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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Settembre 2007
 
   
  LEGGE TOCAI, BUON ESEMPIO DELL´´USO DELLA SPECIALITÀ

 
   
  Trieste - Un improvvido e contestato accordo del novembre 1993 tra Unione europea e Ungheria ha decretato che solo ai produttori magiari del vino liquoroso Tokaj, spetta l´uso di tale denominazione e che dal 31 marzo 2007 la denominazione Tocai non sarebbe stata più utilizzabile. Quattordici anni dopo quell´accordo, il finale è tutt´altro che scontato e la legge proposta dai Cittadini per il Presidente e votata in Consiglio regionale apre nuove prospettive. La legge diventa anche un esempio di buon uso della specialità regionale per difendere un diritto dei produttori e per non far perdere al Friuli uno dei suoi valori identitari più rappresentativi. Il Tar del Lazio ha confermato la tesi sostenuta dalla Cantina produttori di Cormons e dalla azienda Vivai Pinat sulla carenza di base giuridica della parola Friulano scelta per i vini di produzione regionale, sospendendo così l´efficacia del decreto ministeriale che aveva individuato il sinonimo Friulano per indicare il vino prodotto da uve di Tocai da utilizzare dopo il 31 marzo 2007. Il ministero delle Politiche agricole e la Regione Friuli Venezia Giulia hanno impugnato la sentenza del Tar. Il 27 febbraio 2007 il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1086/2007, ha rigettato il ricorso proposto dallo Stato. Lo scorso 7 marzo il ministro De Castro ha dato il via libera all´uso del nome Tocai per il vino imbottigliato quest´anno e destinato sia all´Italia che all´estero, legandolo alla denominazione di origine controllata. Il Governo, vista anche la sentenza del Consiglio di Stato, non emanerà alcun decreto per l´utilizzo del sinonimo Friulano prima che si esprima la Corte di Giustizia europea. Il gruppo dei Cittadini per il Presidente, per mantenere la storica denominazione sul territorio regionale e nazionale (che rappresenta oltre il 90% del mercato del Tocai friulano) ha depositato una proposta di legge che, attraverso il recepimento dell´articolo 24, paragrafo 6 dell´Accordo Trip´s, attribuisce agli stati firmatari la facoltà di riconoscere le omonimie tra vini nazionali e denominazioni geografiche di altri Stati. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha competenza esclusiva in materia di agricoltura e competenza concorrente nelle materie elencate all´articolo 117 della Costituzione. Questa norma prevede che le Regioni possano provvedere autonomamente all´attuazione e all´esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell´unione Europea. La nostra Regione ha quindi i poteri per poter recepire l´art. 24 par. 6 dell´accordo di diritto internazionale (Trip´s) successivo e prevalente rispetto all´Accordo sui vini stipulato tra la Comunità europea e l´Ungheria nel 1993, ora in ogni caso decaduto. L´art. 24 par. 6 dell´Accordo Trip´s consente, nel caso di specie, di mantenere il nome del vino "Tocai friulano" all´interno dell´Italia. Una volta adottata, la legge regionale renderebbe direttamente applicabile in Italia l´art. 24 par. 6 dell´Accordo Trip´s, con la conseguenza che tale norma potrà essere fatta valere nei confronti di chiunque, e potrà prevalere anche nei confronti del diritto comunitario ai sensi dell´art. 300 par. 7 del Trattato Ce. Bruno Malattia relatore di maggioranza della legge: "Questa è una bella giornata per il Friuli. Il Consiglio regionale ha dato prova di forte coesione e di saper tutelare gli interessi reali dei nostri produttori trovando una soluzione che ne concilia le esigenze mantenendo un marchio di prestigio, che si coniuga anche con l´identità del Friuli sul mercato nazionale e lasciando spazi nei mercati internazionali al Friulano". "La legge votata - ha evidenziato Maurizio Paselli - è un indubbio successo per tutti coloro che non hanno mai smesso di credere nella possibilità di mantenere la denominazione Tocai friulano. E´ anche significativo che questa discussione sia caduta in un momento in cui un Tocai di Cormons (l´annata 2006 di Dario Raccaro) è stato votato come il migliore d´Italia". "Va anche ribadito - ha concluso Carlo Monai - che questo provvedimento consentirà la coesistenza dei due marchi lasciando ai produttori che lo desiderino di utilizzare il sinonimo Friulano. Non è infatti necessario che il Tocai muoia perché nasca il Friulano. E i produttori potranno così fare una scelta di marketing più indicata alle loro esigenze". .  
   
 

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