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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Febbraio 2009 |
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KOSOVO: BILANCIO DEL PRIMO ANNO D´INDIPENDENZA
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Bruxelles, 19 febbraio 2009 - Abbiamo chiesto a Pieter Feith, rappresentante speciale dell´Unione europea in Kosovo, di tracciare un bilancio di questo primo anno d´indipendenza Esattamente un anno fa, il 17 febbraio 2008, il Kosovo dichiarò la sua indipendenza. Un anno dopo, il Parlamento europeo, in una risoluzione adottata il 5 febbraio scorso, ha rinnovato la sua volontà di partecipare allo sviluppo economico e politico del Kosovo in una prospettiva europea chiara. La risoluzione esorta tutti gli Stati membri a riconoscere l´indipendenza di questo nuovo Stato. Abbiamo chiesto a Pieter Feith, rappresentante speciale dell´Unione europea in Kosovo, di tracciare un bilancio di questo primo anno d´indipendenza. Lei ha dichiarato che non esistono alternative a una società multietnica. Vale anche per il Kosovo? Stiamo facendo grandi progressi, ma molto resta ancora da fare. Si tratta di fare uno sforzo di riconciliazione a lungo termine e il contesto regionale attuale non è molto propizio. Nonostante tutto sento la volontà, da parte delle diverse comunità, compresa quella serba, di collaborare con le principali istituzioni del Kosovo. Cosa fa lei per migliorare il dialogo tra la Serbia, il Kosovo, Pristina e Belgrado? Non ho particolari responsabilità in questo dialogo ma l´Unione europea vorrebbe che Belgrado e Pristina cominciassero a lavorare insieme su questioni pratiche e su problemi transfrontalieri perché questo fa parte della prospettiva europea che è stata accordata ai due Paesi. Cinque Stati membri non hanno accettato questa prospettiva europea (la Slovacchia, la Romania, la Spagna, Cipro e la Grecia). Per quale motivo questi Paesi dovrebbero riconoscere il Kosovo dal momento che neanche l´Onu l´ha ancora fatto? Ci sono almeno due decisioni importanti alle quali i 27 Stati membri hanno partecipato: una è lo spiegamento della missione Eulex il cui compito principale è quello di combattere contro la corruzione e il crimine organizzato. Si tratta di un problema transfrontaliero per cui Eulex lavorerà in collaborazione con le autorità di Belgrado e di Pristina. L´unione europea sarà presente per facilitare gli eventuali contatti tra Belgrado e Pristina. Questi paesi potrebbero diventare, un giorno, membri dell´Unione europea? Per il momento non possiamo parlare di adesione. Credo che tutti gli Stati membri vorrebbero che sia mantenuta una certa stabilità. Questa prospettiva è stata concordata durante il vertice di Tessalonica nel 2003 e per il momento l´unica cosa che dobbiamo fare è guardare avanti. Fino all´anno scorso è stato molto difficile stabilire un dialogo ufficiale con le minoranze serbe all´Ufficio di Rappresentanza dell´Ue di Pristina. La situazione è migliorata adesso? Stiamo cercando di fare dei progressi. Organizziamo incontri, riunioni, nei corsi dei quali i rappresentanti del Kosovo e della Serbia si riuniscono con i membri del governo per discutere su questioni pratiche legate alla salute, all´educazione, alla decentralizzazione, al patrimonio culturale e religioso del Kosovo. E´ incoraggiante! . |
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