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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Febbraio 2009
 
   
  AL TEATRO SAN BABILA CARLO BUCCIROSSO IN “VOGLIAMOCI TANTO BENE!”

 
   
  Milano, 10 febbraio 2009 - Vogliamoci tanto bene è il titolo di una canzone di Renato Rascel del ‘57 che prosegue nel canto dei versi “Abbracciati forte a me”… Ma è anche il titolo della commedia brillante di Carlo Buccirosso, nostro grande attore teatrale e cinematografico, qui nel triplice ruolo di autore, interprete e regista già celeberrimo per le molte interpretazioni dei ruoli stereotipati dell’uomo medio e piccolo-borghese, in teatro ma anche nei film e sceneggiati dei fratelli Vanzina. In questi suoi due atti di spettacolo mette in scena per il pubblico del San Babila l’esilarante storia di Mario Buonocore, depresso impiegato alle poste in malattia da un mese, che decide di tornare nella casa che fu dei suoi genitori e che ora ospita le sue due sorelle. Cosa non farebbe per ritrovare quel calore di famiglia ormai perduto da tempo! Perché “dicesi famiglia, un nucleo di persone, che accomunate allo stesso sangue, tendono a volersi bene, rimanendo unite sotto lo stesso tetto!” Ma il rapporto morboso che lo aveva sempre legato alle sorelle creerà non pochi problemi alla sua permanenza nella casa governata da Titina, che è ormai una benestante vedova, e da Teresa, ex insegnante di filosofia nonché anziana ed equilibrata zitella dai sani principi morali. La convivenza si farà sempre più difficile perché non c’è quasi più amore e i rapporti familiari sono dettati non dal bene ma dalle convenienze e dalla forma. Tuttavia lo spirito di superiore saggezza di Carlo Buccirosso riuscirà ad emergere tra le righe, come una lezione di vita e di compiuta umanità, che non rinuncia alle risate e ai colpi di scena per affrontare in maniera disincantata ma anche sorridente questo quadretto di famiglia, in cui la musica di Renato Rascel a sottofondo sembrerebbe oggi una burla. Infatti il povero Mario Buonocore capirà d´essere ritornato in una famiglia di quasi estranei, anche a causa della presenza costante dell´ispettore di polizia Nicola Formisano, dello squilibrato genero di Titina e di una enigmatica commessa di profumeria, che gli rivelerà insospettabili magagne. E seppur a malincuore, apprenderà che il virus della disonestà e il fascino della furbizia hanno inquinato anche quella, la sua, che considerava una perfetta famigliola. .  
   
 

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