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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Febbraio 2009
 
   
  MORANDI: MAESTRO DELLA NATURA MORTA MODERNA PER LA PRIMA VOLTA IN 50 ANNI L’OPERA DELL’ARTISTA ITALIANO A WASHINGTON PHILLIPS COLLECTION, WASHINGTON, D.C.

 
   
  Milano, 10 febbraio 2009 - Giorgio Morandi (1890-1964), uno dei pittori di nature morte più ammirati del novecento, è noto per le sue composizioni al tempo stesso semplici e stupefacenti. Combinando sottigliezza di disegno e aura meditativa, la raffinatezza di Morandi non ha paragoni. Per la prima volta in 50 anni, una mostra retrospettiva della sua opera sarà presentata a Washington, D. C. Morandi: maestro della natura morta moderna presenterà una cinquantina di dipinti, la gran parte dei quali da collezioni italiane, con altre opere chiave provenienti da collezioni statunitensi. Attraverso le opere datate tra 1913 e 1960, la mostra offrirà una panoramica sullo sviluppo dello stile unico di Morandi. Morandi: maestro della natura morta moderna aprirà alla Phillips Collection dal 21 febbraio al 24 maggio, 2009. Lavorando nel suo studio bolognese, luogo che raramente abbandonava per più di brevi periodi, Giorgio Morandi dedicò la sua intera carriera ad una investigazione minuziosa di bottiglie, ciotole, barattoli e scatole. Tra le sue mani, questi banali oggetti domestici perdono la loro identità originaria. Ipnotizzanti e misteriosi, i dipinti di Moranti sono sospesi tra il fisico e lo spirituale, il tradizionale ed il moderno. Morandi: maestro della natura morta moderna svelerà la straordinaria e sorprendente freschezza di queste composizioni. Numerosi in mostra gli esempi delle prime opere di Morandi, che mostrano brevi esplorazioni stilistiche nei territori del cubismo, del futurismo e della metafisica. La mostra presenterà anche alcuni rari paesaggi, un auto-ritratto e un’importante selezione di acqueforti, che svelano l’eccezionale maestria di Morandi in questo campo. “Questa mostra ci fornisce una rara opportunità per studiare nuovamente le composizioni intimi e essenziali di questo grande maestro moderno”, dichiara Dorothy Kosinski, direttrice della Phillips Collection. “Fa luce anche in modo prezioso sullo sviluppo stilistico di Morandi tramite straordinari esempi della sua opera giovanile, un aspetto poco conosciuto e raramente visibile in questo paese”. Morandi, una persona di leggendaria riservatezza, visse in una modesta casa di Bologna per tutta la vita, assieme alla madre e a tre sorelle zitelle. Lavorava e dormiva in una sola stanza, in cui passava delle ore e anche giorni interi a muovere, studiare e dipingere con cura i semplici oggetti che disponeva ogni volta in composizioni leggermente diverse. Morandi distillava la loro geometria con l’utilizzo di tonalità armonizzanti di crema, rosa e marrone chiaro, trasformando le sue nature morte in espressioni luminosi ed eleganti che transcendono la realtà. “Si può viaggiare in tutto il mondo e non vedere niente”, diceva. “Per capire, non bisogna vedere tante cose ma guardare bene ciò che si vede”. Nel corso della sua lunga carriera produttiva, l’avanguardia italiana del tempo ebbe su di lui un impatto minimo. Morandi manifestava poco interesse per le forme dinamiche dei futuristi e fece solo brevi esperimenti con le immagini allucinatorie di artisti come Carrà e de Chirico. Le influenze maggiori che rivendicava erano quelle di Cézanne e Seurat, e di artisti del primo Rinascimento come Giotto, Piero della Francesca e Paolo Uccello, tutti pittori che hanno posto un accento particolare su equilibrio, forme e relazioni tonali. La Phillips Collection possiede due nature morte tarde di Morandi, ed entrambe saranno esposte. Duncan Phillips era solo uno dei tanti collezionisti americani che si interessavano a Morandi nella metà degli anni Cinquanta. Nel 1954, Phillips acquistò Natura morta (1953); tre anni più tardi, comprò un olio di qualche anno prima. Nel 1957, la Phillips Collection era il primo museo negli Stati Uniti a presentare una mostra del lavoro di Morandi. La capacità di Morandi di suggerire una presenza poetica negli oggetti curandone la disposizione e dipingendole in pallide tonalità ricordava molti dei pittori preferiti di Phillips: compresi Chardin, Corot, Giorgione, e Vuillard. I suoi dipinti rivelavano un temperamento artistico sensibile associato ad una forte individualità; qualità, queste, fortemente apprezzate da Phillips. .  
   
 

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