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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Maggio 2008
 
   
  L’INDIPENDENZA VENETA ATTRAVERSO L’INDIPENDENZA ECONOMICA

 
   
  Dueville, 29 maggio 2008 - Il giorno 26 maggio nella Casa Busnelli a Dueville la Liga Veneta Repubblica ha organizzato un dibattito sul tema “L’indipendenza Veneta attraverso l’indipendenza economica”. La serata è stata introdotta del segretario e consigliere provinciale Bortolino Sartore (Bobo). Il commento e la preparazione delle slides sono stati curati dal dott. Francesco Falezza http://www. Falezza. Com . Subito è stata fatta chiarezza sui termini specificando che per “autonomia” si intende il far diventare la regione Veneto autonoma a statuto speciale come Trentino e Friuli, mentre per “indipendenza” si intende il tornare repubblica sovrana, come Montenegro, Rep. Ceka, Svezia o Slovenia. Dopo sono stati analizzati gli aspetti legislativi e si è visto che lo stato italiano con la legge 22/05/1971 n° 340 – Art. 1 comma 2: “L’autogoverno del popolo Veneto si attua in forme corrispondenti alle caratteristiche della sua storia” riconosce l’esistenza del Popolo Veneto e del suo diritto ad autogovernarsi, poi si è dato uno sguardo alle leggi sulla tutela dei diritti umani, in particolare il Patto internazionale sui diritti civili e politici, ratificato dall´Italia il 15/09/1978 e reso esecutivo con legge 25/10/1977, n. 881: “Art. 1. 1. Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale”. Tutto questo è sancito anche dalla Costituzione Italiana, in particolare nell’art. 2 – “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…. ” e nell’art. 10 – “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”, anche se nell’art. 5 “La repubblica, una e indivisibile,…. ” sembrerebbe non dare possibilità di indipendenza, ma il Veneto fa parte “legalmente” dello stato italiano? Andando a vedere i documenti storici è stato fatto notare che alla delibera del Maggior Consiglio che avrebbe decretato lo scioglimento dello stato Veneto, mancava il numero legale e pertanto non era formalmente valida, questo comporta che anche i successivi atti, dipendenti da quella delibera, sono illegittimi! Come, per esempio, il trattato di Campoformio, dove Austria e Francia si sono spartite le terra Veneta che non era “legalmente” di sua proprietà, come pure il referendum del 1866 di sottomissione all’Italia, non era valido, oltre che per le note falsificazioni e irregolarità di svolgimento, anche perché le terre Venete non erano “legalmente” dell’Austria. Constatato che i presupposti legali per l’indipendenza della Venetia ci sono tutti, si è andato a vedere il famoso art. 241 bis del codice penale: “Attentati contro l’integrità, l´indipendenza o l´unita´ dello Stato” ed è stato fatto notare che con la legge 24/02/2006, n. 85, sono stati aboliti i reati di opinione, pertanto soli chi usa la violenza può essere perseguito, mentre cercare l’indipendenza con metodi democratici ed elettorali è perfettamente legale! Non solo è legale,ma visto che tutte queste leggi sono parte integrante della carta dei diritti umani, è addirittura un crimine negarci questi diritti, un crimine contro l’uomo! Pertanto è un preciso dovere di tutti noi adoperarsi affinché questi diritti vengano rispettati, visto che nonostante tute queste leggi fatte per la nostra tutela siamo ancora schiavi di Roma e di Milano. Poi si è passati ad analizzare se è più facile ottenere l’indipendenza o l’autonomia. Si è visto che per l’autonomia è necessaria una modifica della costituzione italiana e poi, al successivo referendum confermativo, vi è la necessita di convincere almeno 20. 000. 000 di italiani a “concedercela”, cosa praticamente impossibile, mentre per l’indipendenza nessuno la deve concedere, ma il popolo Veneto se la può prendere quando vuole… infatti, in fondo, basta convincere 2. 000. 000 di Veneti a votare “Si” al referendum per l’autodeterminazione. In fine sono stati presi in considerazione gli aspetti economici per vedere se la Venetia avrebbe la capacità economica per stare in piedi da sola. Si è visto che l’Italia, anche senza l’economia Veneta, rimarrebbe al 7 posto nella classifica mondiale, mentre la Venetia, intesa come ex territori della Serenissima (da Bergamo a Trieste + Trento e Mantova) avrebbe circa il 20% del Pil italiano e sarebbe al 21 posto nel mondo. In Europa avrebbe un Pil leggermente inferiore a Svizzera, Belgio, Svezia, leggermente superiore a Austria, Norvegia, Polonia e molto superiore a Danimarca, Grecia, Finlandia, Irlanda e Portogallo. Da questo si può capire chiaramente che la Venetia non avrebbe problemi economici a diventare indipendente, invece l’Italia non potrebbe stare in piedi senza l’economia Veneta, a causa del bilancio fiscale, l’Italia ha un debito pubblico enorme, frutto di mezzo secolo di malgoverno, questo debito viene finanziato vendendo Bot, in questo modo lo stato italiano è sempre soffocato per pagare gli interessi su questo debito, l’Italia per pagare gli interessi spende, ogni anno, più delle proprie entrate fiscali, in questo modo si indebita sempre di più, finché il debito non sarà più sostenibile: bancarotta nazionale. La Venetia indipendente non erediterebbe il debito pubblico perché è del governo italiano, il debito italiano senza il Pil Veneto andrebbe al 135% e il deficit al 10,5 %, l’’Italia non sarebbe in grado di sostenere un deficit così alto, nemmeno non pagando più i Bot, pertanto è impossibile che l’Italia ci conceda l’autonomia, perché sarebbe un suicidio politico. L’indipendenza bisogna prendersela e non aspettarla, chi dice che è possibile avere l’autonomia all’interno dell’Italia o è in malafede o ignorante della situazione economica. La Venetia indipendente avrebbe un surplus enorme, Iva e tasse sul reddito dovrebbero calare gradualmente per evitare una botta d’inflazione, sarebbe importante per la Venetia usare il surplus per finanziare con un prestito il deficit italiano, perché il benessere di una nazione si misura anche dal benessere dei vicini (meno immigrazione e più commercio). La relazione si conclude con: “Signori ce la possiamo fare!”. . .  
   
 

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