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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Gennaio 2009
 
   
  DIRITTI FONDAMENTALI NELL´UE: STOP ALLE DISCRIMINAZIONI

 
   
   Strasburgo, 15 gennaio 2009 - Il Parlamento europeo rileva le restrizioni poste alle libertà individuali dalla lotta al terrorismo e chiede di agire contro gli incitamenti razzisti e omofobici e le discriminazioni dei rom e delle coppie omosessuali. Particolare attenzione va rivolta alle donne (discriminazione sul lavoro, violenze e salute sessuale) e ai bambini vittime di sfruttamento e violenze. Chiede anche agli Stati membri di legiferare sul testamento biologico e di promuovere la libertà di stampa e le lingue regionali. Approvando con 401 voti favorevoli, 220 contrari e 67 astensioni la relazione di Giusto Catania (Gue/ngl, It), il Parlamento sottolinea anzitutto che l´attuazione dei diritti fondamentali deve «essere un obiettivo di tutte le politiche europee» e che, a tal fine, le istituzioni dell´Ue «dovrebbero promuoverli attivamente, tutelarli e tenerne pienamente conto in fase di elaborazione e adozione della legislazione». D´altro canto, deplora che gli Stati membri «continuino a sottrarsi a un controllo comunitario delle proprie politiche e pratiche in materia di diritti dell´uomo e cerchino di limitare la protezione di tali diritti ad un quadro puramente interno». Chiede quindi al Consiglio di integrare nelle sue future Relazioni annuali sui diritti dell´uomo nel mondo un´analisi della situazione in ogni Stato membro. Sollecita inoltre il potenziamento della cooperazione tra le varie istituzioni e organizzazioni incaricate della protezione dei diritti fondamentali, sia a livello europeo che internazionale. Ed esorta la Commissione ad affidare il portafoglio dei diritti dell´uomo e delle libertà fondamentali ad un solo commissario. Il Parlamento richiama poi l´attenzione sul fatto che una politica attiva a favore dei diritti umani «non può limitarsi ai casi più visibili per l´opinione pubblica» e che gravi violazioni dei diritti umani «si verificano ai margini del controllo pubblico, in istituzioni chiuse per bambini, anziani e malati o nelle prigioni». Sottolinea pertanto che gli Stati membri e l´Unione europea «dovrebbero garantire una vigilanza qualificata, in termini sia di norme che di prassi, sulle condizioni di vita in dette istituzioni chiuse». Diritti dell´uomo, libertà, sicurezza e giustizia, e lotta al terrorismo - Nello sviluppo di uno spazio giudiziario europeo, il Parlamento chiede agli Stati membri che non lo abbiano ancora fatto la rapida adozione di un atto legislativo adeguato sui diritti degli individui nelle procedure penali e invita gli Stati membri ad accertarsi che il mandato d´arresto europeo e altre misure di riconoscimento reciproco siano applicati in conformità delle norme Ue in materia di diritti umani. Allo stesso tempo rileva il diritto delle persone arrestate di godere di tutte le garanzie giudiziarie nonché, se del caso, dell´assistenza diplomatica del paese di cui sono cittadini e dei servizi di un interprete indipendente. Sottolinea poi che i due obiettivi di rispettare i diritti fondamentali e di garantire la sicurezza collettiva sono compatibili e interdipendenti, e che politiche adeguate possono «evitare che un approccio repressivo metta a repentaglio le libertà individuali». Esprime quindi preoccupazione per il fatto che la cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo «è spesso sfociata in un abbassamento del livello di protezione dei diritti dell´uomo e delle libertà fondamentali, in particolare il diritto fondamentale alla vita privata, alla protezione dei dati e alla non discriminazione». A suo parere, pertanto, l´Ue dovrebbe promuovere una vera strategia basata sul rispetto integrale delle norme internazionali, che tenga conto «della necessità di un controllo giudiziario efficace dei servizi di intelligence per evitare l´utilizzo di informazioni ottenute sotto tortura o mediante maltrattamenti . Come elemento di prova nel quadro dei procedimenti giudiziari, anche in fase di istruzione». Razzismo e discriminazioni dei rom - In linea generale, il Parlamento osserva «con inquietudine» l´insoddisfacente situazione dell´attuazione delle politiche antidiscriminatorie ed esorta quindi gli Stati membri che ancora non l´hanno fatto a concretizzare l´attuazione di tali politiche. Al contempo si compiace della proposta di direttiva orizzontale sulla discriminazione ma si rammarica del vasto numero di eccezioni, con il rischio che servano «a codificare pratiche discriminatorie esistenti». Il Parlamento plaude all´adozione della decisione quadro del Consiglio sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale. Esorta poi gli Stati membri a perseguire con determinazione qualsiasi incitazione all´odio «espressa in programmi mediatici razzisti e articoli che diffondano idee intolleranti, attraverso reati di odio nei confronti di Rom, immigrati, stranieri, minoranze nazionali tradizionali e altre minoranze, nonché da gruppi musicali e in occasione di concerti neonazisti». I partiti e i movimenti politici che esercitano una forte influenza sui mass-media dovrebbero inoltre astenersi dalle incitazioni all´odio e dalla diffamazione nei confronti delle minoranze in seno all´Unione. Il Consiglio e la Commissione, nonché le diverse amministrazioni locali e nazionali degli Stati membri, dovrebbero poi coordinare le misure volte a combattere l´antisemitismo e le aggressioni ai danni delle minoranze «in modo tale da far rispettare i principi di tolleranza e non discriminazione e da promuovere l´integrazione sociale, economica e politica». Il Parlamento ritiene che la comunità Rom abbia bisogno di una protezione speciale poiché è diventata una delle più consistenti minoranze dell´Ue. Sottolinea inoltre che tale comunità «è stata storicamente emarginata» e che ad essa «è stato impedito di svilupparsi in determinati settori chiave, a causa di problemi di discriminazione, di stigmatizzazione e di esclusione che si sono sempre più intensificati». Nota poi che gli sforzi compiuti finora «non hanno apportato miglioramenti strutturali e duraturi», in particolare «in settori fondamentali come l´accesso all´istruzione, alla sanità, a un alloggio e al lavoro». Rileva quindi la necessità di un approccio globale che rifletta la dimensione europea della discriminazione verso i Rom e ritiene che una strategia-quadro dell´Ue «dovrebbe affrontare i problemi reali, fornendo una tabella di marcia per gli Stati membri, che fissi gli obiettivi e le priorità e agevoli i processi di controllo e valutazione». Discriminazioni degli omosessuali - Il Parlamento invita gli Stati membri dotati di una legislazione relativa alle coppie dello stesso sesso a riconoscere le norme adottate da altri Stati membri e aventi effetti analoghi. Quest´ultimi dovrebbero anche proporre delle linee guida per il reciproco riconoscimento della legislazione vigente tra diversi Stati membri, al fine di «garantire che il diritto alla libera circolazione nell´Unione europea delle coppie dello stesso sesso si applichi alle medesime condizioni delle coppie eterosessuali». La Commissione è poi invitata a presentare proposte che garantiscano l´applicazione, da parte degli Stati membri, del principio di riconoscimento reciproco per le coppie omosessuali, sposate o legate da un´unione civile registrata, nella fattispecie quando esercitano il loro diritto alla libera circolazione previsto dal diritto dell´Unione europea. Il Parlamento chiede poi agli Stati membri che non l´abbiano ancora fatto ad adottare iniziative legislative per eliminare le discriminazioni cui sono confrontate alcune coppie in ragione del loro orientamento sessuale. Gli emendamenti proposti dall´Uen per sopprimere queste richieste sono stati respinti dall´Aula con poco più di 400 voti contrari. Nel chiedere alla Commissione di proporre un atto legislativo simile a quello sul razzismo per combattere l´omofobia, i deputati ritengono inoltre che le affermazioni discriminatorie «di esponenti politici, sociali e religiosi estremisti» (questi ultimi due aggiunti da un emendamento dell´Alde approvato con 367 voti favorevoli, 294 contrari e 25 astensioni) contro gli omosessuali «alimentino l´odio e la violenza e chiede una loro condanna da parte degli organi dirigenti competenti». Rilevano poi che «il divieto discriminatorio dei cortei, nonché qualsiasi inadempienza all´obbligo di offrire una tutela adeguata a quanti vi partecipano, costituisce una violazione dei principi sanciti» in diverse istanze europee. Invitano inoltre la Commissione a fare in modo che gli Stati membri diano asilo alle persone che fuggono dal proprio paese poiché vittime di persecuzioni basate sul loro orientamento sessuale, di adottare iniziative a livello bilaterale e multilaterale per porre termine alle persecuzioni delle persone in base al loro orientamento sessuale. In tale ambito sostengono l´iniziativa francese per la depenalizzazione universale dell´omosessualità (che costituisce reato in 91 paesi). Dovrebbe anche avviare uno studio sulla situazione delle persone transessuali negli Stati membri e nei paesi candidati, «in particolare per quanto concerne i rischi di molestie e violenza». Discriminazioni e violenze sulle donne - Il Parlamento invita gli Stati membri e l´Unione europea a combattere con misure efficaci la discriminazione diretta e indiretta nei confronti delle donne in tutti i settori (incluso il matrimonio, la convivenza e altre relazioni familiari) e la discriminazione multipla (che avviene in base al genere e contemporaneamente per altri motivi). Sottolinea poi la necessità di riconoscere e combattere, a livello europeo e nazionale, la violenza subita dalle donne a causa del loro genere, in particolare la violenza, e lo sfruttamento sessuale in tutte le sue forme. Chiede inoltre agli Stati membri di non accettare il richiamo a costumi, tradizioni o ad altre considerazioni religiose per giustificare forme di discriminazione, oppressione o violenza nei confronti delle donne o l´adozione di politiche che possono mettere in pericolo la loro vita. Rileva anche l´esigenza di aumentare la sensibilizzazione pubblica quanto al diritto alla salute riproduttiva e sessuale e chiede agli Stati membri di garantire che le donne «possano godere pienamente di tali diritti, di istituire un´adeguata educazione sessuale, informazioni e servizi di consulenza riservati e - con 427 sì, 199 no e 42 astensioni - di facilitare i metodi di contraccezione onde prevenire gravidanze indesiderate e aborti illegali e a rischio, e di combattere la pratica della mutilazione genitale femminile». Ciò vale a maggior ragione per le donne appartenenti alle minoranze etniche, per le quali andrebbero anche messi a disposizione fondi pubblici a questo scopo. I deputati ribadiscono poi la necessità di affrontare seriamente il divario retributivo tra i sessi e di sostenere politiche attive di conciliazione tra vita privata, professionale e familiare, sollecitando al contempo l´adozione di misure per contrastare le molestie sessuali e morali sul luogo di lavoro. Chiedono inoltre agli Stati membri di combattere la discriminazione nei confronti delle donne incinte sul mercato del lavoro e di adottare tutte le misure necessarie per garantire un elevato livello di protezione delle madri, anche mutualizzando i costi del congedo parentale. Ritengono anche essenziale che nei sistemi di protezione sociale sia garantita l´individualizzazione dei diritti piuttosto che la loro determinazione in base al nucleo familiare. Vietare ogni forma di violenza sui bambini - Il Parlamento condanna ogni forma di violenza nei confronti dei bambini e ribadisce in particolare la necessità di combattere le forme di violenza più frequentemente riscontrate negli Stati membri: pedofilia, violenze sessuali, violenze familiari, punizioni corporali nelle scuole e differenti forme di abuso nelle istituzioni. Chiede poi di istituire e portare a conoscenza del pubblico meccanismi «sicuri, riservati ed accessibili», che consentano ai bambini di denunciare le violenze. Gli Stati membri dovrebbero inoltre vietare le varie forme di sfruttamento dei bambini, compreso lo sfruttamento a fini di prostituzione, della produzione di materiale pedopornografico, traffico di droga, borseggio, mendicità e ogni altra forma di sfruttamento, eliminare la pratica dei matrimoni non ufficiali tra minori, vietare totalmente le punizioni corporali, eliminare ogni forma di lavoro minorile. Secondo i deputati, la detenzione di delinquenti minorenni deve essere applicata come «ultima risorsa» e per un periodo «più limitato possibile». Chiedono quindi di prevedere soluzioni alternative alla detenzione per i minori e insistono sulla necessità di garantire misure di rieducazione come i servizi socialmente utili al fine di assicurare la reintegrazione sociale e professionale di queste persone. Invitano inoltre gli Stati membri ad allineare i loro sistemi giudiziari affinché nessun minore venga giudicato in base alle stesse modalità applicate per un adulto. Testamento biologico - Con 374 voti favorevoli, 261 contrari e 51 astensioni il Parlamento chiede agli Stati membri che non l´abbiamo ancora fatto di varare una legislazione sul testamento biologico, in conformità dell´articolo 8 della Convenzione di Oviedo sui diritti dell´uomo e la biomedicina, secondo cui «sono tenuti in considerazione i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell´intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà", e «assicurare in tal modo il diritto alla dignità alla fine della vita». Garantire la libertà di stampa - Per i deputati la libertà di espressione deve essere esercitata «entro i limiti consentiti dalla legislazione, coesistere con la responsabilità personale e basarsi sul rispetto dei diritti altrui». Pur compiacendosi della situazione «globalmente soddisfacente» in termini di libertà di stampa esistente negli Stati membri, temono che «i tentativi di questi ultimi anni di bandire dal dibattito pubblico determinati temi diano luogo in molti Stati membri a una forma di censura non ufficiale o un´autocensura dei mezzi d´informazione». Chiedono quindi «agli Stati membri che in questi ultimi anni hanno utilizzato le loro istituzioni giudiziarie, o prevedono di modificare la propria legislazione, per violare il diritto dei giornalisti alla segretezza delle loro fonti, nonché quello dei giornalisti e degli editori a pubblicare le informazioni, di migliorare la loro legislazione e le loro prassi». Al contempo, sottolineano la necessità di poter garantire l´esercizio del diritto a un risarcimento in sede giudiziaria in caso di notizie false o diffamazione e nel rispetto della legislazione vigente. Tutela delle minoranze nazionali - Il Parlamento osserva che i recenti allargamenti dell´Unione europea hanno aggiunto circa 100 gruppi di popolazioni minoritarie alla cinquantina che già esisteva nell´Europa dei 15. Nel chiedere che sia elaborata una definizione comune europea di appartenenza a una minoranza nazionale, incoraggia l´uso di tipi appropriati di soluzioni di autogoverno che rispettino pienamente la sovranità e l´integrità degli Stati membri. Sottolinea inoltre l´importanza di tutelare e promuovere le lingue regionali e minoritarie anche attraverso finanziamenti mirati e programmi specifici che affiancano il programma di apprendimento lungo tutto l´arco della vita. Incoraggia poi l´uso di tipi appropriati di soluzioni di autogoverno (autonomia personale-culturale, territoriale, regionale), basati sull´accordo del gruppo maggioritario e della minoranza, «rispettando nel contempo pienamente la sovranità e l´integrità territoriale degli Stati membri». .  
   
 

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