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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Gennaio 2009
 
   
  FARMACI BIOLOGICI: NO A LIMITAZIONE DELLE CURE MA PRESCRIZIONI APPROPRIATE

 
   
  Roma, 14 gennaio 2009 - Negli ospedali del Lazio non è in atto alcuna limitazione della somministrazione di farmaci per l’artrite reumatoide ne per altre patologie. Questa rassicurazione la Regione l’ha già data prima della fine dell’anno 2008 a tutti i malati che avevano segnalato il problema. In considerazione però del fatto che, nonostante i chiarimenti forniti, si insiste a denunciare addirittura il taglio del 50% dei farmaci è il caso di fare alcune precisazioni. Non esiste alcun nesso tra modalità di somministrazione dei farmaci (che spetta solo ai medici) e piano di rientro, che invece è operazione più complessa che comporta la riorganizzazione del sistema e che comunque non può impattare sul diritto alla salute dei cittadini. Anzi, il piano di rientro nasce per combattere gli sprechidi tutti i tipi ed in tutte le situazioni, perché questa è la condizione necessaria e indispensabile affinché il sistema sanitario regionale conservi la sua natura universalistica e non viri invece, verso modelli privatistici il cui costo cadrebbe solo sui più deboli. Le Direzioni sanitarie degli ospedali dove vengono somministratifarmaci per particolari patologie escludono sia in atto alcuna limitazione delle prescrizioni come conseguenza del piano di rientro ed escludono altresì carenze dei farmaci biologici. E’ bene ripetere a questo punto un’ovvia considerazione: quantità e tempistica dell’erogazione dei farmaci non possono derivare da scelte economiche né politiche, ma esclusivamente da valutazioni cliniche, che rientrano nella totale e assoluta autonomia e professionalità dei medici. La risposta del sistema sanitario non è cambiata: c’è la cura per tutti, ma si lavora in modo tale da evitare sprechi. A questo fine sono stati previsti specifici programmi di controlli clinici a cui sottoporre tutti i pazienti al fine di somministrare il farmaco biologico a coloro che risultino realmente eleggibili e nella posologia più appropriata al livello di gravità della patologia. Precedentemente ai pazienti veniva fornita una quantità di farmaco sufficiente per coprire lunghi periodi di trattamento, attualmente si procede alla fornitura di un quantitativo di farmaco utile a coprire periodi più brevi di trattamento, sia per monitorare gli effetti della terapia a breve termine sia per consentire una modulazione della stessa in base alla risposta del paziente. Peraltro un breve ritardo nella somministrazione dei farmaci, a parere dei clinici, non pregiudica l´andamento della malattia. La sospensione temporanea è infatti prevista in molte circostanze: problematiche di safety (reali o sospette), previsione di interventi chirurgici, procedure odontoiatriche, ascessi in varie sedi, stati febbrili persistenti, cosi come è prevista la riduzione della posologia nel caso di malattia in fase di remissione, cioè stabilizzata. I controlli previsti fanno sì che se si registra la necessità terapeutica di aumentare la dose, si procede senza alcuna problema. Su tutto questo processo non interviene la Regione, ma solo i medici curanti che rispondono, prima di tutto, alla loro deontologia professionale e poi, casomai, al piano di rientro. .  
   
 

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