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Notiziario Marketpress di
Lunedì 24 Settembre 2007 |
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OPERATIVO IL CENTRO DIALISI DI VIA FARINELLI 25 A TORINO
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Torino, 24 settembre 2007 - E’ diventato operativo il Centro Dialisi di via Farinelli 25, nel cuore del quartiere di Mirafiori, al piano terra del Presidio Valletta dell’Asl 1, organizzato e gestito dalla Azienda Cto/crf/m. Adelaide. In questa prima fase, la struttura sarà aperta lunedì, mercoledì e venerdì dalle 7. 00 alle 19. 00, avviando il 50% dell’attività sanitaria, che verrà poi progressivamente potenziata. Il nuovo Centro è dotato di 10 postazioni, che ospiteranno inizialmente 20 pazienti ogni settimana, che diventeranno 40 quando la struttura arriverà a regime. Il Centro è parte integrante della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Cto/crf/m. Adelaide ed è dedicato esclusivamente a pazienti le cui condizioni di salute non siano complicate dalla presenza di altre patologie, mentre i casi più complessi continueranno ad essere trattati nel Centro Dialisi attivo presso l’ospedale Cto. “Con l’entrata in funzione del Centro di via Farinelli - spiega l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio - si conclude positivamente l’annosa vicenda della struttura per dializzati che, dopo essere stata attivata nel 1991, era stata chiusa nel 1999 e mai più riaperta. L’avvio del servizio è stato fortemente voluto da questa amministrazione regionale, consapevole dell’importanza dei centri di assistenza limitata per le persone che devono sottoporsi a dialisi ”. “Si tratta di un’importante collaborazione organizzativa - aggiungono i direttori generali dell’Aso Cto/crf/m. Adelaide, Alberto Andrion e dell’Asl 1, Ferruccio Massa - tra un’Asl territoriale e un ospedale cittadino. La sinergia è stata creata grazie alla disponibilità dell’Asl 1 di mettere a disposizione i propri locali e dell’Azienda Cto/crf/m. Adelaide, che ha fornito le proprie competenze specialistiche. È la prima struttura di questo tipo sul territorio e permetterà ai dializzati di essere seguiti senza doversi recare necessariamente in ospedale”. . |
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