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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Settembre 2006
 
   
  1° RAPPORTO ACI-EURISPES SULLA QUALITÀ DELLA MOBILITÀ NELLE PROVINCE ITALIANE AOSTA PRIMA IN CLASSIFICA , FOGGIA FANALINO DI CODA MA NESSUNA DELLLLE 103 PROVIN CE ITALIANE SI AVVICINA ALLO STANDARD IDEALE

 
   
  Roma, 13 Settembre 2006 - Un Paese incapace di soddisfare la richiesta di mobilità dei propri cittadini, costretti a privilegiare – in assenza di valide alternative – l’uso indiscriminato dell’auto. Un Paese privo di un sistema adeguato di trasporto pubblico, ma privo anche delle infrastrutture necessarie per far fronte all’inevitabile costante aumento del traffico veicolare. Un Paese in cui ogni città, perfino Aosta che è risultata la migliore per Qualità della Mobilità, è ben lontana dagli standard imposti dalla società del ventunesimo secolo. E’ quanto emerge dal 1° Rapporto Aci-eurispes sulla Qualità della Mobilità nelle province italiane, presentato oggi a Roma presso la sede dell’Automobile Club d’Italia. Il documento di 600 pagine fotografa lo stato della mobilità nel Paese e costituisce la base di lavoro per un osservatorio permanente finalizzato a stimolare il continuo dibattito tecnico e politico sui temi del traffico e della mobilità. Il Rapporto classifica 103 province italiane sulla base dell’Iqm (Indice di Qualità della Mobilità), calcolato per ogni città attraverso un insieme di indicatori statistici. Il documento propone anche un’indagine condotta su 3. 500 cittadini sull’uso dell’auto e del mezzo pubblico, un’anticipazione degli esperti sulle linee di sviluppo della mobilità in Italia e 10 focus tematici su: il sistema dei trasporti; il trasporto pubblico locale; la sicurezza stradale; il traffico urbano; i sistemi di trasporto intelligente; il car sharing; il parco veicolare; l’educazione e l’informazione; la qualità dell’ambiente urbano; la mobilità dei disabili. «Il Rapporto mette in luce tre punti nevralgici per il sistema italiano della mobilità – dichiara il Presidente dell’Aci, Franco Lucchesi – che sono l’incidentalità stradale, l’inadeguatezza del trasporto pubblico locale e la scarsa pianificazione territoriale. La sicurezza stradale è un fattore predominante e il suo peso nel calcolo dell’indice di qualità della mobilità è assai elevato. I dati dimostrano come gli incidenti rappresentino una vera emergenza soprattutto per le grandi città, dove addirittura un cittadino su quattro è incorso almeno una volta in un incidente stradale. Il trasporto pubblico locale – continua Lucchesi – è un altro importante elemento che, purtroppo, porta al ribasso l’indice di qualità della mobilità delle nostre province. Lo stato di crisi cronica del mezzo pubblico, non l’automobile, è la causa primaria della congestione e dell’inquinamento. L’uso abnorme del mezzo privato è solo una conseguenza dell’insufficienza del trasporto pubblico. L’inadeguatezza della pianificazione territoriale – conclude il Presidente dell’Aci – è il terzo fattore critico del sistema di mobilità. Il Rapporto la colloca al primo posto tra le emergenze evidenziate dagli opinion leader. L’aci ha più volte sottolineato il problema, ma finora nulla è stato fatto dagli amministratori locali che, per rimediare ai loro errori e alla loro inerzia, ricorrono a politiche vessatorie e punitive verso gli automobilisti, benché questi ultimi siano “colpevoli” solo di cercare un rimedio alla stortura di un territorio malamente organizzato e urbanizzato». «L’automobile in Italia – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – è un po’ come dottor Jekyll e Mister Hyde: da un lato, essa rappresenta un impressionante moltiplicatore di fatturato e di attività economiche (dalla produzione alla vendita delle autovetture alla raffinazione e vendita di prodotti petroliferi, dagli interessi delle compagnie assicurative al ruolo impositivo dello Stato – accise sui carburanti, tassa sulla proprietà, pedaggi stradali e autostradali, ecc. – ) dall’altro, la stessa viene vista come una specie di vacca da mungere, restituendo poco o nula in servizi, comodità e agi per l’automobilista (incrementi del prezzo della benzina e mai diminuzioni, inefficienza dei tratti viari e stradali, pochezza dei servizi e delle risorse da destinare agli utenti dell’automobile, ecc. ) o di dèmone (soprattutto quando viene attribuita all’automobile la responsabilità per tutti i tipi di inquinamento). La verità – conclude il Presidente dell’Eurispes – è che nell’attuale società, dove il bisogno di spostamento e di mobilità delle persone è alla base di quasi tutte le attività economiche e sociali, è necessario produrre ogni sforzo (sia a livello istituzionale e di governo sia a livello dei cittadini) perché l’automobile diventi sempre più espressione di libertà di movimento». L’iqm: La Classifica Delle Province. Aosta si colloca al primo posto della classifica Aci-eurispes per Qualità della Mobilità, seguita da Siena, Parma, Pisa e Terni. L’esame della graduatoria riporta tra i primi venti posti ben dieci province dell’Italia centrale (nell’ordine, Siena, Pisa, Terni, Lucca, Arezzo, Perugia, Massa, Firenze, Pesaro ed Ascoli Piceno), sei del Nord-ovest (Aosta, Mantova, Trento, Biella, Cuneo, Brescia) e quattro del Nord-est (Parma, Ravenna, Udine e Bologna). Per quanto riguarda le province meridionali, negli ultimi posti si posizionano tutte città del Sud (a partire dalla 82esima posizione), con performance estremamente negative per l’Italia insulare. L’analisi regionale evidenzia per la Toscana una situazione privilegiata, con ben sei province (Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, Massa e Firenze) su dieci collocate tra i primi venti posti della classifica; entrambe le province umbre si collocano all’inizio della classifica, posizionandosi al 5° posto Terni ed al 13° Perugia; tra le regioni del Nord-est, il risultato migliore è registrato dall’Emilia Romagna che piazza ben tre province (Bologna, Parma, Ravenna) all’inizio della classifica. Le realtà laziali non godono di “buona salute” rispetto alla mobilità: Roma occupa il 33° posto della classifica, mentre le restanti quattro province si collocano in posizioni piuttosto critiche (Rieti 50esima, Viterbo 67esima, Frosinone 73esima e Latina 81esima). Nella parte opposta della graduatoria si posiziona la Sicilia con ben cinque province che si collocano agli ultimissimi posti: Ragusa (93°), Trapani (98°), Siracusa (99°), Agrigento (101°) e Caltanissetta (102°). Detiene il primato negativo una provincia pugliese, Foggia, che si colloca in ultima posizione, ma anche le altre conseguono risultati poco soddisfacenti: Bari 100esima, Taranto 90esima e Brindisi 83esima. La Sardegna non appare una realtà invidiabile con ben tre province su quattro in zona critica (Nuoro 96esima, Oristano 84esima e Sassari 80esima) e Cagliari a circa metà della classifica (58° posto). L’indagine Campionaria. L’indagine ha rilevato l’opinione degli intervistati rispetto: a) al gradimento circa l’efficienza della rete infrastrutturale stradale; b) al livello di fruibilità dei servizi offerti al cittadino-automobilista; c) alla soddisfazione circa i tempi e le modalità di raggiungimento del proprio posto di lavoro. Per la netta maggioranza degli italiani, il 58,3%, la mobilità è legata soprattutto al lavoro, che rappresenta quindi la ragione principale degli spostamenti dei cittadini. L’auto privata è senza dubbio il mezzo di trasporto privilegiato: a quanti, circa il 64%, la usano sistematicamente in qualità di conducente, vanno aggiunti anche i cittadini che per i propri spostamenti ricorrono soprattutto al passaggio in macchina (poco meno di uno su quattro). Tra le ragioni del ricorso prevalente al mezzo di trasporto privato vi è innanzitutto la rapidità degli spostamenti (37%). Infatti i tempi medi di spostamento risultano sensibilmente inferiori rispetto a quelli dichiarati da quanti optano per un mezzo di trasporto pubblico: oltre il 72% impiega generalmente meno di mezz’ora per raggiungere il luogo di destinazione con la propria vettura, mentre tra quanti si spostano in autobus o in tram la percentuale scende al 40,5%. Se la mobilità privata consente maggiore rapidità, autonomia e comodità, non mancano però le criticità connesse a questo tipo di scelta: il traffico innanzitutto, indicato dal 47% degli intervistati quale principale nucleo di criticità, soprattutto da quanti abitano nei comuni di grandi dimensioni o nelle città metropolitane. Sono sempre questi ad avvertire maggiormente il problema dello smog, mentre la presenza di mezzi pesanti è vissuta come fonte principale di disagio principalmente dai cittadini dei piccoli comuni. Il 46% degli automobilisti impiega mediamente più di 10 minuti per trovare parcheggio in centro, soprattutto nelle città metropolitane (58%), dove è più elevata anche la probabilità di essere coinvolto in incidenti stradali: il 22,4% dei residenti nelle città metropolitane è incorso in infortuni nell’ultimo anno (16,6% nei piccoli comuni). L’insufficienza del servizio pubblico rappresenta invece il problema più sentito (30%) dal campione e sono proprio i cittadini residenti nelle città metropolitane (40%) e delle Isole (43%) a considerare prioritario affrontare questo tipo di problema in materia di mobilità. Il 23% degli intervistati considera invece più grave la mancanza di percorsi alternativi e/o servizi di informazione a contrasto del traffico. A questo proposito, se un italiano su tre, il 35%, per evitare il traffico cerca di non spostarsi durante le ore di punta, la maggioranza (52,5%) riconosce l’utilità dei servizi telematici e di controllo/gestione della mobilità (varchi elettronici, display luminosi, ecc. ), considerati più utili rispetto ad un notiziario locale sulla mobilità (32,6%). Diversamente, il 20% del campione considera prioritario intervenire innanzitutto sugli orari di ingresso negli uffici e nelle scuole: si tratta di un’esigenza avvertita prevalentemente da quanti abitano nei grandi comuni e nelle città metropolitane. Le Interviste A Testimoni Privilegiati. Attraverso le interviste ad opinion leader e ad esperti del settore si è cercato di rappresentare le principali criticità, le ipotesi più valide di intervento e di soluzione dei problemi del traffico e della mobilità. E’ emersa innanzitutto la necessità di cambiare le modalità di approccio al tema della mobilità, conferendo centralità alle specificità territoriali ed agli elementi di sostenibilità finanziaria e ambientale dei progetti. La pianificazione degli interventi in materia di mobilità è finora avvenuta, infatti, ad avviso dei testimoni privilegiati, senza tenere sufficientemente conto delle dinamiche insediative, delle persone e dei processi di sviluppo produttivo dei diversi territori. In questo senso si rendono necessari, da un lato, un maggiore coordinamento tra la pianificazione urbanistica e la pianificazione dei trasporti e, dall’altro, la promozione di una progettazione partecipata degli interventi, basata sulle reali esigenze del territorio ed aperta a tutti i portatori di interessi economici, alle parti sociali e alla società civile. Per quanto riguarda, in particolare, le misure atte a contrastare l’impatto negativo del traffico sull’ambiente e adottate dalle diverse province del territorio italiano, numerosi testimoni privilegiati concordano sul fatto che alla tendenza ad utilizzare misure “tampone” ed emergenziali andrebbe sostituita, da questo punto di vista, l’adozione di una politica programmatica di lungo periodo, che consenta un cambiamento strutturale del modello di mobilità vigente. In questo senso, i provvedimenti adottati da alcune Amministrazioni hanno puntato, ad esempio, sul car pooling (uso di una stessa autovettura privata da più persone per il medesimo spostamento), sul finanziamento di auto elettriche a servizio degli utenti dei parcheggi di scambio o, ancora, sul rinnovo del parco veicolare pubblico, con l’introduzione di autobus a metano o la sostituzione dei vecchi mezzi di trasporto con altri di tipo elettrico, primi passi verso una mobilità equilibrata e rispettosa dell’ambiente.
Graduatoria Delle Province Relativa All’indice Di Qualità Della Mobilità
Pos. Province Misura Dello Sviluppo Pos. Province Misura Dello Sviluppo
1 Aosta 0,7768 53 Savona 0,9084
2 Siena 0,7955 54 Pescara 0,9091
3 Parma 0,8217 55 Verbania 0,9101
4 Pisa 0,8242 56 Imperia 0,9115
5 Terni 0,8339 57 Gorizia 0,9115
6 Lucca 0,8354 58 Cagliari 0,9127
7 Mantova 0,8401 59 Bolzano-bozen 0,9156
8 Ravenna 0,8435 60 Alessandria 0,9163
9 Arezzo 0,8487 61 Rimini 0,9184
10 Trento 0,8492 62 Padova 0,9194
11 Biella 0,8535 63 Chieti 0,9207
12 Cuneo 0,8547 64 Teramo 0,9225
13 Perugia 0,8559 65 Isernia 0,9229
14 Udine 0,8597 66 Salerno 0,9236
15 Massa 0,8649 67 Viterbo 0,9249
16 Firenze 0,8655 68 Verona 0,9251
17 Pesaro 0,8675 69 Lodi 0,9259
18 Brescia 0,8681 70 Matera 0,9261
19 Bologna 0,8685 71 Trieste 0,9271
20 Ascoli Piceno 0,8704 72 Milano 0,9271
21 La Spezia 0,8732 73 Frosinone 0,9296
22 Pavia 0,8741 74 Catanzaro 0,9308
23 Reggio Emilia 0,8750 75 Lecce 0,9320
24 Venezia 0,8767 76 Catania 0,9369
25 Belluno 0,8772 77 Rovigo 0,9399
26 Como 0,8778 78 Cosenza 0,9437
27 Livorno 0,8788 79 Genova 0,9448
28 Piacenza 0,8790 80 Sassari 0,9472
29 Pordenone 0,8802 81 Latina 0,9528
30 Macerata 0,8812 82 Reggio Calabria 0,9544
31 Prato 0,8835 83 Brindisi 0,9547
32 Ferrara 0,8841 84 Oristano 0,9564
33 Roma 0,8851 85 Enna 0,9575
34 Ancona 0,8872 86 Messina 0,9580
35 L´aquila 0,8876 87 Benevento 0,9581
36 Vicenza 0,8890 88 Vibo Valentia 0,9582
37 Cremona 0,8912 89 Palermo 0,9626
38 Bergamo 0,8912 90 Taranto 0,9630
39 Novara 0,8915 91 Potenza 0,9660
40 Pistoia 0,8926 92 Crotone 0,9690
41 Modena 0,8942 93 Ragusa 0,9692
42 Forlì 0,8951 94 Avellino 0,9692
43 Varese 0,8955 95 Napoli 0,9705
44 Sondrio 0,8964 96 Nuoro 0,9714
45 Treviso 0,8990 97 Caserta 0,9715
46 Lecco 0,8992 98 Trapani 0,9729
47 Torino 0,8998 99 Siracusa 0,9767
48 Vercelli 0,9034 100 Bari 0,9834
49 Rieti 0,9044 101 Agrigento 0,9890
50 Grosseto 0,9054 102 Caltanissetta 0,9998
51 Campobasso 0,9056 103 Foggia 0,9999
52 Asti 0,9071
Fonte: Aci-eurispes
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