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Notiziario Marketpress di
Giovedì 05 Febbraio 2009 |
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FEDERCOOPESCA A REGIONE LAZIO: RIPRISTINARE AL PIÙ PRESTO UTILIZZO PORTO DI ANZIO
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Roma, 5 febbraio 2009 - Pescatori sul piede di guerra, pronti a riconsegnare anche i documenti in Capitaneria e a sbarcare l’equipaggio se non verrà ripristinato al più presto l’utilizzo del porto di Anzio. Dall’assemblea che si è tenuta ieri mattina i pescatori sono andati via con le idee chiare: “non ci sono le condizioni per lavorare in sicurezza, dovremo, quindi, ancora restare fermi come abbiamo fatto ieri. Chi pagherà per questa prolungata inattività?”. Un interrogativo che gli operatori rivolgono alla Regione Lazio, impegnata da quasi due mesi nei lavori di dragaggio del porto. “L’eccessivo ritardo – commenta Claudio Brinati- presidente Federcoopesca-confcooperative Lazio- della Regione nell’avviare la macchina del pronto intervento si sta facendo sentire. La draga che da oltre cinquanta giorni ripulisce i fondali dalla sabbia, non è riuscita a migliorare la situazione. La flotta peschereccia, ma anche le imbarcazioni da trasporto, in queste condizioni rischiano di rimanere a lungo senza poter uscire in mare. A causa, quindi, dei tempi dilatati di reazione dell’amministrazione regionale e di una eccessiva sottovalutazione della gravità del problema, viene violato uno dei principi fondamentali della Carta Costituzionale che è il diritto al lavoro”. I lavori di dragaggio del porto -ricordano alla Federcoopesca-confcooperative- sono iniziati prima di Natale, ma a causa di condizioni meteomarine pessime, la draga messa a disposizione dalla Regione ha lavorato per non più di quindici giorni, portando via 11mila metri cubi di sabbia. Troppo pochi rispetto a quella che si è accumulata nonostante il lavoro della draga. Prima di Natale, infatti, il limite di pescaggio era fissato a 3 metri e 60, mentre con l’ordinanza di ieri sera, il Comandante della Capitaneria di porto l’ha spostato a 3 metri e 20. Un limite che, di fatto, impedisce alla flotta a strascico di poter pescare. “Due - conclude Brinati- le iniziative auspicabili: impiego di una draga più adeguata alle caratteristiche dei fondali e alla mole del lavoro da fare; ammortizzatori sociali per garantire lo stipendio agli equipaggi in questo periodo di forzata inattività”. . |
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