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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Aprile 2007
 
   
  PRESENTATO L’ATLANTE DELLE SORGENTI DEL VENETO. ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE: STUDIO NECESSARIO PER PROGETTARE LA GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA

 
   
  L’assessore regionale all’Ambiente e il Direttore Generale dell’Arpav hanno presentato il 198 aprile , a Palazzo Balbi, l’Atlante delle Sorgenti del Veneto. La pubblicazione, che fornisce un censimento omogeneo a livello regionale delle sorgenti montane, è stato realizzato dalla Regione nell’ambito delle attività previste dal Docup, il Documento Unico di Programmazione per gli interventi strutturali 2002-2006, co-finanziato con fondi europei Fesr e in particolare del Progetto Sampas (Sistema per la Protezione delle Acque Sotterranee) con l’obiettivo di accrescere la conoscenza nel campo delle acque sotterranee, a supporto di un corretto utilizzo ed un’adeguata protezione della risorsa idrica. Si tratta di un censimento informatizzato, per la cui realizzazione sono state opportunamente affiancate moderne tecniche di sistemi informativi territoriali ed esperienze professionali di tecnici con profonda conoscenza del territorio. Nel Veneto le opere acquedottistiche che attingono dalle acque sotterranee superano per numero e portata quelle che prelevano acqua superficiale: le sorgenti e i pozzi rappresentano circa il 98% del totale delle prese e circa il 90% del totale in volume (3. 500 l/s la portata di concessione per le acque superficiali e 30. 000 l/s la portata di concessione per le acque sotterranee). In particolare le sorgenti sfruttate a scopo idropotabile nel Veneto sono oltre 1. 000, prevalentemente ubicate nell’area montana e pedemontana (soprattutto nelle province di Belluno e Vicenza). “Si tratta – sottolinea l’Assessore regionale – di uno studio che ci consentirà di realizzare una progettualità più razionale e corretta per la gestione della risorsa acqua. E’ un problema al quale la Regione ha riservato da sempre molta attenzione e al quale ha dedicato la redazione del Piano di Tutela delle Acque. E’ indubbio – ha sottolineato - che vi siano molte problematiche, non ultima quella legata all’obsoleta rete di acquedotti e di irrigazione, aspetto questo che come Regione abbiamo affrontato sia intervenendo nel settore agricolo per la realizzazione di un sistema di irrigazione più funzionale ed efficiente, sia con la Società regionale “Veneto Acque” per la ristrutturazione della rete acquedottistica”: Riferendosi poi all’allarme siccità, l’Assessore ha voluto precisare che attualmente non siamo in una situazione particolarmente difficile, visto che le precipitazione di quest’inverno sono state nella media degli ultimi 30/40 anni. “Assistiamo invece – ha sottolineato - ad uno spostamento delle stagioni, con una stagione estiva in largo anticipo e un conseguente anticipo del ciclo delle colture e quindi con un utilizzo anticipato della risorsa idrica per uso agricolo, che usufruisce di circa il 60-70% dell’acqua dei fiumi, il che determina incerti periodi momenti di sofferenza. Il problema semmai è rappresentato dalla gestione delle acque, visto che i bacini idrici sono regolati da Terna, società quotata in Borsa che produce energia, quindi più attenta alle necessità energetiche che a quelle del territorio, mentre per quanto riguarda i grandi fiumi, il Po scorre in Veneto solo nel suo tratto terminale, e l’Adige nasce in Trentino. Per ovviare a questa situazione – ha ribadito – la Regione ha avviato una progettazione che prevede la realizzazione, lungo l’asta dei fiumi Adige e Piave, di un sistema di bacini attraverso il recupero delle ex cave dismesse, creando complessivamente, per ogni fiume, una riserva di 50/60 milioni di metri cubi d’acqua, che ci garantirà in caso di situazioni di siccità. Per quanto riguarda il Po vi è l’ipotesi, che al momento necessita di alcune verifiche tecniche, di realizzare un unico bacino di 50 milioni di metri cubi lungo il fiume Mincio, in territorio veronese, che darebbe risposte ai problemi di carenza d’acqua sia del Po, sia del lago di Garda. La realizzazione di questi progetti ci consentirà di essere autonomi e indipendenti e soprattutto ci consentirà di dare risposte decisive al problema acqua”. L’assessore regionale ha poi evidenziato un altro problema, che è quello della pulizia dei fiumi e dei bacini. “Siamo in presenza di una normativa burocratica lunga e lenta, che rende difficile ogni intervento in tal senso, con il risultato di rendere minore la portata dei fiumi e la capacità dei bacini, senza contare che dalla vendita del materiale recuperato, costituito da sabbia e ghiaia, si potrebbero ottenere risorse da utilizzare proprio nel recupero e nel ripristino ambientale”. .  
   
 

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