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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Maggio 2008
 
   
  IL PRESIDENTE LORENZO DELLAI A CONFRONTO CON IL GOVERNATORE DEL VENETO GIANCARLO GALAN IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL NORDEST SONO IO”

 
   
  Trento, 22 maggio 2008- Un faccia a faccia fra il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e il governatore del Veneto Giancarlo Galan: è avvenuto ieri sera al Mart di Rovereto in occasione della presentazione del libro-intervista di Galan “Il Nordest sono io”, edito recentemente da Marsilio e realizzata dal giornalista Paolo Possamai. Nel libro Giancarlo Galan, da quattordici anni presidente della Regione Veneto, si racconta “a ruota libera”, soffermandosi anche su alcuni temi di particolare interesse per il Trentino: la costruzione di un nuovo partito territoriale, sul modello della Südtiroler Volkspartei, il Veneto come laboratorio per le riforme costituzionali e per il federalismo fiscale, i “privilegi” delle Regioni a statuto speciale, Trentino-alto Adige in testa e così via. Ma, nell’incontro di ieri sera, introdotto dal sindaco di Rovereto Guglielmo Valduga, Galan ha usato toni distensivi: “Per affrontare il mondo della globalizzazione è meglio essere uniti – ha detto – perché così si è più forti. Del resto quando io ero ragazzo le regioni del Nordest erano indicate come le Tre Venezie. E comunque ci accomuna il fatto che guardiamo tutti dalla stessa parte, in Nordest e il Nord”. Il governatore del Veneto non ha comunque nascosto il disagio della sua Regione nei confronti delle vicine Province autonome. “C’è un modo intelligente per affrontarlo – ha però precisato – ed è quello del presidente Dellai, il quale si adopera per una maggiore collaborazione. Peccato ci sia sempre qualcuno che si mette in mezzo, come ad esempio l’Alto Adige con i suoi atteggiamenti destabilizzanti nei confronti del Veneto, utilizzando anche la questione ladina”. Da Galan, comunque, una rassicurazione: “Non farò mai nulla contro chi l’autonomia ce l’ha già, e che anzi può rappresentare un modello”. A proposito di partiti territoriali, Galan infine ha detto che “non si può governare il Paese con le stesse norme e le stesse regole dal Brennero a Enna; per lo stesso motivo, non si può fare politica con una forza politica identica da un capo all’altro dell’Italia”. Il governatore del Veneto ha richiamato a questo proposito la forte tradizione politica esistente nella sua regione, che dal Dopoguerra in poi, richiamandosi anche alle antiche radici repubblicane di Venezia, ha elaborato l’idea del territorialismo. “E’ una tradizione – ha specificato – a cui ad esempio la sinistra cattolica ha dato molto. Essa si è conservata nel tempo e oggi essa può avere tra i suoi punti di riferimento anche persone come Illy e come Dellai”. Una chiara indicazione in direzione di una sempre maggiore cooperazione fra le Regioni del Nordest è venuta anche dal presidente Dellai: “Le Regioni, le Province, i Comuni hanno imparato a stare assieme – ha detto – e hanno anche capito che il colore politico di chi governa non deve ostacolare questa cooperazione. Certamente l’accordo di Castel Ivano sui comuni confinanti, che ho siglato con il governatore Galan, non risolve tutti i problemi del Veneto. La soluzione può venire solo da una grande riforma in senso federalista. Ciò che abbiamo fatto è iniziare a coltivare uno spirito più cooperativo fra i nostri comuni”. Dellai ha parlato inoltre di partito territoriale, argomento esaminato anche da Galan nel suo libro. “Le istituzioni e la politica si rimodellano secondo interessi territoriali – ha detto – e questo avviene oggi anche al di fuori dal Trentino. Una politica comune del Nordest può nascere non sulla base di categorie identitarie ma dal riconoscimento delle tante realtà che compongono quest’area e dei comuni interessi che legano tra loro queste realtà”. “Il federalismo – ha detto ancora il presidente della Provincia autonoma di Trento – aggiungerà autonomia alle regioni che non ce l’hanno ma certamente non toglierà nulla a quelle che già ce l’hanno. In quanto a Trento e Bolzano, sono legate da una comune matrice autonomistica, che però non rappresenta necessariamente un modello. Io penso infatti che non ci sono modelli validi per tutte le regioni. Noi abbiamo una concezione patrizia dell’autonomia, e pensiamo che ogni regione debba fare il suo percorso con Roma. Non abbiamo paura di questo, anzi facciamo il tifo per una riforma federalista dello Stato, che consentirà una crescita della cooperazione della quale beneficeremo anche noi”. .  
   
 

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