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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Maggio 2008
 
   
  BASILICATA: PERDURA LA CRISI PRODUTTIVA DELL’ARTIGIANATO

 
   
   Potenza, 7 maggio 2008 - Il comparto artigiano lucano continua ad accumulare perdite significative e non sembra ancora in grado di invertire il trend negativo - in atto ormai dal 2002 - che ha ridotto il peso del comparto di quasi due punti percentuali e mezzo. E’ questa, in estrema sintesi, la risultanza dell’andamento del comparto nel 2007, così come evidenziato dal Rapporto elaborato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata. Il Commento “Ai problemi legati al difficile quadro congiunturale generale – spiega il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte - si sommano i limiti strutturali delle imprese artigiane: piccola dimensione, scarsa differenziazione e specializzazione delle funzioni aziendali, bassa propensione all’innovazione, elevata dipendenza dal mercato locale, limitato ricambio generazionale. Tutti nodi che, se non affrontati con misure adeguate, rischiano di compromettere le prospettive di tenuta e di rilancio dell’intero settore, non solo nel breve ma anche, e soprattutto, nel medio-lungo periodo. La sfida dell’impresa artigiana è dunque quella di comportarsi, di agire, di competere come una media impresa, di avvicinarsi ad essa non tanto nella dimensione, ma piuttosto nella qualità della gestione imprenditoriale e delle strategie attuate. Da questo punto di vista, si tratta quindi di re-interpretare l’identità stessa dell’impresa artigiana e renderla adeguata al nuovo contesto competitivo: un processo che potrebbe essere favorito da forti iniezioni di cultura manageriale, soprattutto tra gli imprenditori più giovani”. I Dati La produzione dell’artigianato manifatturiero lucano ha subito una flessione tendenziale del 3,4% nella media del 2007, dopo aver chiuso l’anno prece-dente in calo del 2,1%. Le spinte recessive che negli ultimi mesi del 2006 sembravano poter lentamente rientrare hanno registrato quindi una forte accelerazione. A conferma del peggioramento della crisi produttiva è anche il dato relativo alla quota di imprese artigiane in recessione, salita dal 23 al 40% e quello sul regresso del fatturato, pari al 3,8%, vale a dire 4 decimi di punto in più rispetto alla flessione della produzione, a causa del minore dinamismo e “remuneratività” di quelli che sono i principali mercati di riferimento: da un lato il mercato locale, dall’altro quello della sub-fornitura, dove le piccole imprese hanno subito le ripercussioni maggiori della crisi. Emblematica, da questo punto di vista, è l’esperienza del distretto del mobile, alle prese – oggi – con la duplice esigenza di delocalizzare le produzioni della fascia medio-bassa e di specializzarsi in quelle della fascia medio-alta: soltanto le imprese artigiane che “seguiranno” i loro committenti nel passaggio dalla “quantità” alla “qualità”, effettuando i necessari investimenti, potranno garantirsi un mercato nei prossimi anni. Spazi interessanti, inoltre, vi sono sicuramente sui mercati internazionali, ma questi rimangono difficilmente raggiungibili per la quasi totalità delle imprese del comparto: nel 2007 la quota di imprese artigiane che ha indicato di operare con l’estero non superava l’1%, mentre nel biennio precedente si attestava intorno al 3,5% (contro il 18% a livello nazionale). Uniformemente negativo il consuntivo dei principali settori; timidi se-gnali di recupero solo nella meccanica e nel legno/mobile Dal punto di vista settoriale, l’arretramento dei livelli produttivi nel 2007 è risultato pressoché generalizzato. Le situazioni più difficili si rilevano nei comparti della “carta e stampa” (-7,9%) e del tessile/abbigliamento (-5,5%). In progressiva attenuazione, invece, sono le spinte recessive nei comparti della meccanica e del legno/mobile (rispettivamente, -0,1% e -0,5%), a fronte di decrementi che, nel 2006, avevano superato anche il 4% (il legno/mobile, tra l’altro, è l’unico settore ad aver registrato una variazione positiva della produzione nell’ultimo trimestre 2007). Si allungano nuovamente i tempi di uscita dalla recessione L’evoluzione del portafoglio d’ordini delle imprese artigiane non lascia molti dubbi sulla prosecuzione dell’attuale trend negativo anche nei prossimi mesi. Dal punto di vista settoriale, le uniche indicazioni positive si ricavano dalle imprese del legno/mobile, il cui portafoglio d’ordini ha ripreso a crescere e sembra confermare, quindi, gli accenni di ripresa emersi negli ultimi mesi del 2007. Continua ad arretrare la base produttiva artigiana Per il quinto anno consecutivo il bilancio della movimentazione anagrafica delle imprese artigiane si chiude in rosso. Nell’intero 2007 le imprese costrette a chiudere l’attività sono state 824 (il livello più elevato finora registrato su base annua), mentre il flusso di nuove iscrizioni all’Albo Artigiani è risultato pressoché analogo a quello dell’anno precedente e pari a 758 unità. L’artigianato edile il settore più dinamico; forti perdite invece nel-l’artigianato di servizio (officine di riparazione e trasporti) Andamenti molto negativi hanno caratterizzato, in particolare, i comparti del tessile/abbigliamento (20 imprese in meno), della meccanica (-16) e del legno/mobile (-14). In controtendenza, invece, il comparto alimentare, dove le imprese artigiane sono cresciute del 2,7% (27 unità in più). Il bilancio fortemente negativo dei servizi, che hanno accusato una riduzione complessiva di 71 imprese, è imputabile invece, in larga misura, alle officine di riparazione/manutenzione di autoveicoli (-25 unità il saldo iscrizioni-cancellazioni) e al comparto dei trasporti, in costante regresso negli ultimi anni. L’artigianato edile, infine, si conferma ancora una volta come uno dei settori più dinamici dal punto di vista imprenditoriale, con un saldo di nati-mortalità pari a +49 imprese nello scorso anno (contro le 32 in più del 2006) e un tasso di crescita dell’1,2%. Il Rapporto integrale, completo di dati, grafici e tabelle, è scaricabile dal sito www. Bas. Camcom. It .  
   
 

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