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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Settembre 2007
 
   
  “LUIGI MAINOLFI” PELLE DELLA TERRA, PELLE DEL CORPO A CURA DI MARISA VESCOVO PARCO BIOENERGETICO E ANTICHE SCUDERIE DEL BORGO STORICO SEGHETTI PANICHI (CASTEL DI LAMA, ASCOLI PICENO) 23 SETTEMBRE – 4 NOVEMBRE 2007

 
   
  Castel di Lama, Ascoli Piceno, 5 settembre 2007 - dopo il successo della mostra “Natura: morte e resurrezione” 24 artisti internazionali verso una ecologia della mente” proposta nell’ultimo scorcio d’estate del 2006, l’arte contemporanea torna ad animare il Borgo Storico Seghetti Panichi. Un nuovo connubio tra natura, creazione ed artificio che vede come protagonista Luigi Mainolfi. Pelle della terra, pelle del corpo questo il titolo dell’evento che inaugurerà il prossimo 22 settembre. Curata da Marisa Vescovo la mostra è dedicata ad uno degli artisti italiani più significativi e rappresentativi degli ultimi anni e propone un percorso straordinario, creato all’interno del Parco Bioenergetico del Borgo Storico in cui sarà possibile ammirare una serie di meditazioni artistiche che trovano la loro collocazione ideale inserite nella natura. Un dialogo intenso tra ciò che ci circonda e l’opera dell’uomo. Il Parco Bioenergetico del Borgo Storico Seghetti Panichi, realizzato dal grande botanico e paesaggista tedesco Ludwig Winter tra il 1875 ed il 1890 è uno dei 64 Grandi Giardini Italiani. L’acqua, la luce e naturalmente le piante, creano un ambiente ricco di energia e fascino. Un parco in cui regna la biodiversita, un ambiente unico e straordinario in cui convivono piante tipiche dell’area mediterranea ed altre esotiche. Querce secolari convivono con i loti del laghetto; vicino a specie vegetali tipiche dell’area giapponese si possono ammirare diverse varietà di palmizi, vera e propria passione di Ludwig Winter. Particolarmente interessanti risultano i grandi gruppi di Chamaerops humilis e le Washingtonia filifera, mentre è assolutamente straordinaria la presenza di due rarissime Yubea spectabilis. In questo contesto, fatto di natura e biodiversità, si inseriscono come corpi sospesi tra strutture e forma in un dialogo incessante con il cosmo, le opere di Luigi Mainolfi. Un poetica quella dell’artista campano che rifugge il senso del movimento artistico, della corrente o dello stile operando un percorso trasversale attraverso più di trent’anni di Storia dell’Arte. Un linguaggio universale che dialoga con i massimi sistemi attraverso elementi minimi. La terra, il bronzo, il ferro, la stoffa si trasformano sotto le mani dello scultore fino ad assurgere ad una dimensione fortemente simbolica. Negli ultimi dieci anni la difesa della natura diventa un elemento portante della poetica dell’artista. Istanze leggere, sospese tra il fantastico e l’onirico, calate in una dimensione favolistica e mitica che mantengono inalterato un messaggio urgente e sentito. L’artista prova, sin dalla giovinezza, un amore forte per il disegno e le sculture stesse diventano spesso degli enormi disegni operati direttamente sul paesaggio. Negli ultimi anni recupera anche una dimensione prettamente grafica e pittorica. Una parte di questa produzione sarà visibile nelle Antiche Scuderie del Borgo. Oltre ad aver vinto il “Superior Prixe al 5th Henry Moore G. P. ” in Giappone nel 1987 Luigi Mainolfi sarà insignito il prossimo 29 luglio del Premio Michelangelo 2007. Un premio molto prestigioso, nato nel 1997 che in dieci anni è stato assegnato ad artisti e uomini di cultura di fama internazionale tra cui Giò Pomodoro, Pamiggiani, Nagasawa e Nagel. Le sue opere sono state esposte, negli anni, in spazi nazionali ed internazionali di grande rilievo, si ricordano lo Stedelik Musesum di Amsterdam il Museo di Sapporo in Giappone, il museo di Capo di Monte a Napoli, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il museo di Darmstadt, il museo di Taiwan, , alla Gam di Torino. Lo stesso ha anche partecipato a manifestazioni di livello internazionale quali la Xliv Biennale di Venezia (sala personale), la Biennale di Pechino, La Biennale di San Paolo, Documenta. “Luigi Mainolfi da 30 anni porta avanti un innovante discorso legato alle metamorfosi positive e negative della natura. Questo modo concettuale, etico e tecnico di concepire l’arte è completamente in sintonia con la filosofia dell’Associazione, che vuole precipuamente promuovere manifestazioni che si rivolgono ai problemi -oggi molto caldi- dello stato della natura, del paesaggio e della sua inderogabile protezione, sia sul versante sociale che della conoscenza anche artistica. ” Così interviene la curatrice Marisa Vescovo a proposito della mostra. L’associazione Culturale Seghetti Panichi, che ha attivamente promosso la mostra nasce infatti per rendere comprensibile a più livelli – storico, didattico e bioenergetico - il Parco Storico Seghetti Panichi. Un luogo non più da intendere come realtà locale, ma esteso ad una concezione di ‘ambiente globale’ dove si creano ‘esperienze culturali’ attraverso mostre ed eventi di Arte Contemporanea. Il tutto, per migliorare il benessere dell’essere umano e per rispetto e tutela di un Bene Storico di valore Nazionale che, traghettato nel contemporaneo, diventa aperto ed accessibile a fruitori colti e sensibili da tutto il mondo. .  
   
 

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