un periodo prestabilito, affinché collaborino su determinati casi transfrontalieri. La Commissione europea promuoverà un ricorso più sistematico alle Sic da parte degli Stati membri e farà in modo che i paesi terzi partecipino alle Sic in casi che presentano una dimensione internazionale. Esempio 2: Le agenzie dell´Ue, specialmente Europol ed Eurojust, svolgono un ruolo cruciale nel facilitare la cooperazione e le indagini transfrontaliere. Grazie all´operazione Archimede, coordinata da Europol nel settembre 2014 per indagare su una serie di reati gravi perpetrati in 34 Stati membri e paesi terzi, sono stati eseguiti più di 1 000 arresti in tutta Europa. La Commissione europea coordinerà meglio le attività delle agenzie dell´Ue per fare in modo che utilizzino al meglio il loro potenziale di sostegno agli Stati membri. C) Promuovere la formazione e il cofinanziamento per la sicurezza a livello dell´Ue Esempio 1: Il Fondo Sicurezza interna (Isf), recentemente istituito per il periodo 2014-2020, dispone di un bilancio complessivo di circa 3,8 miliardi di Eur. La Commissione intende adeguare l´uso dell´Isf alle priorità previste dall´agenda, con particolare attenzione all´intensificazione dello scambio d´informazioni, all´aggiornamento delle sezioni nazionali del sistema d´informazione Schengen e al rafforzamento della cooperazione transfrontaliera. Esempio 2: La Commissione potenzierà la capacità dell´Accademia europea di polizia Cepol di preparare gli ufficiali di polizia a cooperare efficacemente. Le accademie nazionali di polizia potranno anch´esse ricorrere a finanziamenti dell´Ue per fare della cooperazione transfrontaliera una parte integrante del lavoro delle forze di polizia nazionali. Quali sono le priorità dell´agenda per i prossimi 5 anni? L´agenda sulla sicurezza individua tre priorità per l´azione dell´Ue, concentrandosi su settori in cui l´intervento europeo può produrre cambiamenti reali. Il terrorismo e la radicalizzazione costituiscono gravi minacce alla sicurezza interna dell´Ue. Gli attentati terroristici recentemente perpetrati sul suo territorio hanno messo in evidenza la necessità di una risposta decisa e comune da parte dell´Unione, in particolare per quanto riguarda il fenomeno dei combattenti stranieri di ritorno nei paesi di origine. Il problema non è nuovo, ma la sua ampiezza e il flusso di combattenti che partecipano ai conflitti in corso in Siria, Iraq e Libia per tornare poi in Europa, e l´interconnessione di questi conflitti, sono senza precedenti. La criminalità organizzata ha un enorme costo umano, sociale ed economico: basti pensare al traffico di migranti, alla tratta di esseri umani, al traffico di armi da fuoco, di droga e di sigarette, ai reati ambientali, finanziari ed economici. I gruppi criminali hanno sempre cercato di approfittare delle lacune nelle attività di contrasto e nell´azione a livello transfrontaliero: ecco perché l´intervento dell´Ue può essere prezioso. Le reti della criminalità organizzata, inoltre, alimentano e finanziano le attività terroristiche, il che sottolinea ulteriormente l´urgenza del problema. La criminalità informatica offre un enorme guadagno potenziale ai criminali, via via che le nostre attività, compresi gli scambi e le operazioni bancarie, si svolgono sempre più online. Data la quantità crescente di informazioni personali memorizzate in forma digitale, la criminalità informatica minaccia la sicurezza delle persone e la loro privacy. I criminali usano in modo illecito le nuove tecnologie, come Internet, per effettuare scambi illegali online di droghe e armi o altre operazioni criminali. La lotta contro la criminalità online riguarda anche reati come lo sfruttamento sessuale dei minori. Migliorare l´azione di contrasto e l´azione penale contro la criminalità informatica è una delle priorità dell´agenda europea sulla sicurezza. Per affrontare questi problemi, l´agenda intende rafforzare e rendere più efficace lo scambio d´informazioni e la cooperazione operativa tra gli Stati membri, le agenzie dell´Ue e il settore della tecnologia dell´informazione. Quali azioni concrete sono previste per far fronte alle minacce alla sicurezza nell´Ue? L´agenda europea sulla sicurezza mira a potenziare gli strumenti forniti dall´Ue alle autorità di contrasto degli Stati membri per combattere il terrorismo e la criminalità transfrontaliera. Definisce inoltre alcune azioni mirate da intraprendere a livello dell´Ue. In primo luogo, l´agenda si prefigge di facilitare maggiormente lo scambio d´informazioni e di accrescere la cooperazione operativa tra le autorità di polizia e giudiziarie degli Stati membri, nonché con le agenzie dell´Ue. Esistono già sistemi di scambio d´informazioni, ma non sono pienamente sfruttati. Per quanto riguarda la cooperazione operativa, il quadro può essere ulteriormente sviluppato. In secondo luogo, ai fini della lotta contro il terrorismo, l´agenda propone di rafforzare il ruolo di Europol istituendo un centro europeo antiterrorismo per uno scambio d´informazioni sicuro tra le autorità di contrasto nazionali, basandosi sull´esperienza positiva del Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (Ec3). Sarà inoltre potenziata la lotta contro il finanziamento del terrorismo. Per impedire la radicalizzazione online, la Commissione istituirà un forum dell´Ue con le società It, per elaborare strumenti contro la propaganda terroristica. Per combattere la criminalità organizzata, l´agenda intende predisporre misure efficaci per "seguire il denaro", rafforzando le competenze delle unità di informazione finanziaria affinché possano rintracciare meglio le operazioni finanziarie delle reti criminali, e prevede di aumentare la capacità delle autorità nazionali competenti di congelare e confiscare i beni illeciti. Si procederà inoltre a rivedere il quadro giuridico sulle armi da fuoco, per ridurre l´accesso di criminali e terroristi alle armi. Le indagini sulla criminalità informatica presentano molte difficoltà. L´agenda propone di potenziare la capacità delle autorità di contrasto, in particolare tramite il centro europeo per la lotta alla criminalità informatica di Europol, e di eliminare gli ostacoli alle indagini sulla criminalità informatica, soprattutto per quanto riguarda l´accesso alle prove. Parallelamente, sarà data priorità all´attuazione della normativa vigente sugli attacchi ai sistemi d´informazione e sulla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori. Sono soltanto alcuni esempi tratti dall´ampio elenco di azioni mirate che la Commissione intraprenderà nei prossimi cinque anni, illustrate nell´agenda europea sulla sicurezza. Per far fronte a minacce emergenti, l´Ue potrebbe dover formulare risposte aggiuntive. Che cosa si prevede per quanto riguarda il codice di prenotazione e la protezione dei dati? Il codice di prenotazione dei passeggeri (Pnr) è un´importante iniziativa legislativa dell´Ue in discussione fin dal 2011. Dopo i recenti attentati terroristici a Parigi e Copenaghen, il Consiglio e il Parlamento europeo si sono impegnati ad accelerare i lavori per raggiungere un accordo entro la fine del 2015. La Commissione collaborerà con i colegislatori per elaborare rapidamente uno strumento giuridico efficace e pienamente conforme ai diritti fondamentali. La Commissione sta inoltre valutando la possibilità di adottare un approccio orizzontale per la cooperazione con i paesi terzi sull´uso dei dati del codice di prenotazione. Nel frattempo, attende il parere della Corte di giustizia sul progetto di revisione dell´accordo Pnr con il Canada e sulla sua conformità ai trattati. Di pari importanza è il lavoro dei colegislatori sulla proposta della Commissione relativa alla legislazione sulla protezione dei dati, che offrirebbe ai cittadini una protezione più efficace e agevolerebbe ulteriormente l´azione delle autorità di contrasto. Le minacce odierne alla sicurezza sono diverse da quelle individuate nel 2010? Le tre priorità stabilite dall´agenda non riguardano fenomeni nuovi: costituivano obiettivi strategici già nella strategia di sicurezza interna del 2010-2014. Le minacce, tuttavia, sono diventate più gravi e più complesse, e la strategia europea deve svilupparsi di conseguenza. A tale riguardo l´agenda si basa sulle azioni svolte negli ultimi anni, garantendo così la coerenza e la continuità dell´intervento. I diritti fondamentali devono essere sacrificati in nome della sicurezza? Nel combattere il terrorismo e le altre minacce alla sicurezza, l´Unione deve basarsi sui valori democratici comuni alle nostre società aperte. La sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali non sono finalità in conflitto tra loro, ma obiettivi strategici coerenti e complementari. La Commissione provvederà a valutare con rigore gli strumenti legislativi e politici per verificare che garantiscano davvero la sicurezza rispettando pienamente i diritti fondamentali e che le eventuali incidenze sulla libera circolazione e sulla tutela dei dati personali siano pienamente conformi al principio di proporzionalità. L´approccio dell´Ue in materia di sicurezza rispetterà e promuoverà i diritti fondamentali, quali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea. Tutti gli strumenti devono seguire i principi di necessità, proporzionalità e legalità, con salvaguardie appropriate che garantiscano l´assunzione di responsabilità e il ricorso giurisdizionale. Che cosa fa l´Ue per combattere il terrorismo? L´ue aiuta gli Stati membri a prevenire e combattere il terrorismo tramite diversi strumenti. Fornisce innanzitutto un quadro giuridico per contribuire a coordinare le attività transfrontaliere delle autorità di contrasto. Tra gli strumenti principali figurano il mandato d´arresto europeo, il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari e i meccanismi di assistenza giudiziaria con i paesi terzi. In secondo luogo, l´Ue sostiene gli sforzi profusi dagli Stati membri per lottare contro la radicalizzazione a livello locale tramite la rete di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione (Ran), che permette a esperti e operatori di comunicarsi le migliori prassi. In terzo luogo, l´Ue contribuisce a prevenire il finanziamento del terrorismo grazie alla legislazione contro il riciclaggio di denaro, alla rete di unità di informazione finanziaria dell´Unione europea e al programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi Ue-usa. Ulteriori informazioni sulle misure specifiche di lotta contro il terrorismo figurano in Memo/15/3140. Che cosa fa l´Ue per combattere la tratta di esseri umani e il traffico di migranti? Il traffico di migranti e la tratta di esseri umani sono gravi reati transfrontalieri che figurano ai primi posti nel programma strategico dell´Ue. Dal 2011 l´Ue dispone di una direttiva sulla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime. L´attuale quadro politico e legislativo ha contribuito a intensificare e migliorare la cooperazione tra le diverse agenzie dell´Ue e a vari livelli di governo. Inoltre, il potenziamento della lotta contro il traffico di migranti (su cui si veda anche Memo/15/3261) costituirà un aspetto importante della futura agenda europea sulla migrazione. Che cosa si prevede per quanto riguarda la dimensione esterna della sicurezza? Poiché molte delle minacce alla sicurezza hanno origine al di fuori dell´Ue, la collaborazione con i paesi terzi è un elemento essenziale dell´agenda europea sulla sicurezza. L´ue ha avviato un´iniziativa antiterrorismo con i paesi dei Balcani occidentali per migliorare la cooperazione regionale e lo scambio d´informazioni sulla lotta contro il terrorismo e il jihadismo nei paesi del vicinato europeo. In seguito al Consiglio "Affari esteri" del 9 febbraio 2015 l´Ue ha inoltre avviato un nuovo programma per contrastare la radicalizzazione e i terroristi combattenti stranieri. Oggi l´Ue mette a disposizione 10 milioni di Eur per lottare contro la radicalizzazione nel Sahel-maghreb e arginare il flusso di combattenti stranieri provenienti dall´Africa settentrionale, dal Medio Oriente e dai Balcani occidentali (cfr. Ip/15/4865). Gli aspetti esterni della sicurezza saranno sviluppati più ampiamente nel quadro del riesame strategico avviato dall´alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza/ vicepresidente della Commissione, nonché nel corso dell´attuale revisione della politica europea di vicinato. Il coordinamento dell´Ue nel settore della sicurezza ha prodotto risultati tangibili? Quali sono gli esempi concreti? Poiché i criminali attraversano le frontiere, abbiamo maggiori possibilità di catturarli collaborando. Il mandato d´arresto europeo è uno strumento importante per catturare i criminali e rendere più efficaci i nostri sistemi di giustizia penale, permettendo un rimpatrio rapido di molti indagati che altrimenti potrebbero sfuggire alla giustizia. È grazie a questo strumento, per esempio, che uno degli autori degli attentati di Londra del 2005 ha potuto essere estradato dall´Italia al Regno Unito nel giro di poche settimane. Grazie allo stesso meccanismo, nel 2014 le autorità belghe hanno potuto catturare il principale sospetto per l´attacco al museo ebraico di Bruxelles, che era fuggito in Francia. Il terrorismo in Europa è alimentato dalle ideologie estremiste. Mettendo insieme le nostre conoscenze ed esperienze aumentiamo la nostra capacità di lottare contro la radicalizzazione. Il 30 gennaio 2014 la rete di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione ha ospitato all´Aia la Conferenza delle città sui combattenti stranieri in Siria: 120 operatori locali di 23 città interessate dal fenomeno in diversi Stati membri, 50 rappresentanti delle autorità nazionali della maggior parte degli Stati membri dell´Ue ed esperti della rete si sono riuniti per discutere il problema e scambiarsi conoscenze e buone prassi. Anche le reti della criminalità organizzata operano attraverso le frontiere e solo collaborando possiamo fermarle ovunque si trovino. Nel marzo 2015, 77 persone indagate per traffico di migranti su larga scala dal Kosovo[1]all´ue sono state arrestate in Austria, nella Repubblica ceca, in Francia, in Germania, in Ungheria, in Slovacchia e in Kosovo con il contributo di Europol, Eurojust e quasi 400 funzionari di autorità di contrasto, che hanno permesso di smantellare la rete criminale. Le prossime tappe L´agenda europea sulla sicurezza dev´essere un programma condiviso: se si vogliono ottenere risultati nella lotta contro il terrorismo e la criminalità transfrontaliera, occorre che tutti gli interessati – le istituzioni dell´Ue, gli Stati membri, le agenzie dell´Ue e gli attori competenti della società civile – collaborino di più e meglio. La Commissione invita pertanto il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare questa agenda in qualità di nuova strategia di sicurezza interna, in vista del prossimo Consiglio europeo del giugno 2015, e a impegnarsi attivamente per attuarla in stretta cooperazione con tutti i soggetti interessati. La Commissione invita inoltre le istituzioni dell´Ue e gli Stati membri ad assumere questa agenda come base per la cooperazione e l´azione congiunta dell´Unione nei prossimi cinque anni, al fine di creare un autentico spazio di sicurezza interna dell´Ue.  
   
 

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