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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Maggio 2008
 
   
  MOLISE: ECCO COME SVILUPPARE LE IMPRESE DEL TERRITORIO

 
   
  Campobasso, 14 maggio 2008 - Il Molise deve puntare su un modello di sviluppo dinamico e attento alla qualità: con queste parole il presidente dell’Unioncamere Molise - Paolo di Laura Frattura – conclude l’analisi sullo stato dell’economia molisana, elaborata alla presenza di S. E. Il prefetto di Campobasso, Carmela Pagano, dell’Assessore regionale alla programmazione e bilancio, Gianfranco Vitagliano, del sindaco di Campobasso, Giuseppe Di Fabio, del vice presidente dell’Unioncamere Molise, Luigi Brasiello, del presidente del Comitato Tecnico e del componente il comitato scientifico dell’Osservatorio Economico, rispettivamente Enrico Santoro e Angelo Lombari, dell’esperta di Uniontrasporti, Iolanda Conte, e dei massimi rappresentanti delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria regionali e provinciali. L’evento si inserisce nella celebrazione della Giornata dell’Economia, promossa dall’Unioncamere e giunta alla sua sesta edizione, che vede diffondere, in contemporanea in tutte le Camere di Commercio d’Italia, la situazione economica nazionale e provinciale. Il presidente Frattura ha presentato il Rapporto sull’Economia della Regione Molise nell’anno 2007 e lo studio condotto sul Sistema dei Trasporti e delle Infrastrutture in Molise. Entrambi i lavori di ricerca sono stati realizzati nell’ambito dell’Osservatorio Economico Statistico Regionale, attivato presso l’Unioncamere Molise in stretta collaborazione con la Regione Molise. I dati fanno rilevare che l’Italia ha affrontato nel 2007 un rallentamento dello sviluppo causato da più fattori, sia interni che internazionali. Il Pil del nostro Paese tende a frenare, in media, sia come dato tendenziale sia come dato congiunturale. Il momento di difficoltà è evidenziato, fra l’altro, dalla limitata crescita dei consumi, interni ed internazionali, che non consentono un’ulteriore spinta alla domanda aggregata e, quindi, al reddito nazionale. In un contesto congiunturale dai numerosi segnali negativi (inflazione, aumento del prezzo del petrolio, super euro ed eccessiva pressione fiscale) si rende necessaria una politica industriale in grado di stimolare la crescita e la voglia di impresa, passando per la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità interne, per il mercato e le sue regole, salvaguardando i valori sociali. La congiuntura internazionale sfavorevole accentua ancora di più i segnali di crisi trasferendoli, sicuramente anche alle realtà regionali. In tale quadro congiunturale di incertezza, si inserisce l’azione e il contributo economico delle regioni. I dati che emergono nella regione Molise, ma non solo, confermano la situazione di difficoltà. La necessità di una soluzione strutturale è evidente e impone una strategia di lungo periodo finalizzata a riconvertire risorse ed energie allo scopo di stimolare le potenzialità economiche e produttive della regione. “L’anno 2007 si conclude, per il Molise, con un andamento della nati-mortalità delle imprese che presenta un saldo negativo di -154 unità – commenta il presidente Paolo di Laura Frattura. Il dato si aggancia all’andamento nazionale che vede farsi più dura la selezione “darwiniana” delle imprese (oltre 390mila le chiusure registrate nel 2007), vedendo affermarsi nel mercato globale le aziende di medie dimensioni. Con un incremento di circa il 26% di fatturato e il 45% dell’export, le medie imprese si confermano l’eccellenza italiana, poiché riescono ad adattarsi ai continui cambiamenti del mercato con più flessibilità e dinamicità. Ed è proprio a tale forma dimensionale che il Molise deve guardare, premiando soprattutto iniziative che favoriscano l’aggregazione di piccole imprese. Ulteriori sono le leve su cui intervenire per vincere le sfide del mercato globale. Innanzitutto la competitività delle nostre imprese, deve essere legata al costo della produzione e non al costo del lavoro, poiché ciò ci consente di azionare 2 elementi fondamentali per la crescita della nostra economia: l’innovazione e la formazione. L’aumento della competitività e il miglioramento delle performance delle imprese (e, di riflesso, dei territori) deriva dalla innovazione e dalla ricerca, nonché dal bagaglio formativo delle risorse umane. La qualità del lavoratore, ovviamente, rappresenta un’esigenza essenziale e la stessa sua formazione interna all’azienda o esterna in relazione agli studi universitari, deve essere in linea con i fabbisogni professionali richiesti dalle imprese. A fronte delle 4. 270 assunzioni previste nella regione nel corso del 2007, il 49,0 per cento è senza una esperienza specifica e, pertanto, tra le imprese che prevedono di incrementare il proprio organico, il 15,9 per cento segnala la necessità di una formazione, attraverso tirocini formativi, che consentono di tarare il sistema formativo sulle aspettative imprenditoriali. In Italia la differenza salariale tra un operaio con licenza media e un laureato è di circa 1. 600 euro annui, pari a poco più di 120,00 euro al mese. Tale dato è sicuramente poco incoraggiante, poiché favorisce l’emigrazione di cervelli e, di conseguenza, la perdita di competitività del sistema Italia. A ciò si aggiunge, per il nostro territorio, un’offerta formativa universitaria lontana dalle esigenze del tessuto imprenditoriale. Continuare ad investire su percorsi di laurea tradizionali significa dispersione di risorse umane e soprattutto economiche. Altro elemento su cui far leva per migliorare la competitività aziendale è il “Made in Italy”. Occorre continuare, in squadra con le altre regioni d’Italia e grazie anche alla rete del sistema camerale, a promuovere i nostri prodotti e far crescere le nostre aziende sui mercati nazionale e internazionale. Il valore delle esportazioni del Molise, alla fine del 2007, è pari a 628. 400. 348 euro, di cui 226. 639. 703 euro in provincia di Campobasso (pari al 36,1 per cento dell’export regionale) e 401. 760. 645 euro in provincia di Isernia (pari 63,9 per cento dell’export regionale). Il valore delle importazioni regionali, è pari a 420. 675. 634 euro, di cui 232. 156. 826 euro in provincia di Campobasso (pari al 55,2 per cento dell’import regionale) e 188. 518. 808 euro in provincia di Isernia (pari al 44,8 per cento dell’import regionale). L’ internazionalizzazione è prerogativa delle imprese di grandi dimensioni, ma occorre che sia diffusa in maniera uniforme tra tutti i settori produttivi. Resta, in ogni caso, l’impegno per le imprese di dimensioni minori , affinché possano superare le difficoltà di accesso ai mercati esteri legate alla dimensione, organizzandosi, aggregandosi e facendo rete. Un’unica azione di squadra in favore del “made in italy” quale espressione di capacità generale delle nostre imprese di conquistare i mercati europei ed extraeuropei. Un progetto, tuttavia, che impone un controllo dei prezzi dei servizi pubblici utilizzati dalle imprese e il rigetto delle politiche di aiuti pubblici che alimentano, spesso, meccanismi di concorrenza sleale. La qualità è l’ulteriore elemento vincente per la nostra crescita economica. La qualità del prodotto è sempre più legata a quella del territorio e la qualità del Molise è il nostro vero valore aggiunto, da tutelare e sostenere a livello imprenditoriale e istituzionale. Margini di miglioramento si segnalano nel settore turistico. Il 2007 ha fatto registrare un Molise con una vocazione turistica stagionale, attestando al 70% l’occupazione della capacità ricettiva nel mese di agosto e nella fascia costiera. A ciò si aggiunge che solo il 4% ha raggiunto il Molise grazie all’intermediazione di soggetti terzi e oltre il 90% dei nostri turisti parla italiano. Ciò significa che occorre aumentare la determinazione a promuovere il Molise in Molise, lavorando con i nostri operatori del settore – commenta il presidente Frattura”. Nel corso dell’evento, raccogliendo l’invito fatto dal Comitato di Presidenza dell’Unioncamere nazionale, è stato affrontato anche l’ulteriore tema del sistema delle infrastrutture e dei trasporti, centrale per lo sviluppo economico e la crescita dei territori. La dotazione di infrastrutture al Sud è ancora pari all’80,4 per cento della media nazionale e non mostra segnali di recupero. In Molise l’indice delle infrastrutture di trasporto, ad eccezione della rete stradale (99,5), evidenzia una condizione poco favorevole sia rispetto ai dati nazionali e sia rispetto ai valori registrati per il Mezzogiorno. “Da questi dati si deduce che non possiamo pensare di urbanizzare se prima non realizziamo le infrastrutture – continua di Laura Frattura. Se si considera la quantità di Km per abitanti il Molise è sovradimensionato. Le risorse destinate all’infrastruttura viaria parlano di un valore percentuale delle nuove infrastrutture molto basso, laddove le risorse sono impiegate maggiormente nella manutenzione delle strade già esistenti. Occorre dunque valutare il ritorno degli investimenti che deriverebbero dal realizzare le nuove opere infrastrutturali, tra le quali l’autostrada, con le sue opportunità di sviluppo a ridosso della stessa struttura, e il potenziamento delle rete a supporto del nostro porto – conclude il presidente di Unioncamere Molise”. L’analisi dei dati infrastrutturali è stata poi approfondita dall’esperta di Uniontrasporti, Iolanda Conte, che ha evidenziato come debole appare la rete ferroviaria, con un indice pari a 63,9 per la provincia di Campobasso e 20,1 per quella di Isernia che pone la regione al di sotto della media del Mezzogiorno (87,8). L’indice di dotazione infrastrutturale dei porti (12,4) è notevolmente inferiore rispetto a quello del Mezzogiorno, poiché l’unica struttura portuale della regione è quella di Termoli che si sviluppa su una lunghezza complessiva di 1. 529 metri lineari con una dotazione di 7 accosti dei quali 4 effettuano pesca, 4 servizio merci, 2 servizio passeggeri, 1 è destinato al traffico da diporto ed 1 alle attività di servizio. Anche il presidente di Confindustria Molise, Paolo Vacca, ha voluto fornire il punto di vista dell’associazione sullo stato di salute dell’economia molisana. In particolare è stata focalizzata l’attenzione sulle “scarse risorse dedicate a livello nazionale e locale agli investimenti in ricerca e innovazione. Ciò è dovuto anche alla bassa integrazione tra mondo universitario e imprenditoriale, non negando anche a quest’ultimo le sue responsabilità. All’estero gli imprenditori trasformano le “idee” in business, mentre i nostri imprenditori non sanno cogliere le opportunità offerte dagli spin off. Altro elemento limitante la crescita delle nostre imprese è l’inefficienza della pubblica amministrazione, soprattutto legata ai lunghi tempi di pagamento delle istituzioni, a discapito delle esigenze “naturali” di liquidità proprie delle imprese. I fattori su cui puntare, continua il presidente di Confindustria Molise, sono sicuramente le infrastrutture. Il mondo sta puntando sulla mobilità sostenibile che si basa su sistemi di trasporto a basso consumo di energia: il Molise non può non tenerne conto, senza tralasciare l’importanza che per noi ha la realizzazione dell’autostrada e il potenziamento delle infrastrutture marittime”. La celebrazione dello stato di salute della nostra economia si è conclusa con l’intervento dell’Assessore Regionale alla programmazione e bilancio, Gianfranco Vitagliano, che sprona tutto il sistema imprenditoriale, associativo e istituzionale a “recuperare la fiducia e l’identità del Molise per competere, concorrere ed essere capaci di consolidarci. La sfida c’è e la possiamo vincere: la conoscenza del nostro patrimonio, della nostra ricchezza e dei nostri punti da migliorare ci aiuta in ciò. Ed è per questo che l’Osservatorio Economico-statistico Regionale deve continuare ad avere un ruolo dinamico, deve diventare la coscienza della politica, utile per fare le giuste scelte programmatiche”. .  
   
 

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