|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Febbraio 2009 |
|
|
  |
|
|
PARLAMENTO EUROPEO: IMMIGRAZIONE: CHIUDERE I CENTRI D´ACCOGLIENZA NON ADEGUATI
|
|
|
 |
|
|
Bruxelles, 9 febbraio 2009 - Dalle visite realizzate in alcuni centri d´accoglienza sono emerse condizioni di ritenzione intollerabili dal punto di vista igienico, della promiscuità e delle strutture. Il Parlamento sollecita quindi la chiusura di tutti i centri che non soddisfano le norme vigenti. Chiede anche ai governi di stilare una relazione annuale e di istituire un mediatore nazionale dei centri. Auspica poi un sistema d´ispezione permanente e uno strumento di solidarietà per i paesi con maggiori flussi migratori. Tra il 2005 e il 2008 delle delegazioni della commissione per le libertà civili hanno visitato alcuni centri di permanenza temporanea in Italia (Lampedusa), Spagna (Ceuta e Melilla e Isole Canarie), Francia (Parigi), Malta, Grecia, Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca e Cipro. Approvando con 487 voti favorevoli, 39 contrari e 45 astensioni la relazione di Martine Roure (Pse, Fr), il Parlamento ricorda anzitutto che i diritti fondamentali, quali il diritto a una vita dignitosa, la tutela della vita familiare, l’accesso alle cure sanitarie e il diritto d’appello «devono essere costantemente garantiti». Deplora quindi che alcune visite effettuate «abbiano dimostrato che le direttive vigenti erano ancora male applicate o non erano applicate da alcuni Stati membri». Infatti, in taluni casi, senza citare quali, i deputati hanno constatato che le condizioni di ritenzione «erano intollerabili dal punto di vista igienico, della promiscuità, delle strutture disponibili» e che le persone trattenute «non erano sistematicamente informate della loro detenzione amministrativa, dei loro diritti e dello stato di avanzamento dei loro dossier». Chiede quindi alla Commissione di adottare le misure necessarie per garantire la trasposizione e il rispetto delle direttive e che «siano chiusi al più presto tutti i centri che non soddisfano alle norme vigenti». Il Parlamento invita inoltre gli Stati membri a pubblicare una relazione annuale in merito al numero, alla collocazione, a numero di persone trattenute e al funzionamento dei centri di ritenzione chiusi. E li sollecita a garantire un controllo periodico di tali centri e delle condizioni in cui sono trattenute le persone al loro interno istituendo la figura di un mediatore nazionale responsabile dei centri di ritenzione. Li invita poi a migliorare i contatti con il mondo esterno, anche permettendo visite regolari, estendendo l´accesso al telefono e generalizzando a talune condizioni l´accesso gratuito a Internet e ai mezzi d´informazione di massa in tutti i centri. Chiede inoltre alla Commissione di istituire, in cooperazione con il Parlamento europeo, un sistema di visite e di ispezioni permanente. I deputati invitano poi gli Stati membri a dare prova di una maggiore solidarietà con i paesi che sono maggiormente confrontati con le sfide dell´immigrazione. Una solidarietà, è precisato, «che non sia solo tecnica e/o finanziaria». In proposito, chiedono alla Commissione di studiare la possibilità di proporre uno strumento europeo di solidarietà inteso ad alleggerire l´onere degli Stati membri con frontiere esterne che ricevono un elevato numero di rifugiati. Tale strumento dovrà essere «fondato sul principio del rispetto dei desideri dei richiedenti asilo che garantisca loro un elevato livello di protezione». Accogliendo con favore la proposta di rifusione della direttiva 2003/9 che ha l’obiettivo di garantire standard più elevati in materia di accoglienza per i richiedenti asilo e di consentire una maggiore armonizzazione delle disposizioni nazionali in materia di condizioni di accoglienza, i deputati plaudono all´idea di estendere il campo di applicazione della direttiva alla tutela sussidiaria al fine di garantire che lo stesso livello di diritti sia applicato a tutte le forme di protezione internazionale. I principali problemi riscontrati, in dettaglio Il Parlamento deplora che la capacità dei centri di accoglienza aperti da taluni Stati membri «sia scarsa e non sembri soddisfare i bisogni dei migranti» e chiede che l´accoglienza dei richiedenti asilo sia effettuata in via prioritaria «in centri di accoglienza aperti piuttosto che in unità chiuse», sull´esempio di quelli già esistenti in taluni Stati membri. Deplora inoltre che gli Stati membri ricorrono sempre più alla detenzione amministrativa, sottolineando che questa «deve essere una misura di ultima istanza per il periodo più breve possibile e soltanto nei casi in cui non sia possibile applicare misure meno coercitive e sulla base di una valutazione individuale di ciascun caso». Nel ricordare poi l´obbligo di garantire l´accesso alle procedure relative alla domanda di asilo, ritiene necessario giungere ad un «giusto equilibrio» tra rapidità delle procedure, assorbimento dell´arretrato e giusto trattamento di ogni singolo caso, in particolare per le procedure accelerate. A questo proposito, i deputati osservano che l´informazione sulle procedure, in gran parte scritta e con termine molto brevi, può rappresentare «un ostacolo all´esercizio effettivo» dei diritti dei richiedenti asilo. Chiedono pertanto di mettere loro a disposizione opuscoli illustrativi di tutti i loro diritti nelle principali lingue internazionali. Esortano poi gli Stati membri a garantire un servizio di interpretazione «pubblico e gratuito», se necessario per telefono o Internet, vista la mancanza osservata in alcuni dei centri visitati. Incoraggiano quindi gli Stati membri ad avvalersi dell´assistenza finanziaria del Fondo europeo per i rifugiati per migliorare l´accesso all´informazione. Il Parlamento deplora poi che l´accesso all´assistenza giuridica gratuita per i richiedenti asilo e gli immigrati irregolari detenuti «sembri ristretta e si limiti talvolta ad un elenco di nomi di avvocati, col risultato che le persone che non dispongono dei mezzi finanziari adeguati restano prive di assistenza». Pur compiacendosi del lavoro realizzato dalla Ong in questo campo, ritiene che esse non possono sostituirsi alle responsabilità degli Stati che sono quindi esortati a garantire l’accesso a un’assistenza e/o a una rappresentanza giuridica gratuita qualora il richiedente asilo non possa sostenerne i relativi costi. Sull´accesso alle cure sanitarie, i deputati deplorano che «nella maggioranza dei centri di ritenzione visitati», i richiedenti asilo e i migranti «si lamentino sistematicamente dell´insufficienza e dell´inadeguatezza delle cure mediche, delle difficoltà di consultare i medici o di comunicare con loro, della mancanza di cure specifiche (in particolare per le donne incinte e le vittime di torture) e di medicinali appropriati». Chiedono quindi agli Stati membri di estendere la copertura medica attualmente offerta ai richiedenti asilo e ai migranti «affinché non resti limitata alle cure di emergenza» nonché di garantire un sostegno psicologico e cure psichiatriche. Per quanto riguarda i minori, il Parlamento esorta gli Stati membri a istituire organismi indipendenti incaricati ufficialmente di monitorare gli standard e le condizioni nei centri di ritenzione chiusi nonché di attuare un sistema ufficiale di controllo. Più in generale, chiede che la ritenzione dei minori «sia vietata in linea di principio» e che il ricorso alla ritenzione dei minori con i loro genitori «abbia carattere eccezionale e miri a garantire l´interesse superiore del fanciullo». In ogni caso, gli Stati membri devono garantire ai minori il diritto all´istruzione e allo svago. Per ogni minore non accompagnato andrebbe nominato un tutore legale indipendente che provveda alla sua protezione. I deputati chiedono poi alla Commissione e agli Stati membri di istituire un meccanismo armonizzato ed affidabile di identificazione dei minori non accompagnati nonché regole comuni concernenti gli accertamenti di età. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|