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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Maggio 2008
 
   
  CLIMA: NUOVE MISURE CONTRO IL RISCALDAMENTO DEL PIANETA

 
   
  Strasburgo, 21 maggio 2008 - Le origini umane del riscaldamento della terra sono appurate. E’ quanto sostiene la relazione interlocutoria sui cambiamenti climatici approvata dal Parlamento non condividendo chi mette in dubbio i risultati degli studi su cause e effetti dei cambiamenti climatici. Sollecita poi immediate e più ambiziose misure di mitigazione, essendo insufficienti le attuali azioni, la promozione della ricerca sugli effetti della produzione di biocarburanti e la sensibilizzare del pubblico. Approvando con 566 voti favorevoli, 61 contrari e 24 astensioni la relazione interlocutoria di Karl-heinz Florenz (Ppe/de, De), il Parlamento sottolinea anzitutto che «le conoscenze scientifiche e la consapevolezza delle origini umane dell´attuale tendenza al riscaldamento globale sono notevolmente aumentate . E sono ormai considerate come dati scientifici». Afferma pertanto che, alla luce della valutazione dei rischi fornita, «in caso di incertezza è più opportuno prendere immediate misure piuttosto che rinviare l´azione». Anche perché, se non saranno adottate rapidamente misure intese a rallentare o addirittura ad arrestare gli aumenti di emissioni di Co2 e di altri gas a effetto serra, vi è «il rischio di un grave impatto sul nostro pianeta». Intervenendo nel dibattito, il presidente della commissione temporanea sul cambiamento climatico Guido Sacconi (Pse, It) ha affermato che il fenomeno esiste e «corre veloce». Occorre pertanto «agire molto tempestivamente», anche perché esso non costituisce solo un problema ma è pure «un´opportunità». Ha poi sottolineato che anche il clima politico mondiale è cambiato fino ad arrivare a Bali, «ad una presa di atto comune di tutti della validità della ricerca Ipcc», fino ad arrivare agli ultimi mesi ai cambiamenti delle posizioni delle leadership «veramente interessanti». Per i deputati, le attuali politiche intese a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e le relative prassi in materia di sviluppo sostenibile, saranno «insufficienti per ridurre le emissioni globali di gas a effetto serra nei prossimi decenni». Se quasi tutti gli Stati membri stanno compiendo buoni progressi nei loro sforzi di rispettare i propri obiettivi di Kyoto, ammonisce la relazione, dopo il 2012 «dovranno essere più ambiziosi» nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra se intendono raggiungere anche gli obiettivi più lungo termine (riduzione, rispetto al 1990, del 60-80% delle emissioni entro il 2050). Il Parlamento si dice in disaccordo con i tentativi, non supportati da argomentazioni scientifiche, di presentare come inattendibili, incerti o discutibili i risultati degli studi sulle cause e sugli effetti del cambiamento climatico, la relazione riconosce tuttavia che il progresso scientifico «è sempre stato contrassegnato da dubbi . E dalla ricerca di spiegazioni o modelli che vadano al di là della corrente scientifica dominante». A suo parere, pertanto, nuove ricerche, mirate a una migliore comprensione delle cause e delle conseguenze del riscaldamento globale, sono «essenziali ai fini di un processo decisionale responsabile». Resta il fatto, però, che il livello delle conoscenze acquisite finora «sia sufficiente per elaborare con urgenza politiche che consentano di giungere a una riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra». I deputati ribadiscono quindi l’impegno del Parlamento europeo a conseguire l´obiettivo strategico dell´Ue di limitare l´aumento della temperatura media globale a non oltre 2°C al di sopra dei livelli preindustriali. Un obiettivo, precisano, che «implica che i paesi industrializzati riducano le emissioni di gas a effetto serra del 25%-40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020». Ritengono tuttavia che gli sforzi intesi a ridurre le emissioni dovrebbero in realtà mirare a mantenere tale valore ben al di sotto dell´obiettivo dei 2°C. D’altra parte, gli sforzi di adattamento mirati a gestire le conseguenze inevitabili del riscaldamento globale sono altrettanto importanti di quelli volti a mitigare gli effetti del fenomeno «per evitare un´evoluzione ingestibile del riscaldamento globale». Inoltre, per evitare nuovi punti critici – quali il deperimento della foresta pluviale amazzonica, la deglaciazione della Groenlandia e della calotta polare antartica occidentale - saranno necessarie azioni di mitigazione più forti di quelle indicate nella quarta relazione di valutazione dell´Ipcc. Il Parlamento ritiene poi necessario approfondire la ricerca sull´impatto della politica di promozione dei biocombustibili e sulle loro ripercussioni sull´aumento della deforestazione, sull´incremento della superficie agricola coltivata e sull´offerta alimentare a livello mondiale. La comunicazione delle prove scientifiche dell´impatto umano sul clima globale, secondo i deputati, deve costituire «l´elemento principale» di un più ampio sforzo volto a sensibilizzare l´opinione pubblica e a ottenere e mantenere il suo sostegno a favore di misure politiche destinate a ridurre le emissioni di carbonio. Chiedono quindi la pubblicazione di una sintesi delle relazioni di valutazione dell’Ipcc e, ritenendo necessari cambiamenti degli stili di vita individuali, invitano la comunità scientifica e i rappresentanti politici ad unire i loro sforzi per aumentare la consapevolezza e la sensibilizzazione nei confronti delle "piccole cose che potrebbero risultare decisive", nel quadro di programmi educativi destinati a far conoscere le cause e gli effetti del riscaldamento globale. Prossime tappe - La relazione interlocutoria della commissione temporanea affronta esclusivamente l´impatto e gli effetti del cambiamento climatico sulla base di dati scientifici. Al termine del suo mandato, la commissione temporanea formulerà raccomandazioni all´Aula in merito alle misure o alle iniziative da adottare. Nella relazione definitiva saranno formulate proposte sulla futura politica integrata dell´Unione europea in materia di cambiamento climatico sulla base dell´insieme delle informazioni da essa raccolte nel quadro delle sue attività. La relazione definitiva includerà anche la posizione del Parlamento europeo nei negoziati sul quadro internazionale della politica climatica per il dopo 2012, in vista della Cop 14 che si terrà a Poznan (Polonia) nel dicembre 2008. Antefatti - La commissione temporanea - Alla commissione temporanea sul cambiamento climatico - presieduta da Guido Sacconi (Pse, It) - sono stati affidati i seguenti poteri e responsabilità: formulare proposte sulla futura politica integrata dell´Unione in materia di cambiamento climatico e coordinare la posizione del Parlamento nei negoziati relativi al quadro internazionale per una politica sul clima dopo il 2012; analizzare e valutare lo stato del cambiamento climatico e proporre misure idonee, a tutti i livelli, accompagnate da una valutazione del loro impatto finanziario e del costo dell´inazione; stilare un inventario quanto più completo possibile dei recenti progressi compiuti e delle prospettive future nella lotta contro il cambiamento climatico, al fine di fornire al Parlamento l´analisi dettagliata di tali sviluppi di cui necessita per assumersi le sue responsabilità politiche; studiare l´impatto ambientale, giuridico, economico, sociale, geopolitico, regionale e sanitario dei recenti progressi compiuti e delle prospettive future; analizzare e valutare l´applicazione, fino a questo momento, della legislazione comunitaria pertinente; a tale scopo, stabilire tutti i contatti necessari e tenere audizioni con i parlamenti e i governi degli Stati membri e dei paesi terzi, le istituzioni europee e le organizzazioni internazionali, oltre ai rappresentanti della comunità scientifica, del mondo dell´imprenditoria e della società civile, comprese le reti delle autorità locali e regionali; Lo scorso mese di febbraio, il Parlamento ha deciso di prolungare di nove mesi (a decorrere dal 10 maggio 2008) il mandato della commissione temporanea. .  
   
 

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