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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Gennaio 2009
 
   
  TRENTO: PRESENTATE LE OSPITI STATUNITENSI DEL MIT DI BOSTON PROGETTO D’AVANGUARDIA PER L’APPRENDIMENTO SCIENTIFICO

 
   
   Trento, 27 gennaio 2009 – “Un’esperienza d’altissimo livello, che coinvolge per ora due istituti del Trentino, ma che può avere sviluppi interessanti. Seguiremo con attenzione i risultati di questo metodo originale e guarderemo anche avanti per capire come proseguire, facendola diventare una collaborazione sistematica”. Così l’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, ha introdotto stamattina la conferenza stampa, a Trento, per presentare le cinque studentesse/insegnanti americane, che in questi giorni stanno coinvolgendo alcune classi del Liceo scientifico “Galilei” di Trento e dell’Itcg “Pilati” di Cles sul “Progetto Mit” di Boston. Le ospiti statunitensi, assieme ai dirigenti scolastici e i docenti referenti dei due istituti hanno fatto il punto sull’esperienza in corso. Angela Yen, Willie Mae Reese, Minhee Sung, Tina J. Ro e Sae Jasmine Park sono le cinque studentesse/insegnanti “inviate” dall’America in Italia per far capire agli studenti del liceo scientifico di Trento “Galilei” e dell’Istituto tecnico “Pilati” di Cles le proprietà eccellenti del cosiddetto metodo “Hand” per migliorare l’apprendimento in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica nelle scuole superiori. Un metodo, appunto, che privilegia “le mani” e che da noi si intuisce meglio col nome “laboratoriale”. Li Massachusetts Institute for Technologies di Boston/usa, con l’intento di fornire risorse per migliorare l’apprendimento in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica nelle scuole superiori ha attivato un sito web, libero e gratuito per i fruitori, dove vengono messi a disposizione di insegnanti e studenti di tutto il mondo moduli didattici ricavati da alcuni corsi base del Mit. Per accrescere l’impatto del progetto e per fornire agli studenti del Mit un’opportunità per confrontarsi con realtà educative diverse, il Mit sta creando dei partenariati con alcune scuole superiori di altri paesi (Italia, Francia, Germania, Spagna, Messico, Cina, India, Giappone). Vengono quindi inviati piccoli team di studenti del Mit (dai 3 ai 5 studenti) presso le scuole partecipanti al progetto, per periodi di insegnamento di 3-6 settimane, allo scopo di familiarizzare studenti e insegnanti con i contenuti e i metodi didattici propri del Mit. Per quanto riguarda il Mit-italy-program, le scuole superiori individuate per l’Italia sono tre in totale, delle quali due del Trentino: il Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Trento e l’Itcg “Pilati” di Cles; la terza scuola italiana è il Liceo scientifico “Pacioli” di Crema. In questi giorni cinque studenti del Mit sono ospiti (dal 7 al 31 gennaio 2009) nei due istituti trentini, tre a Trento e due a Cles. Si tratta di un’esperienza pilota, che potrebbe essere estesa ad altri istituti già interessati. A presentarla, assieme all’assessore Marta Dalmaso, le cinque ospiti statunitensi e, per i due istituti trentini, il dirigente scolastico Aldo Gabbi e l’insegnante Lorenza Zeni (per il “Galilei” di Trento), la dirigente Marina Martinelli e il docente Nicola Miolo (per il “Pilati” di Cles). Per il Dipartimento Istruzione, che coordina l’iniziativa, il dirigente generale Carlo Basani, Francesco Pancheri e Mario Turri. “Mi auguro che questo sia solo il primo passo”, ha detto Marta Dalmaso, “perché questo confronto tra esperienze diverse sarà sicuramente un arricchimento reciproco ed aiuta i nostri studenti ad aprirsi alla globalizzazione con gli strumenti giusti”. Le cinque ospiti, infatti, hanno spiegato che nelle classi di Trento e di Cles usano direttamente la lingua inglese e si aiutano con strumenti multimediali per rendere meno pesanti le lezioni. L’approccio più interessante – hanno affermato – è proprio l’utilizzo del web ed il materiale fornito dalla piattaforma del Mit, da parte degli studenti trentini: “cerchiamo di far vedere le differenze di metodi d’apprendimento e di stili lavorativi, tenendo conto che il Mit crede molto nel metodo laboratoriale”. Un progetto particolarmente interessante per la scuola trentina, come ha ricordato il preside Aldo Gabbi, perché sono note le difficoltà proprio nell’apprendimento delle discipline scientifiche, e la carenza di iscrizioni nelle facoltà con queste indirizzo. .  
   
 

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