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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Settembre 2006
 
   
  SEM TERRA – LIBERA TERRA: UN FILO DI LIBERTA’ UNISCE L’ITALIA E IL BRASILE

 
   
   “La libertà nel nostro paese va liberata. Le lotte dei Sem Terra brasiliani come il lavoro sui beni confiscati alla mafia sono espressioni di dignità”. Lo ha affermato il fondatore di Libera don Luigi Ciotti l’8 settembre al Sana, il Salone del Naturale svoltosi alla fiera di Bologna, ad un incontro organizzato da Conapi che ha messo a confronto le due esperienze di riscatto della terra attraverso il lavoro delle cooperative e dei contadini. Un lavoro “vero, né protetto, né finto”, quello delle cooperative di Libera Terra nel sud Italia, a cui si coniuga la qualità della certificazione biologica. E’ la corresponsabilità di chi sceglie questi prodotti a fare la differenza, il valore in più che permette di creare sviluppo trasparente su terre che erano soggiogate al potere mafioso. Ad oggi, ha ricordato don Ciotti, sono 7. 199 gli immobili confiscati in Italia, 3. 301 dei quali già assegnati al lavoro delle cooperative che producono pasta, olio, vino e legumi. Proprio oggi sono state presentate le prime confezioni di frise pugliesi. Sono così tre le regioni con prodotti tipici a marchio Libera Terra: oltre alla Puglia, la Sicilia e la Calabria. La Provincia di Bologna, particolarmente sensibile su questi temi, ha voluto che l’incontro si tenesse presso il proprio spazio espositivo. La presidente Beatrice Draghetti nell’aprire l’incontro con alcuni assessori, ha ricordato l’adesione della sua amministrazione all’Agenzia Cooperare con Libera Terra, nata per sostenere l’attività e lo sviluppo delle cooperative. Il sottosegretario alle politiche agricole Guido Tampieri ha rimarcato il ruolo attivo delle istituzioni nel porre, in questo ambito, obiettivi raggiungibili, quale l’equità redistributiva delle risorse. Una redistribuzione ancora non attuata in Brasile, dove pure il programma “Fame Zero” del Governo Lula ha già coinvolto 11 milioni di famiglie. “Il nostro paese è al dodicesimo posto fra i paesi più ricchi, ma è al decimo in quanto a disuguaglianza sociale” ha affermato in merito il sottosegretario del Ministero per lo Sviluppo Agrario del Brasile Humberto Oliveira, il quale ha paragonato il dominio della mafia sulla terra al “lavoro schiavo” di tanti contadini brasiliani. “Sarebbe bello – ha concluso Oliveira - che, come in Italia, le terre brasiliane confiscate allo schiavismo fossero redistribuite a chi le lavorava”. .  
   
 

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