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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Settembre 2006
 
   
  LUCA PIOLA INSHALLAH SCUOLE CORANICHE A DAKAR

 
   
  Parma, 6 settembre 2006 - Riparte con una mostra fotografica dal sapore del reportage l’attività espositiva della Galleria S. Ludovico di Parma: il prossimo 12 settembre s’inaugura infatti la personale di Luca Piola dal titolo “Inshallah – Scuole coraniche a Dakar”, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Turismo – Serv. Eventi e Mostre e dall’Assessorato alle Politiche Sociali e per le Famiglie del Comune di Parma insieme alla Fondazione Monte di Parma. L’esposizione, che verrà inaugurata martedì 12 settembre alle ore 18. 30, sarà aperta con ingresso libero tutti i giorni con orario 10-13 e 16-19 fino al 24 settembre presso la Galleria S. Ludovico in B. Go del Parmigianino a Parma. Un reportage da Dakar, capitale del Senegal, più nota per il famoso rally automobilistico, passatempo di sportivi e ricchi occidentali in cerca di emozioni desertiche e di rischi esotici. Ovviamente, la “vera” Dakar è un’altra. E’ una capitale africana di un paese povero, dove tra strade polverose e assolate ed edifici spesso fatiscenti gli abitanti vivono la – difficile – vita di tutti i giorni. E’ questo che, con curiosità ma rispetto, Luca Piola ha voluto testimoniare in questa serie di scatti mai casuali sulla casualità della vita africana, utilizzando come filtro interpretativo quell’elemento centrale nella vita comunitaria di un paese islamico rappresentato dalle scuole coraniche. Che in questi scatti figurano come l’unico elemento di una possibile realtà-altra, che spiritualmente ed esteticamente trascende da un quotidiano privo di qualsiasi possibilità per chi lo vive. Questi centri, che a torto o ragione la nostra deformazione da occidentali associa a concetti e terrori che però poco hanno a che vedere con la religione o la spiritualità, rappresentano per una buona fetta della popolazione del pianeta l’unico contatto con una possibile formazione, per quanto fortemente indirizzata a formare “soldati di Allah”. E’ così che possiamo entrare in contatto, da qui, con realtà diversissime da noi, quasi infiltrandoci da curiosi, attraverso l’obiettivo del fotografo, in questo mondo per noi così lontano, per molti motivi. Dove bambine e bambini siedono su una terra polverosa in cerchio, dove la dignità emerge da sguardi silenziosi di giovani donne e uomini, da movimenti e gesti apparentemente qualunque in una realtà che solo ai nostri occhi pare squallida quanto può esserlo un muro scrostato. Luca Piola non è nuovo a questo genere di reportages, a tutti gli effetti, fotogiornalistici: dopo una formazione da fotografo pubblicitario che però gli andava stretta, negli ultimi due decenni Piola ha realizzato numerosi servizi in Italia, Cina, Niger, Bangladesh, Seychelles, Algeria, Bielorussia e, appunto, Senegal: prima di questo reportage, nello Yunnan ha documentato una delle ultime società matriarcali del mondo e in Bangladesh la condizione degli “intoccabili”; ha fotografato l’unica donna italiana che per lavoro fa il comandante di navi e raccontato la vita delle detenute di un carcere bielorusso in una delle zone più contaminate dall’esplosione di Cernobyl. Scrive di lui Tiziana Faraoni, photoeditor di D – La Repubblica delle Donne: “Luca Piola non esprime giudizi, evitando superficialità e arroganza, scegliendo di condividere e osservare dall’interno questo mondo che si apre al fondo di questa periferia del mondo. ” La sua prima personale si data al 1992. Attualmente collabora con diverse riviste nazionali ed internazionali. .  
   
 

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