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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Luglio 2008
 
   
  UMBRIA PENALIZZATA DALLA MANOVRA FINANZIARIA DEL GOVERNO, TAGLI PER 100 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI

 
   
  Perugia, 17 luglio 2008 - “Sono profondamente deluso dall’esito dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi, sulle questioni della sanità, tra Governo e Regioni. Purtroppo si sono avverate le previsioni della vigilia: questo Governo vuole smantellare la sanità e dare poi la colpa alle Regioni”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi, che, alla luce di quanto emerso dal vertice di Roma, si dice anche “molto preoccupato”. “La manovra finanziaria presentata dal Governo, infatti, prevede per la sanità dei tagli per il triennio 2009 – 2011 che, se rimanessero di tali dimensioni, comprometterebbero la sostenibilità del sistema sanitario anche per le Regioni come la nostra – afferma Rosi - che hanno dimostrato fino ad oggi una capacità di governo della spesa sanitaria. Per non parlare poi delle Regioni che sono alle prese con impegnative manovre di rientro che hanno richiesto drastici tagli alla spesa e la compartecipazione dei cittadini attraverso l’introduzione di tasse e ticket. Per queste realtà gli effetti della manovra sarebbero devastanti. In pratica su 21 regioni 18 sarebbero al collasso”. “Queste preoccupazioni, sottolinea l’assessore Rosi, sono state espresse in maniera unanime da parte dei Presidenti e degli Assessori alla Sanità di tutte le Regioni, inclusa la Lombardia che ha la responsabilità del coordinamento interregionale del settore economico-finanziario”. “Vale la pena ricordare alcune cifre perché possa essere più chiara la portata dei tagli, e di conseguenza la gravità della situazione. La manovra del Governo per il 2009 conferma il livello di finanziamento concordato nel Patto per la Salute sottoscritto con il Governo Prodi, ma non riconosce il finanziamento aggiuntivo di 834 milioni corrispondente alla soppressione dei ticket sulle prestazioni di assistenza specialistica. E’ vero che il Governo ha presentato un emendamento alla manovra con il quale ha annunciato la restituzione di questo finanziamento, ma si tratta di un vero e proprio bluff. In realtà lo Stato si limita a mettere a disposizione 50 milioni di euro, recentemente portati a 400 milioni dopo le vivaci proteste. Per la quota mancante la manovra introduce la possibilità per le Regioni di adottare misure di razionalizzazione che permetterebbero risparmi ai bilanci regionali da devolvere alla sanità”. “Ma se andiamo ad analizzare le misure di razionalizzazione previste dall’emendamento – prosegue l’assessore - ci si rende conto che si tratta per lo più di finzioni demagogiche e d’impatto finanziario ridicolo. Ad esempio è stato sbandierato il taglio del 20 per cento delle indennità dei revisori dei conti e dei direttori di nuova nomina. Ma essendo i direttori dell’Umbria (e con loro direttori amministrativi e sanitari) i meno pagati d’Italia avremo un risparmio insignificante”. “Se guardiamo poi ai dati della manovra per i prossimi anni vediamo che gli ulteriori incrementi previsti dell’1,2 per cento per il 2010 e del 2,2 per cento per il 2011 risultano i più bassi nella storia della sanità ‘regionalizzata’. Si deve oltretutto sottolineare che se si considera il costante aumento della popolazione (0,5 per cento all’anno) ed il trend inflattivo ormai prossimo al 4 per cento, si può tranquillamente affermare che per i prossimi anni siamo in presenza di un incremento reale pressoché nullo se non addirittura di segno negativo in un settore caratterizzato da una crescente disponibilità di tecnologie molto costose che offrono nuove opportunità di diagnosi e cura che contribuiscono in maniera determinante al miglioramento delle aspettative di sopravvivenza e di qualità della vita che non sarebbe etico negare ai cittadini”. L’assessore Rosi ha evidenziato che “pur in presenza di un indice di invecchiamento tra i più alti del paese, la nostra Regione fa registrare per il 2007 una spesa procapite di 1. 715 euro, molto inferiore alla media nazionale che è di 1. 731 euro. Se poi il confronto viene ristretto alle Regioni con invecchiamento pari a quello dell’Umbria, la differenza è ancora più netta (Liguria: 1. 906, Emilia Romagna 1. 811, Toscana 1. 740)”. Complessivamente nel periodo 2006-2008 si è registrato un incremento nel finanziamento del 13,4 per cento contro il 5,37 per cento del triennio successivo. Se consideriamo gli incrementi in valore assoluto possiamo concludere che nel prossimo triennio riceveremo oltre 100 milioni in meno rispetto a quelli che erano attesi sulla base del trend del 4,09 per cento relativo al periodo precedente. “Si tratta di un sottofinanziamento che, per essere integrato, richiederebbe ad una regione come la nostra di ricorrere ad un’addizionale ‘Irpef’ pari a circa il 5 per cento o a tickets devastanti. E pare certo, inoltre, che il fondo nazionale per la non-autosufficienza non verrà confermato e tuttora c’è da erogare quello stabilito dal passato governo Prodi (circa 8 milioni di euro)”. “Per ciò che riguarda l’Umbria – conclude Rosi - mancherebbero alla fine 100 milioni di euro in 3 anni. Una cifra che potrebbe mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale che, per sopravvivere, si vedrebbe costretto all’imposizione di tickets, tasse o a ridurre in maniera insopportabile servizi sanitari fondamentali per i cittadini. Insomma, l’Umbria dei conti in ordine, degli ospedali nuovi e delle positive razionalizzazioni concluse e previste si vedrebbe oggetto di una incomprensibile e immeritata penalizzazione”. .  
   
 

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