Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Settembre 2007
 
   
  COSÌ È CAMBIATO IL TRENTINO IN OTTANT’ANNI: COMUNI, POPOLAZIONE, FAMIGLIE ATTRAVERSO I CENSIMENTI

 
   
  Trento, 19 settembre 2007 -  Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta un interessante studio sulla struttura e la dinamica della popolazione residente in Trentino, condotto attraverso i dati censuari dal 1921 ai giorni nostri. Lo studio registra il cambiamento che si è verificato negli spostamenti della popolazione dalla montagna al fondovalle, la crescita del numero dei residenti e l’invecchiamento della popolazione, la struttura demografica, le famiglie. I 223 comuni della provincia di Trento si collocano geograficamente tra l’altitudine minima di Riva del Garda (73 m s. L. M. ) e Arco (91 m s. L. M. ) e quella di Canazei e Campitello di Fassa, che costituiscono i due comuni più a nord-est del Trentino e si situano ad un’altitudine superiore ai 1. 400 metri. La superficie territoriale dei comuni varia, invece, dal minimo di Fiera di Primiero, che misura appena 0,2 kmq, al massimo di Peio, che si espande addirittura su 160,5 kmq. La conformazione prevalentemente montuosa del Trentino ha costituito presupposto fondamentale per la tipologia d’insediamento della popolazione sul territorio; non ha, però, impedito che anche ad altitudini elevate (oltre i 750 metri) si sviluppassero comuni di dimensioni relativamente grandi (tra i 1. 000 ed i 5. 000 abitanti), chiaramente se rapportati alla realtà provinciale. Si tratta comunque, in vari casi, di comuni strutturati al loro interno in numerose località abitate, a volte disposti su una superficie piuttosto estesa. Nel corso del tempo si è assistito ad uno spostamento della popolazione residente dalle aree con altitudini più elevate a quelle situate nel fondovalle, fenomeno riconducibile in parte al parziale abbandono dell’agricoltura di montagna, in parte alla conversione dell’attività economica, che si è spostata dall’agricoltura all’industria ed al terziario, implicando una localizzazione più a “valle” di buona parte delle sedi lavorative. Dal 1931 ad oggi, quindi, la popolazione residente nella fascia d’altitudine fino a 250 metri è diventata sempre più consistente, sia in valori assoluti che percentuali: si è assistito, infatti, ad un incremento di quasi 92. 000 persone, passando dal 37,4% del totale dei residenti all’attuale 49,4%, attestandosi su 235. 624 unità. Nel corso del tempo, dal 1921 ad oggi, lo sviluppo della popolazione ha mostrato andamenti molto diversificati: in un primo periodo la popolazione non è riuscita a mantenere la sua consistenza iniziale e ha subito un decremento, risentendo sia delle vicende belliche che dei movimenti migratori dei trentini verso l’estero. In una seconda fase, durante il periodo del boom economico, la popolazione ha mostrato, invece, un buon rialzo, favorito da un maggior benessere, da un elevato numero medio di figli per donna e da una mortalità piuttosto bassa, dovuta chiaramente anche ad una struttura per età relativamente giovane. Nell’ultima fase, invece, che è attualmente in atto, si è assistito ad un aumento spiccato della popolazione, che tra il 1991 ed il 2001 si è incrementata del 6% ed è cresciuta in valori assoluti di oltre 27. 000 persone, in media più di 2. 700 all’anno. Tale crescita è attribuibile in netta prevalenza al saldo migratorio positivo, determinato come differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni delle persone residenti in provincia di Trento. L’analisi per classi d’ampiezza demografica evidenzia che attualmente oltre la metà dei 223 comuni trentini ha una dimensione non superiore ai 1. 000 abitanti: più esattamente, 51 comuni (il 22,9%) ha fino a 500 residenti, mentre 65 (il 29,1%) sono tra i 501 ed i 1. 000 residenti. Solo 5 comuni superano quota 10. 000: Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Riva del Garda ed Arco. In tale contesto, il fenomeno più rilevante da notare è il raddoppio dei comuni piccoli (fino a 500 abitanti), che erano 27 nel 1921 e sono ora 51. Contemporaneamente, si è assistito anche ad una riduzione nella loro dimensione media, che è passata da 384 a 331 residenti. Alla diminuzione media dei comuni piccoli e medio piccoli si è contrapposto, invece, un aumento della dimensione media dei comuni grandi, al di sopra dei 10. 000 residenti: quelli sino a 50. 000 abitanti sono cresciuti di oltre 4. 000 unità mentre Trento è addirittura più che raddoppiato. A livello comprensoriale, i comuni piccoli e medio piccoli (fino a 1. 000 abitanti) sono concentrati nella Valle di Non (dove costituiscono il 71,1% dei comuni totali), nelle Giudicarie e nella Bassa Valsugana e nel Tesino (in cui rappresentano rispettivamente il 67,5% e il 66,7%) mentre nella Vallagarina esiste solo un comune in questa classe d’ampiezza demografica. La struttura demografica per età e sesso della popolazione residente in provincia di Trento si è sostanzialmente modificata: negli ultimi quarant’anni, infatti, l’età media della popolazione residente ha subito un rilevante innalzamento (di circa 7 anni), lievemente più consistente per la componente femminile; più precisamente, si è passati da 32,8 anni nel 1961 a 39,4 nel 2001 per i maschi e da 35,0 a 42,8 per le femmine. L’indice di gioventù e l’indice di vecchiaia hanno subito, di conseguenza, sostanziali modifiche nel corso del tempo: il primo (calcolato come rapporto percentuale tra i bambini fino a 14 anni e la popolazione residente) si è quasi dimezzato tra il 1961 e il 2001, passando da 24,3% a 15,1% e riflette sostanzialmente il decremento della natalità che si è verificato nello stesso periodo. Il secondo (determinato rapportando la popolazione anziana, di 65 anni ed oltre, a quella giovane, fino a 14 anni) risulta, invece, addirittura triplicato, attestandosi attualmente sul valore di 120,7%. La crescita dell’indice è molto spiccata per entrambi i sessi, ma la componente femminile ha subito nel tempo un aumento più marcato ed appare nel complesso nettamente superiore: nel 2001 ogni 100 giovani si registrano, infatti, 92,8 maschi anziani contro 150 femmine (sempre anziane). Si tratta di una conferma del processo di “femminilizzazione” della popolazione trentina nelle età più avanzate, dovuto ad una maggior speranza di vita delle donne. A livello comprensoriale, il Ladino di Fassa si conferma come l’area più giovane, con una minor presenza di anziani rispetto alla popolazione fino a 14 anni: ogni 100 giovani si registrano, infatti, 81,5 anziani. Negli altri casi, invece, i residenti di 65 anni ed oltre sono sempre più numerosi dei giovani. Analizzando la popolazione residente per stato civile, si evidenzia che i coniugati costituiscono il 47,5% del totale, celibi e nubili assommano al 41,3% ed i vedovi, che rappresentano il terzo gruppo per rilevanza, sono circa l’8% della popolazione. Per maggiore precisione si tratta in realtà per lo più di vedove, poiché l’86,8% di quest’ultima classe è composto da femmine. Le donne risultano molto più precoci nel formarsi una famiglia, ufficializzata dal matrimonio. Le femmine coniugate fino a 24 anni d’età costituiscono il 7% di quelle totali mentre i maschi sposati sono solo l’1,4% ed anche nella classe d’età immediatamente successiva si riscontrano valori nettamente superiori: tra i 25 ed i 34 anni rappresentano, infatti, il 55,3% contro il 36,4% dei maschi. Nelle classi d’età successive, la differenza tende man mano a colmarsi: tra i 35 ed i 44 anni sono coniugate nel 75,9% dei casi ed i maschi sposati raggiungono quasi il 70% di quelli totali, tra i 45 ed i 54 anni la percentuale di maschi e di femmine coniugati è quasi equivalente e dal quel punto in poi risultano decisamente prevalenti i maschi sposati. Anche la tipologia delle famiglie residenti in provincia di Trento è radicalmente mutata negli ultimi vent’anni. Il primo aspetto da sottolineare è la forte crescita dei “single”, quasi raddoppiati in valori assoluti tra il 1981 ed il 2001, passando da 32. 649 a 57. 888. Analizzando i single per classi d’età, al Censimento del 2001 il gruppo più consistente risulta quello degli anziani, che costituiscono quasi la metà dei single totali. In generale, anche tra i single la componente femminile è decisamente più marcata di quella maschile: assommano, rispettivamente, a 34. 805 e 23. 083 persone. Come si è visto, le donne sono più numerose soprattutto nelle classi d’età più elevate, in cui si fanno particolarmente sentire gli effetti di una speranza di vita nettamente superiore a quella maschile ed inoltre nelle età anziane si rileva una loro propensione a vivere da sole più spiccata che negli uomini. I maschi single sono prevalentemente celibi: nel complesso costituiscono il 58,8% dei casi. I vedovi rappresentano, invece, la seconda categoria in ordine d’importanza, anche se nettamente al di sotto di quella appena esaminata e totalizzano il 12,1% dei single maschi; le femmine single sono, invece, prevalentemente vedove: globalmente sono il 56,1%. Una seconda osservazione riguarda l’aumento delle coppie senza figli ed il contemporaneo calo (in termini di peso percentuale) delle coppie con figli: nell’ultimo ventennio, la numerosità delle famiglie composte da coppie con figli è rimasta sostanzialmente stabile, aumentando di poco più di 2. 100 unità. Attualmente le coppie con figli risultano il doppio di quelle senza figli mentre un ventennio fa erano il triplo. L’incremento consistente delle famiglie abbinato alla crescita relativamente ridotta della popolazione residente in famiglia ha comportato, chiaramente, un assottigliamento sempre più evidente del numero medio di componenti per famiglia: si è passati, infatti, da un valore di 3,6, registrato nel 1961 ad uno di 2,4, relativo al 2001. Ulteriori dati ed approfondimenti sono disponibili sul sito del Servizio Statistica all’indirizzo www. Statistica. Provincia. Tn. It .  
   
 

<<BACK