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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Gennaio 2009
 
   
  L´EURO HA 10 ANNI: SIMBOLO DELL´INTEGRAZIONE E SCUDO CONTRO LA CRISI

 
   
   Strasburgo, 14 gennaio 2009 - Uno dei più grandi successi dell´Europa, simbolo dell´integrazione, fattore essenziale di stabilità e strumento fondamentale per la difesa dell´Ue dagli choc economici e finanziari esterni. E´ così che il Presidente Pöttering, Jean-claude Trichet, Jean-claude Juncker, Joaquín Almunia e Valéry Giscard d´Estaing hanno definito l´euro nella seduta solenne che ha celebrato il decimo anniversario della sua introduzione. Dopo la proiezione di un video storico, il Presidente Hans-gert Pöttering ha dato inizio alla seduta solenne sottolineando che l´introduzione dell´euro è stata una delle più importanti decisioni assunte dall´Ue. La moneta unica, ha proseguito, è un elemento fondamentale del mercato comune ed ha semplificato i commerci, ispira fiducia ed è un vantaggio sicuro per i cittadini europei. Ha inoltre dotato l´Eurozona di uno strumento di difesa dagli choc esterni. Il Presidente ha infatti rilevato come l´euro abbia portato alla stabilità, salvando l´Europa dalle ripercussioni della recente crisi: «senza l´euro le conseguenze sarebbero state di gran lunga peggiori». Ha poi affermato che la moneta unica rappresenta un segnale che l´Ue è in grado di adottare misure per il suo futuro comune. Osservando come, con l´adesione della Slovacchia all´inizio dell´anno, la zona euro è ora composta di 16 Stati, il Presidente ne ha auspicato un ampliamento «che la renderà ancora più stabile». Ha quindi voluto ringraziare tutti i protagonisti del passato che hanno promosso l´adozione dell´euro e coloro che lo gestiscono nel presente e, citando quanto detto da Helmut Khol nel 1998, ha affermato: «la moneta è molto di più di un mezzo di pagamento, è parte dell´identità culturale e indicatore della stabilità politica». In conclusione, ha augurato all´euro tanta fortuna, nella speranza che continui ad essere un elemento positivo. Anche per Jean-claude Trichet, Presidente della Bce, l´euro è una delle più grandi realizzazioni dell´Europa, ed ha ricordato che per decenni l´idea di una moneta unica è stata condivisa da pochi ma oggi è una realtà per 329 milioni di cittadini. L´adozione dell´euro, ha aggiunto, sarà un giorno considerata come una tappa decisiva verso un´unione sempre più stretta tra i popoli europei. Ha poi reso omaggio ai padri fondatori dell´Europa, tra i quali ha citato Alcide De Gasperi, e ai capi di Stato e di governo che sono stati degli europei «determinati, convinti e coraggiosi» e «senza i quali non ci sarebbe stato l´euro». Da dieci anni, ha proseguito, i cittadini beneficiano di una stabilità dei prezzi senza precedenti per alcuni paesi, che «protegge i redditi e il risparmio, contribuisce a ridurre i costi del finanziamento, incoraggia gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e la prosperità nel medio termine». La moneta unica, inoltre, «è un fattore di dinamismo per l´economia europea, ha migliorato la trasparenza dei prezzi, rafforzato gli scambi commerciali e favorito l´integrazione economica e finanziaria». In tempi di turbolenze, inoltre, ha dimostrato la sua validità: senza di esso non avremo potuto agire contro la recente crisi finanziaria. Il governatore della Bce ha poi ricordato che è stato il Parlamento europeo a proporre per la prima volta, nel 1962, l´adozione di una moneta unica, e in proposito ha sottolineato l´importanza del costante dialogo tre le due istituzioni. Ma il successo dell´Unione Economica e Monetaria, ha ammonito, dipende da come saranno affrontate le future sfide: la crisi finanziaria, l´attuazione del patto di stabilità e l´allargamento dell´Eurozona. Jean-claude Juncker, Presidente dell´Eurogruppo, ha rilevato che negli ultimi 50 anni l´Europa ha dimostrato la capacità di creare lo spirito necessario per attuare le sue ambizioni: mercato interno, ampliamento e, appunto, l´Unione economica e monetaria. Quest´ultima, ha ricordato, ha percorso un lungo cammino non privo di difficoltà e di molti detrattori nel mondo politico e accademico e anche tra i banchieri centrali. Dopo aver richiamato le principali tappe che hanno portato all´adozione dell´euro, ha voluto rendere omaggio alla visione, alla lungimiranza e all´impegno delle persone che lo hanno promosso. L´euro, ha quindi sottolineato, «è diventato il segno più tangibile dell´integrazione europea», riconosciuto nel mondo e garanzia di stabilità, e protegge i cittadini dalle conseguenze più gravi della crisi economica. Ma i veri esami per la coesione e la coerenza della zona euro devono ancora arrivare. Si tratta, ha spiegato, di sfide interne ed esterne. Riguardo alle prime ha sostenuto che i governi dell´Eurozono dovranno agire insieme per contenere gli effetti della crisi economica, adottare misure eccezionali e politiche macroeconomiche prudenti, orientate alla crescita. Sul piano esterno, poi, il ripristino della stabilità dell´economia finanziaria e reale «implica una profonda riforma del sistema finanziario, e l´eliminazione di importanti squilibri nel mix tra consumo e risparmio globale». A tal fine occorrerà collaborare con l´America e l´Asia. In proposito, tuttavia, ha rilevato come spesso, in Europa, gli interessi nazionali prevalgano su quelli comuni. Ha quindi concluso sostenendo che l´Uem è prima di tutto un progetto politico e, di conseguenza, si dovrà mettere a profitto il prossimo decennio per rafforzare le istanze politiche dell´Uem. Per Joaquín Almunia, commissario incaricato della politica monetaria, 10 anni dopo l´introduzione della moneta unica bisogna essere orgogliosi dei suoi risultati. «L´euro e l´Uem sono un successo straordinario», ha spiegato: a valuta europea ha aiutato a far fronte alla crisi economica, è confrontato al dollaro come divisa internazionale e fa ora parte della vita quotidiana per circa 330 milioni di cittadini. A quest´ultimo proposito, ha sottolineato che l´euro è un simbolo dell´identità europea e ricorda i benefici dell´integrazione: bassa inflazione, stabilità dei prezzi, impulso al commercio, creazione di posti di lavoro (3 milioni in più rispetto al decennio precedente), stimolo del mercato interno e protezione dalle oscillazioni esterne. Senza l´euro, ha ribadito, la crisi sarebbe stata di gran lunga peggiore. A questo proposito ha rilevato l´importanza del patto di stabilità e delle misure adottate dalla Bce, che hanno evitato il collasso finanziario, mentre la zona euro è sempre più attraente. Le istituzioni Ue, gli Stati membri, l´Eurogruppo e la Bce, ha aggiunto, devono ora lavorare congiuntamente per rimettere le economia sul sentiero della crescita sostenibile e, in proposito, ha riaffermato la validità delle proposte della Commissione. L´approfondimento della vigilanza sui bilanci e la sua estensione a altri aspetti macroeconomici, la connessione tra le politiche macroeconomiche, le riforme strutturali, la protezione esterna dell´euro e la migliore governance dell´Uem, ha concluso, devono essere le basi su cui dovrà poggiare il prossimo decennio, affinché abbia altrettanto successo del primo. Valéry Giscard D´estaing, ex Presidente della Repubblica francese, ha anzitutto reso omaggio a coloro che hanno tracciato il cammino verso l´adozione dell´euro, ripercorrendone le principali tappe. Nel sottolineare che il successo dell´euro ha superato le aspettative dei suoi detrattori e anche dei suoi sostenitori, ha rilevato che la moneta unica è diventata la seconda divisa mondiale e «una delle più rispettate». La sua buona gestione, ha aggiunto, «ne ha fatto uno scudo contro la crisi economica e una base per la crescita senza inflazione». Senza l´euro, ha spiegato, «l´Europa continentale sarebbe oggi scossa da una tormenta monetaria che aggraverebbe la crisi economica». La politica monetaria, ha proseguito, «deve sforzarsi di contenere l´effetto depressivo della crisi e preparare il ritorno di una crescita senza inflazione quando dovranno essere saldati i deficit pubblici e l´indebitamento generati dalla crisi». Ha però ammonito «dal voler dare all´euro una dimensione mondiale che lusingherebbe la nostra vanità ma che moltiplicherebbe i nostri rischi». L´euro, ha insistito, «è la moneta del Continente europeo e deve esprimere la sua cultura particolare». Ha poi sostenuto la necessità di rimettere in ordine la regolazione bancaria dell´Eurozona, su impulso e sotto la supervisione della Bce. Infine, ha concluso sostenendo che il successo dell´euro, simbolo dell´integrazione, «deve darci il coraggio di andare più avanti nella costruzione dell´Europa»; «alla fatalità del fallimento, bisogna opporre la dinamica del successo che, oggi, ha un bel nome: si chiama euro». Dopo l´intervento dell´ex Presidente della Repubblica francese sono intervenuti la Presidente della commissione economica e monetaria del Parlamento e il relatore sui 10 dell´Uem. Hanno poi preso la parola i rappresentanti dei gruppi politici. Tra questi, Cristiana Muscardini (Uen, It) ha rilevato che dopo 10 anni, lo spazio crescente dell´euro negli scambi internazionali e il suo utilizzo come valuta di riserva «dimostrano che è moneta di riferimento nel mondo, che ha garantito la stabilità monetaria e ha contribuito all´integrazione dell´economia degli Stati che l´hanno adottato». E ciò «a prescindere da alcuni errori di valutazione che hanno creato problemi ai cittadini sia per il reale valore di cambio tra la moneta nazionale e l´euro che per i pochi controlli effettuati, poi, sui costi di merci e servizi». L´euro, ha ricordato, «è nato senza imposizioni esterne, senza guerre di conquista o egemonie politiche», è stato il risultato della libera convergenza di undici governi, che hanno creduto nella creazione di un´unione economica e monetaria «come passo essenziale per tentare di arrivare a quell´unione politica che, purtroppo, è ancora una meta da raggiungere». A suo parere, alcuni dei problemi che si sono verificati «sono dovuti all´inefficienza di un sistema che non aveva previsto i modi per guidare l´altro grande fenomeno concomitante e cioè l´accelerazione del processo di mondializzazione e i grandi cambiamenti delle ragioni di scambio a livello internazionale». Ma l´euro ha comunque consentito di affrontare una serie di difficoltà, la più grave quella dell´attuale crisi finanziaria, e «ci ha protetto dalle forti tensioni che si sono verificate sui mercati: se non avessimo avuto l´euro avremmo ripetuto in peggio l´esperienza del 1992». Nel salutare l´ingresso della Slovacchia nell´Uem, ha poi sottolineato per fare fronte alla crisi attuale le misure della Bce e della Commissione «hanno svolto un ruolo di tamponamento e di contenimento ma - ha ribadito - ci sembra inconcepibile una politica monetaria sganciata dalla politica economica». Ha quindi rilevato la necessità di un dialogo tra le istituzioni nazionali responsabili delle politiche economiche, le banche centrali e la Bce. La deputata, ha quindi sostenuto la necessità di affrontare il cambiamento «riportando al centro l´economia reale e maggiore coesione e connessione tra banca centrale e le istituzioni europee preposte all´indirizzo politico e programmatico». Una politica economica comune sui grandi temi strategici, ha concluso, «è di interesse vitale per i cittadini e non può essere rimandata». .  
   
 

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