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Notiziario Marketpress di Venerdì 30 Maggio 2008
 
   
  UNO STUDIO DELL’ISTITUTO REGIONALE SULLE CONDIZIONI DI VITA ALL’ISOLA D’ELBA E NELL’ARCIPELAGO IRPET: IL TURISMO PORTA RICCHEZZA, MA POCA RIMANE NELLE ISOLE OGNI 100 EURO, 9 VANNO AGLI ENTI LOCALI CHE NE DEVONO PERÒ SPENDERE 14

 
   
  Portoferraio (Li) - Fa bene il turismo all’Elba ? E soprattutto a chi giova e quali svantaggi eventualmente arreca, in un’isola che conta d’inverno 30 mila abitanti ma dove d’estate si muovono 300 mila persone? La domanda non è nuova. A fornire una risposta, numeri alla mano, ha provato il ricercatore dell’Irpet Giovanni Maltinti, tra i primi ad intervenire stamani a Portoferraio dove fino al 30 maggio si svolge la prima conferenza europea sulle isole minori, organizzata dalla Regione Toscana assieme all’associazione nazionale dei comuni insulari. La pesca oramai è diventata un’attività residuale. La chimica, la siderurgia, le miniere e la cantieristica sono entrate in crisi strutturale. Le basi militari e i carceri sono stati chiusi. Nelle piccole isole d’Italia e d’Europa, è la premessa, oramai rimane solo il turismo, che se deve fronteggiare la concorrenza di altri paesi all’Elba vale comunque oltre il 50 per cento dell’economia. Senza turismo il reddito degli isolani sprofonderebbe. Il turismo ha dunque grandi meriti. Ma il Pil e il Pil pro capite non dice tutto, è la tesi di Maltinti. E se il turismo porta reddito (all’Elba il Pil è per il 21 per cento più alto della media regionale), quel reddito in buona parte, all’Elba come in tante altre piccole isole, se ne va altrove. Perché il territorio è piccolo e gli acquisti vengono fatti sul continente, perché tanti lavoratori stagionali arrivano da altri territori, perché i proprietari degli stabilimenti e delle strutture turistiche spesso non sono del posto. Il reddito disponibile, non quello prodotto, è di circa il 4 per cento più basso di quello regionale. E con i turisti aumentano naturalmente anche le spese generali: per lo smaltimento dei rifiuti, per i consumi idrici, per i trasporti. Ogni cento euro che un turista spende, ha calcolato l’Irpet, le entrate per gli enti locali crescono di 9 euro ma le spese generali di 14. Senza contare il costo delle case che sale alle stelle e i prezzi per tanti beni di consumo che in estate crescono e riducono il potere d’acquisto degli isolani. Un saldo negativo, ‘risarcibile’, per il ricercatore dell’Irpet, solo aumentando le ricadute locali dell’economia turistica. Nelle isole dell’arcipelago, racconta Maltinti, è anche più basso il livello d’istruzione: meno diplomi e meno lauree, un po’ per la difficoltà nei trasporti e un po’ per l’economia prevalentemente turistica. Più basso è anche il tasso di occupazione e alta la stagionalità. Non sono comunque tutte spine. Le isole minori hanno grandissimi potenzialità. In tanti l’hanno ripetuto stamani all’Elba, anche tra gli ospiti stranieri. Nonostante la forte pressione urbanistica, la qualità ambientale è alta. E se la vita media è più bassa - forse per certi stili di vita, forse per certi lavori più rischiosi – meno diffuse sono le malattie dell’apparato respiratorio. Probabilmente per l’ottima qualità dell’aria. Da migliorare l’accessibilità. 1200 piccole isole d’Europa riunite in federazione Quasi 400 mila abitanti. In Irlanda c’è un’isola con un solo residente Dall’isola d’Elba alla Svezia, passando per la Grecia, l’Irlanda e la Bretagna. Dalla Svezia alle isole Tremiti, passando per Lipari e Ponza. Nel cinquecentesco ex convento di Portoferraio, che ospita il Centro De Laugier e la conferenza europea organizzata dalla Regione Toscana e dall’Ancim, le isole minori hanno lingue, colori e volti diversi. A dare i numeri delle piccole isole d’Europa ci pensa uno svedese, Bengt Almkvist, presidente dell’Esin, la rete ed oggi federazione che riunisce 1200 isole di tutta l’Unione (a volta poco più di un puntino sulla carta) e quasi 400 mila abitanti. L’associazione conta realtà di nove nazioni diverse. “Più un’isola è piccola e maggiori sono i problemi: a partire dai collegamenti e dai trasporti – spiega – Per questo diventa vitale scambiarsi buone pratiche e buone esperienze. Unirsi è un modo per far sentire meglio anche la nostra voce all’Europa, cercando di influenzarne le politiche. E per questo, sette anni fa, abbiamo deciso di dare vita a questa associazione”. La Danimarca conta 27 isole minori, abitate complessivamente da 5100 abitanti. In Finlandia le piccole isole sono ben 831, ma ci vivono solo in 8700. Numeri molto diversi dall’Ile du Ponant della Bretagna, che ha 15 isole con 15 mila abitanti. L’irlanda conta 33 piccole isole: una è abitata da una sola persona, in tutto sono 3000 gli abitanti. Le piccole isole della Scozia sono 90, con 90 mila abitanti, e 576 con 32 mila abitanti quelle della Svezia. In Estonia le 16 isole che fanno parte dell’Esin sono abitate da 47 mila persone, le 48 della Grecia da 65 mila. In Italia le isole minori rappresentate dall’Ancim sono 47 (36 i comuni) e 160 mila gli abitanti: quelle stesse isole, per via del turismo, contano comunque 20 milioni di presenze ogni anno. .  
   
 

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