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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Gennaio 2009
 
   
  IL DIRETTORE DI RADIO 1 CAPRARICA CHIUDE “IL COMUNICATTIVO” IL POPOLARE PROGRAMMA DI GRANDE SUCCESSO DI CRITICA E DI PUBBLICO DI IGOR RIGHETTI IN ONDA DA 6 ANNI (1.400 PUNTATE) CHIUDERÀ IL 31 GENNAIO SENZA MOTIVAZIONI UFFICIALI.

 
   
  Roma, 20 gennaio 2009 - Essere un programma di qualità e a basso costo, riscuotere riconoscimenti prestigiosi e apprezzamenti del pubblico non è stato sufficiente al "Comunicattivo" di Igor Righetti, in onda su Radio 1 da ben 6 anni consecutivi, per salvarsi dall´improvvisa eliminazione dal palinsesto comunicatagli da un addetto dell’ufficio del personale dieci giorni prima della chiusura. Una cancellazione inattesa e immotivata e questo proprio nel momento in cui gli ascolti di Radio 1 registrano un pesante ridimensionamento di pubblico. “Il Comunicattivo” è uno dei pochi programmi di Radio 1 che ha saputo conquistare, giorno dopo giorno, gli ascolti tenendo sempre alta la qualità con proposte intelligenti e innovative rivolte soprattutto al pubblico dei giovani così poco considerato dall’emittente. Le sue tecniche innovative di infotainment e il suo linguaggio hanno prodotto due corsi tenuti dallo stesso Righetti: all’Università di Roma Tor Vergata e all’Università di Udine. Viene così chiusa una delle rare finestre di Radio 1 aperte al nuovo e alla contemporaneità ricacciando in questo modo i tanti giovani che lo seguivano con entusiasmo e rinnovata speranza per una emittente pubblica portatrice di valori, di idee e di linguaggi appartenenti ormai al passato. “Il Comunicattivo” viene chiuso mentre altri programmi, privi di qualità, con minori ascolti e maggiori costi, restano nel palinsesto. Chi decide in Rai che cosa offrire al servizio pubblico e che cosa eliminare? E chi autorizza chi a cancellare un programma trasmesso ininterrottamente da sei anni senza fornire nessuna spiegazione ad alcuno? I quasi 500 mila ascoltatori del “Comunicattivo”, primo e finora unico programma d’infotainment ideato e condotto dal giornalista e docente universitario Igor Righetti, dal 31 gennaio 2009 resteranno orfani del loro programma preferito che va in onda su Radio 1 Rai da 6 anni e che il 24 gennaio festeggerà le 1. 400 puntate e l’uscita del terzo libro della saga del “Comunicattivo” dal titolo “Felici come mosche in un Paese di stitici” pubblicato da De Agostini e che sarà presentato il 29 in Campidoglio. “Il direttore di Radio 1, Antonio Caprarica, senza nessun preavviso e senza neppure convocarmi o scrivermi una lettera, uno straccio di e-mail o un sms – racconta Igor Righetti – mi ha fatto chiamare da un addetto dell’ufficio del personale il quale mi ha comunicato che il direttore aveva deciso di chiudere ‘Il Comunicattivo’. Alla mia richiesta di motivazioni non è seguita alcuna risposta. Un classico esempio di censura di un programma d’informazione libero e innovativo. Il direttore non ha pensato di avvisare neppure il caporedattore rubriche, Claudio Mantovani, sotto la cui responsabilità figura anche ‘Il Comunicattivo’. Un attacco alla libertà di espressione e d´informazione, un’operazione che sa tanto di epurazione. Caprarica mette la sordina a un programma amato da centinaia di migliaia di italiani che pagano il canone pubblico e che trovano nella trasmissione motivi per ristabilire un rapporto di comunicazione con la cultura e l´intelligenza troppo spesso offese da programmi insulsi e volgari nella loro banalità. Parafrasando il titolo di uno dei tanti libri scritti dal direttore ‘Dio ci salvi da Caprarica… o no?’. Trovo grottesco che un direttore in scadenza e in un momento in cui Radio 1 è in affanno di ascolti chiuda un programma come ‘Il Comunicattivo’ che ha portato migliaia di giovani sulle frequenze della prima radio italiana notoriamente seguita soltanto da un pubblico adulto. Trovo ancora più sconcertante che venga chiusa una trasmissione che nella sola puntata del sabato raccoglie 451 mila ascoltatori (dati Audiradio 5° bimestre 2008 a cui bisogna aggiungere, però, i contatti dell’ascolto delle puntate dal sito del programma, di quelli che scaricano ‘Il Comunicattivo’ attraverso il podcasting e degli italiani all’estero che sentono la trasmissione grazie a Rai Italia, numeri non disponibili ma molto consistenti dato che la trasmissione è seguita anche da molti giovani che usano questi moderni mezzi di comunicazione a differenza del target più adulto, zoccolo duro di Radio 1. Del resto ‘Il Comunicattivo’ è stato tra i primi programmi di Radio Rai a dare la possibilità di scaricare le puntate attraverso questa nuova tecnologia, richiesta fatta dagli stessi ascoltatori). Alla mia esigenza di spiegazioni e di delucidazioni rivolta a Caprarica ha risposto Flavio Mucciante, uno dei vice direttori di Radio 1, il quale accenna a una possibile, eventuale, futura, indefinita possibilità per ‘Il Comunicattivo’ di essere presente in qualche futuro spazio di qualche ciclo. A motivazione della chiusura del programma Mucciante fa riferimento a un confuso e generico calo di ascolti che ha richiesto l´intervento sul palinsesto e fa il nome di due grandi personaggi: Uto Ughi e Italo Moscati come titolari di due programmi. Su Radio 1, dunque, si riparte dal nuovo, dallo sperimentale. Programmi adatti a un pubblico giovane! Secondo le ultime rilevazioni Audiradio risulta che quasi tutti i programmi hanno vistosi segni meno nelle differenze di share tra il 5° bimestre 2007 e il 5° bimestre 2008 (dai dati sul quarto d’ora emergono -33,6%, -28,7%, -22,9%, -21,4%, -19,9%, -15,9%, 14,4%, -13,2%,-11,4%, -9,9%, -6,5%, -4,0% ecc. Mentre ‘Il Cominicattivo’ ha il 5,1% di share nel 5° bimestre 2008 con un’irrisoria flessione dello 0,4% di share nel primo quarto d’ora del sabato (5,5% di share nel 5° bimestre 2007) su 22 minuti della durata totale e di -0,3% la domenica su 19 minuti di durata (5,4% di share nel 5° bimestre 2007). Sotto la direzione di Caprarica anche quasi tutte le edizioni dei Gr perdono ascoltatori. Perché Caprarica non fornisce i dati per quarto d’ora che noi conosciamo bene con i raffronti dello stesso periodo dell’anno precedente? Non si capisce quindi con quale criterio Caprarica abbia pensato di sopprimere ‘Il Comunicattivo’ e di lasciare in piedi programmi crollati in termini di ascolto. Ma il direttore di una rete pubblica deve dare spiegazioni ai cittadini che pagano il canone. Forse il grande calo di ascolti di Radio 1 è da imputare al fatto che gran parte del suo pubblico è anziano e non c’è ricambio. Questo accade quando non si studiano progetti rivolti a un target di età più esteso come è quello del ‘Comunicattivo’. E’ un vanto del ‘Comunicattivo’ essere arrivato ad aiutare con il proprio linguaggio un gruppo di bambini portatori di handicap di Latina che aspettavano con trepidazione il momento della messa in onda del programma in quanto assimilavano il linguaggio del ‘Comunicattivo’ facendolo proprio e lo ripetevano riuscendo così a migliorare la loro dislessia. La presidente dell’associazione intervenne in diretta ringraziando Il ‘Comunicattivo’ e portando la testimonianza del forte aiuto terapeutico del programma su questi bambini. ‘Il Comunicattivo’ è anche molto richiesto dagli inserzionisti pubblicitari che occupano alcuni minuti prima e dopo la messa in onda del programma che spesso ha anche la sponsorizzazione prima della sigla. Sponsor che, come fu il caso di Sony Ericsson, richiedono espressamente di andare in onda prima del ‘Comunicattivo’ o sponsorizzarlo in quanto ha anche un target più giovane rispetto alla media della rete. Ma forse Caprarica non è interessato a far guadagnare denaro a mamma Rai neppure in questo momento di recessione”. E ancora: “’Il Comunicattivo’ ha al suo attivo 20 tesi di laurea sostenute da studenti di tutta Italia. Nonostante tutto questo il programma viene realizzato con un budget ridotto all’osso: poche migliaia di euro al mese per 8-10 puntate da dividere tra il sottoscritto (come unico autore e conduttore) e due giovani collaboratori di cui uno studente di 22 anni con contratti a termine retribuiti per ogni puntata andata in onda così come il sottoscritto. Ma forse Caprarica ama i programmi costosi con redazioni composte da tante persone. E che cosa dire dei contratti da me stipulati con Radio 1 sotto la direzione di Caprarica? Fino al suo insediamento il contratto per ‘Il Comunicattivo’ aveva scadenza annuale, con un solo mese di intervallo tra l´uno e l´altro. Con Caprarica i contratti sono diventati di tre mesi rinnovabili di volta in volta e addirittura di un mese. Il direttore aveva già censurato ‘Il Comunicattivo’ pochi mesi dopo il suo insediamento tagliando le puntate da 5 a 2 e relegandolo al mattino del weekend. In questi 6 anni, 1. 400 puntate, il programma non ha mai ricevuto né denunce né querele, nonostante abbia toccato argomenti scottanti e abbia fatto uso della satira su temi delicati. ‘Il Comunicattivo’ dà voce a tutti. Al programma sono intervenuti ministri e politici di ogni schieramento, premi Nobel, personaggi del mondo della cultura, dell’economia, dello spettacolo e gente comune con qualcosa di interessante da dire. Per quattro anni l’allora presidente dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, ha tenuto una rubrica settimanale sulla lingua italiana. È da considerare anche che il programma è particolarmente apprezzato dagli italiani all’estero che inviano molte e-mail e che intervengono in trasmissione raccontando come vedono l’Italia da fuori. Con ‘Viva Radio 2’, ‘Il Comunicattivo’ è il programma di Radio Rai che ha maggiore visibilità mediatica. ‘Il Comunicattivo’ ha ideato il primo radio reality di contenuto ‘In radio veritas, la parola alla parola’ al quale parteciparono Renzo Arbore, Giorgio Albertazzi, Mario Monicelli, Domenico De Masi ecc. Riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica, ha avuto tre riconoscimenti giornalistici (il premio nazionale ‘Penna d’oro’, il ‘Grand prix Città di Alghero’ e il premio internazionale Euromediterraneo) per ‘aver sperimentato un linguaggio moderno dove l’informazione e la cultura vanno di pari passo con l’ironia e l’intrattenimento’. A luglio dell’anno scorso, inoltre, ha ricevuto il ‘Leggio d´oro - Premio nazionale doppiatori’ come ‘Voce dell’anno, la più rappresentativa dell’informazione radiofonica’. Proprio il sociologo De Masi, intervenuto al mio radio reality, affermò di ricevere dal programma ‘continue scosse elettriche di intelligenza’ mentre Renzo Arbore in un’intervista del 26 giugno 2004 sull’Unità dichiarò: ‘Il Comunicattivo è un’idea originale, un tentativo da seguire perché premia la radio di qualità’. La missione del ‘Comunicattivo’ è quella di parlare di argomenti anche ostici con un linguaggio comprensibile a tutti, utilizzando l’ironia e la creatività, senza mai scendere a compromessi con l’intelligenza, lasciando da parte la volgarità e la banalità. ‘Il Comunicattivo’ non è soltanto un programma, è un progetto crossmediale, diffuso cioè attraverso più mezzi di comunicazione (radio, tv, Internet, editoria, carta stampata, audiolibri). E´ divenuto ormai un vero e proprio marchio riconosciuto dal grande pubblico (gli ascoltatori antepongono il termine ‘Comunicattivo’ al loro nome di battesimo) e si caratterizza per il linguaggio creativo e ironico con cui analizza temi complessi senza mai scendere a compromessi con il buon gusto. ‘Il Comunicattivo’ innova il linguaggio radiofonico mettendo in risalto le grandi trasformazioni dell’Italia che cambia portando alla luce mediatica attività curiose e bizzarre, i nuovi linguaggi giovanili, i nuovi media, le strategie di comunicazione innovative e tradizionali italiane ed estere, vincenti e perdenti. Sempre attraverso la formula che invita a non prendersi troppo sul serio, a dare spazio alla fantasia e all´ottimismo perché essere tristi e seriosi non vuol dire essere intelligenti e colti. Proprio per questa sua originalità il programma è stato più volte saccheggiato delle idee da personaggi e da altre trasmissioni. Come parlare di qualità dei programmi delle emittenti pubbliche quando si chiude una delle poche trasmissioni innovative e culturali in palinsesto?”. In merito alla laconica e generica risposta sulle motivazioni reali che hanno portato alla chiusura del “Comunicattivo” rilasciata all’Ansa alle 14. 54 di ieri dal direttore di Radio 1 Antonio Caprarica si precisa quanto segue: il direttore dice che “non si tratta di una cancellazione ma di un avvicendamento nel palinsesto”. Dal 2003, data di nascita del programma, “Il Comunicattivo” va in onda ininterrottamente con la sola pausa del mese di agosto e, con Caprarica, anche di luglio. Quando due anni fa si insediò Caprarica tagliando 3 delle 5 puntate del “Comunicattivo” non parlò mai di avvicendamento ma di nuova fascia oraria ‘di pregio’ che avrebbe ospitato il programma il weekend ininterrottamente in quanto programma innovativo d’informazione che si rivolge ai giovani (20 le tesi di laurea fatte sulle trasmissione). E’ quindi surreale l’ipotesi dell’avvicendamento anche perché se cosi fosse stato progettato ne sarei stato informato almeno qualche mese prima. Inoltre, il direttore si è dimenticato di avvisare pure il caporedattore rubriche, Claudio Mantovani, sotto la cui responsabilità figura anche ‘Il Comunicattivo’. Strano che neppure Mantovani fosse a conoscenza del cosiddetto avvicendamento”. Caprarica afferma che “dopo 6 anni e 1. 400 puntate del Comunicattivo, probabilmente dopo un periodo così lungo, si può incorrere in una disaffezione da parte del pubblico, come testimoniano gli ultimi dati di ascolto non proprio esaltanti ottenuti dal programma”. Secondo le ultime rilevazioni Audiradio risulta che tutti i programmi di Radio 1 hanno vistosi segni meno nelle differenze di share tra il 5° bimestre 2007 e il 5° bimestre 2008 (dai dati sul quarto d’ora emergono -33,6%, -28,7%, -22,9%, -21,4%, -19,9%, -15,9%, 14,4%, -13,2%,-11,4%, -9,9%, -6,5%, -4,0% ecc. Mentre “Il Comunicattivo” ha il 5,1% di share nel 5° bimestre 2008 con un’irrisoria flessione dello 0,4% di share nel primo quarto d’ora del sabato (5,5% di share nel 5° bimestre 2007) su 22 minuti della durata totale e di -0,3% la domenica su 19 minuti di durata (5,4% di share nel 5° bimestre 2007). Sotto la direzione di Caprarica anche quasi tutte le edizioni dei Gr perdono ascoltatori. Risulta quindi pretestuosa l’affermazione riguardante il calo dei dati di ascolto del Comunicattivo. Trovo sconcertante che venga chiusa una trasmissione che nella sola puntata del sabato raccoglie 451 mila ascoltatori (dati Audiradio 5° bimestre 2008). Perché Caprarica non fornisce i dati per quarto d’ora che noi conosciamo bene con i raffronti dello stesso periodo dell’anno precedente? Non si capisce quindi con quale criterio il direttore abbia pensato di sopprimere “Il Comunicattivo” e di lasciare in piedi programmi crollati in termini di ascolto. “Il Comunicattivo” viene chiuso mentre altri programmi, privi di qualità, con minori ascolti e maggiori costi, restano nel palinsesto. Ma il direttore di una rete pubblica deve dare spiegazioni ai cittadini che pagano il canone. Forse il grande calo di ascolti di Radio 1 è da imputare al fatto che gran parte del suo pubblico è anziano e non c’è ricambio. Questo accade quando non si studiano progetti rivolti a un target di età più esteso come è quello del “Comunicattivo”. A motivazione della chiusura del programma Caprarica annuncia che lo spazio occupato dal Comunicattivo “verrà dedicato al ventennale del 1989, affidato a Italo Moscati, e un altro alla musica classica con Uto Ughi”. A Caprarica non “pare che Radio 1 perda così in qualità”. Su Radio 1, dunque, si riparte dal nuovo, dallo sperimentale. Programmi adatti a un pubblico giovane! Viene così chiusa una delle rare finestre di Radio 1 aperte al nuovo e alla contemporaneità ricacciando in questo modo i tanti giovani che lo seguivano con entusiasmo e rinnovata speranza per una emittente pubblica portatrice di valori, di idee e di linguaggi appartenenti ormai al passato. .  
   
 

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