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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Settembre 2007
 
   
  SCIENZIATI RICREANO ESPERIENZA EXTRACORPOREA

 
   
  Bruxelles, 6 settembre 2007 - Un´équipe di scienziati è riuscita in Svezia a far vivere a 12 volontari esperienze extracorporee. Coloro che sono andati vicino alla morte hanno talvolta parlato in seguito di un´esperienza fuori dal corpo, durante la quale si sono visti dall´alto o da qualche altro punto della stanza. Un gruppo di studiosi del Karolinska Institute (Svezia) ha messo a punto una tecnica per ricreare questa sensazione in individui completamente sani e coscienti. «L´idea dello studio mi è venuta in mente molti anni fa», ha dichiarato il responsabile del progetto Henrik Ehrsson, che lavora anche come scienziato ricercatore presso lo University College di Londra. «Mi sono chiesto cosa sarebbe successo spostando gli occhi di una persona in un altro punto della stanza. Si è scoperto che la prospettiva visiva è fondamentale nel determinare il modo in cui la persona percepisce se stessa». Il metodo, descritto nella rivista «Science», consiste nel collocare due videocamere una accanto all´altra, come gli occhi di un robot, dietro a un volontario. L´immagine ripresa dalle videocamere viene proiettata all´interno di un paio di occhialini simili a quelli usati per le immersioni indossati dal volontario, che pertanto vede il proprio corpo da dietro. Il semplice fatto di vedere il proprio corpo come lo vedesse qualcun altro non costituisce di per sé un´esperienza extracorporea, per la quale è anche necessario che la persona «percepisca» il proprio «sé» al di fuori del corpo fisico. Il dottor Ehrsson e i suoi colleghi sono riusciti a riprodurre proprio questa sensazione. Un membro del gruppo si è posto dietro il volontario e lo ha toccato in modo da non farsi riprendere dalle videocamere, per cui il volontario, pur potendo provare la sensazione, non ha potuto vedere che il suo corpo veniva toccato. «Il cervello risponde alla mano che tocca il corpo immaginario, al che il volontario prova la forte sensazione di essere vari metri al di fuori del corpo reale», ha affermato il dottor Ehrsson. «Il proprio sé si è quindi spostato di due metri nello spazio ed è uscito dal corpo reale, che si percepisce invece come un guscio vuoto o una bambola». Per verificare ulteriormente il metodo, il dottor Ehrsson ha colpito il corpo «immaginario» dei 12 volontari con un martello e ha misurato il grado di sudorazione cutanea in risposta alla provocazione, scoprendo che i volontari hanno manifestato la stessa risposta fisiologica allo stress che avrebbero avuto se ad essere minacciato fosse stato il loro corpo reale. Il dottor Ehrsson sostiene che questa nuova conoscenza consentirà agli scienziati di indagare per la prima volta sulla percezione di «sé». «In futuro potrebbe essere possibile non soltanto controllare una persona in un ambiente virtuale, ma diventare la persona virtuale, ossia il proprio sé potrà trasferirsi in persone virtuali», ha affermato il dottor Ehrsson. .  
   
 

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