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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Settembre 2007
 
   
  SCIENZIATI SVELANO I SEGRETI DEI BATTERI LONGEVI

 
   
  Bruxelles, 4 settembre 2007 - Un´équipe internazionale di ricercatori ha estratto il Dna da batteri viventi che hanno oltre mezzo milione di anni di età. Gli scienziati ritengono che il loro lavoro abbia implicazioni per la comprensione di come le cellule invecchino e di come potremmo cercare la vita su Marte. Il lavoro, finanziato in parte da una borsa di studio comunitaria «Marie Curie», è stato pubblicato nella rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas)». Per molto tempo si è ipotizzato che le cellule che sono sopravvissute per lunghi periodi di tempo nel ghiaccio o all´interno di sedimenti hanno potuto farlo interrompendo tutta l´attività metabolica e divenendo dormienti. Questo stato di completa inattività interrompe tuttavia anche i meccanismi di riparazione del Dna; con il passare del tempo il Dna delle cellule dormienti si degrada a causa di reazioni chimiche. Alla fine, si accumulano danni tali per cui la cellula non è in grado di riprodursi. In quest´ultimo studio, il professor Eske Willerslev dell´Università di Copenaghen e i suoi colleghi hanno esaminato campioni di batteri che erano rimasti racchiusi all´interno del permagelo canadese e siberiano per millenni. «Il nostro progetto intende esaminare il modo in cui i batteri possono vivere dopo essere rimasti congelati per milioni di anni», ha spiegato il professor Willerslev. «Altri ricercatori hanno tentato di scoprire la vita del passato e il successivo sviluppo evolutivo, incentrandosi su cellule che si trovano in uno stato di letargia simile alla morte. Noi, d´altro canto, abbiamo elaborato un metodo che consente di estrarre e di isolare tracce di Dna da cellule ancora attive». I ricercatori sono stati in grado di estrarre con successo il Dna da campioni di 400 000-600 000 anni di età, dai quali è risultato che stava avendo luogo la riparazione del Dna. Inoltre, sono stati in grado di scoprire prove di respirazione, a ulteriore conferma che i batteri, anche se molto vecchi, erano ancora metabolicamente attivi. Questa attività metabolica, che comprende meccanismi di riparazione del Dna, è ciò che ha mantenuto i batteri in vita per così lungo tempo. «Numerosi studi hanno ipotizzato che il letargo sia la strategia di sopravvivenza più efficace su lunghi periodi di tempo; dai dati di cui disponiamo emerge che è improbabile che i batteri dormienti, nonostante la loro resistenza a breve termine, siano le cellule più persistenti in periodi di tempo di migliaia di anni nelle condizioni di freddo e di disidratazione rappresentate dai nostri campioni», hanno concluso gli scienziati. «Invece, è più probabile che persistano i batteri con un meccanismo di riparazione del Dna attivo». I risultati hanno una serie di implicazioni interessanti. Ad esempio, il permagelo potrebbe contenere una miniera di batteri vecchi, ma ancora vitali, che si sono evoluti ed adattati ad ambienti antichi. Inoltre, la scoperta che alcuni vecchi batteri non sono dormienti, ma metabolicamente attivi, potrebbe influenzare il modo in cui cerchiamo la vita in ambienti simili su Marte o sulla luna di Giove «Europa». Http://www. Pnas. Org .  
   
 

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