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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Settembre 2006
 
   
  NEL SECONDO TRIMESTRE 2006 CRESCONO GLI ORDINI DI MACCHINE UTENSILI (+26,9%). RISULTATI POSITIVI SIA DAL MERCATO INTERNO (+59,4%) SIA DA QUELLI STRANIERI (+2,8%)

 
   
  Cinisello 19 settembre 2006 - Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre: “È ora necessario che il governo elimini tutte le restrizioni imposte alle imprese industriali dal cosiddetto ‘pacchetto Visco’ che, così impostato, porta un ingiusto aumento dei costi, rivelandosi un vincolo al mantenimento della competitività delle nostre aziende”. Nel secondo trimestre 2006, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, ha registrato una crescita del 26,9%, rispetto allo stesso periodo del 2005, attestandosi ad un valore dell’indice pari a 78,3 (base 2000=100). Tale risultato è stato determinato, principalmente, dall’ottimo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato interno cresciuti del 59,4% rispetto allo stesso trimestre del 2005. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 70,6 punti. Alla luce di questo dato sono due le considerazioni: da un lato, nonostante il valore assoluto sia ancora inferiore a quello dell’anno base (108,8), esso è comunque al di sopra del valore medio degli ultimi dieci anni (65), dall’altro, occorre considerare che il confronto avviene con il secondo trimestre 2005 che si era rivelato particolarmente negativo. Per quanto concerne l’estero, prosegue il trend positivo degli ordini raccolti sui mercati stranieri che hanno registrato un incremento del 2,8%. In valore assoluto l’indice ha raggiunto 83,1 punti; si tratta del valore più alto dal 2000. A livello complessivo, nei primi sei mesi dell’anno in corso, l’indice totale degli ordini ha registrato un incremento del 21,6% rispetto allo stesso periodo del 2005, in virtù del positivo riscontro sia dal mercato domestico (+26,4%) sia dall’estero (+15,9%). Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, ha così commentato: “tali risultati confermano, da un lato, la ripresa degli investimenti in beni strumentali, in atto nel mercato domestico, che segna risultati positivi ormai da tre trimestri consecutivi, dall’altro, il proseguire della dinamicità dei mercati stranieri”. “Credo - prosegue Tacchella - che la prossima edizione di Bi-mu, la biennale della macchina utensile in programma in ottobre (dal 5 al 10) presso i padiglioni della nuova fiera di Milano, sarà il momento decisivo per consolidare e dare ulteriore slancio alla avviata ripresa interna. Ciò conferma l’avvedutezza dei costruttori italiani e stranieri che hanno già aderito alla manifestazione espositiva, che quest’anno celebra la sua venticinquesima edizione, a testimonianza del successo e dell’apprezzamento che espositori e visitatori le riservano da quasi cinquanta anni”. D’altro canto - rileva il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - affinché la ripresa in atto sul mercato interno assuma carattere strutturale, occorre che il sistema paese supporti tale processo. A tale proposito siamo sostanzialmente d’accordo con le politiche di liberalizzazione avviate dall’attuale governo, anche se riteniamo che debbano essere indirizzate anche a altri comparti, quali, per esempio, quello delle banche, dell’energia e dei trasporti. Interventi in tali settori avrebbero, infatti, maggiore impatto sulla competitività dell’intero sistema industriale italiano. A ciò occorre aggiungere misure volte a sviluppare, ove possibile, un adeguato sistema infrastrutturale che ci penalizza ancora pesantemente. Vista la carenza di risorse a disposizione, è necessario che il governo si concentri su un numero limitato di priorità. Infine, occorre prevedere una decisa riduzione della pressione fiscale complessiva, sia sul fattore lavoro sia sul capitale, elemento gravemente penalizzante per le nostre imprese”. “E’ ora necessario che il governo elimini tutte le restrizioni imposte alle imprese industriali dal cosiddetto ‘pacchetto Visco’ che, così impostato, porta un ingiusto aumento dei costi, rivelandosi un vincolo al mantenimento della competitività delle nostre aziende”. “Ribadiamo la necessità di liberalizzare le quote di ammortamento dei beni strumentali. Una misura, questa, che, sebbene destinata specificatamente al settore dei sistemi di produzione, porterebbe giovamento a cascata a tutto il sistema industriale del paese”. “I risultati raccolti fuori dal territorio nazionale confermano l’apprezzamento del made by Italians settoriale nelle principali aree di sbocco del nostro export ma occorre consolidare la nostra presenza su tali mercati in modo strutturato. La capacità di istallarsi in zone con buone prospettive di crescita futura sono alla base del mantenimento della competitività sui mercati esteri”. “A tal fine, la neutralità fiscale dei processi di aggregazione tra imprese aventi obiettivi comuni, è uno strumento necessario per far fronte alla limitata dimensione aziendale delle nostre imprese, ostacolo all’evoluzione dei processi di internazionalizzazione e di innovazione del settore”. “A questo proposito - conclude Alberto Tacchella - chiediamo misure volte, da un lato, a favorire l’attività di innovazione svolta in piena autonomia dalle imprese e, dall’altro, la collaborazione continua e costante con il mondo accademico e della ricerca, per sviluppare un circolo virtuoso che coinvolga imprese, università e centri di ricerca”. “Tra le misure che possono favorire lo svilupparsi di tale circolo suggeriamo l’introduzione di un credito di imposta pari al 50% del totale delle spese in ricerca per progetti assegnati dalle imprese alle università”. . .  
   
 

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