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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Febbraio 2009
 
   
  NUOVI MODELLI DI EFFICIENZA ENERGETICA PER PROMUOVERE LA COMPETITIVITA’

 
   
   Milano, 25 febbraio 2009 – Si è tenuto ieri a Milano il convegno dal titolo “Il sistema di incentivazione dell’efficienza energetica: confronto fra il modello Usa e il meccanismo italiano”, organizzato congiuntamente da Edison e dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano. A discutere sul ruolo dell’efficienza energetica come elemento decisivo per garantire nuova vitalità allo sviluppo industriale e una trasformazione tecnologica, sono intervenuti, tra gli altri, Adolfo Urso, Sottosegretario allo Sviluppo Economico del Mse, Dan York dell’American Council for an Energy-efficient Economy, Daniele Novelli, Dipartimento Energia Mse, Massimo Buscemi, Assessore alle Reti e Servizi di pubblica utilità e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Paolo Quaini, responsabile Direzione Mercato della Business Unit Efficienza energetica e sviluppo sostenibile di Edison. Hanno aperto i lavori Pierre Vergerio, Coo di Edison e A. Daniel Weygandt, Console Generale degli Stati Uniti d’America a Milano. Il convegno ha chiamato a raccolta rappresentanti del settore industriale, dell’ambito accademico, ricercatori e esponenti del mondo associativo e delle istituzioni per discutere di come concrete esperienze produttive e innovative spinte regolamentari possano contribuire ad alimentare un sistema concentrato sulla realizzazione di interventi di miglioramento e di razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse energetiche. Il ruolo decisivo dell’efficienza energetica è stato di recente messo in evidenza nello “stimulus plan” dal presidente Obama che ha indicato il potenziamento delle iniziative di contenimento dei consumi energetici, soprattutto nei settori residenziale e dei trasporti, come lo strumento per introdurre nuova linfa nel sistema economico-finanziario in crisi. Anche l’Europa sta maturando la consapevolezza che è necessario un nuovo “modello energetico integrato” che utilizzi la leva dell’efficienza energetica con il suo potenziale di riduzione degli sprechi e di ottimizzazione nell’utilizzo dell’energia di processo per rendere più vicini gli obiettivi di politica energetica, dal contenimento del costo dell’energia per salvaguardare la competitività dell’industria, alla sicurezza degli approvvigionamenti, alla minimizzazione dell’impatto sull’ambiente. Il contesto normativo dell’efficienza energetica europeo resta tuttavia poco organico, differenziato da paese a paese e non ancora in grado di generare i risultati significativi che dovrebbero contribuire al raggiungimento dei target. In Italia il governo ha varato nel luglio 2007 un Piano di azione per l’efficienza energetica che prevede, al 2016, una riduzione dei consumi di energia primaria pari a 10,8 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). Il potenziale di efficienza più rilevante é concentrato nel settore residenziale e nel terziario che insieme consentono di recuperare circa 7 Mtep. Seguono il settore dei trasporti con 2 Mtep e quello industriale con 1,8 Mtep. Anche l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha lavorato all’implementazione del sistema dei Titoli di efficienza energetica, grazie ai quali oggi in Italia ci sono i presupposti per una nuova cultura sull’efficienza energetica. Resta tuttavia chiaro che per l’ottenimento di effettivi risultati in termini di risparmio e di impulso alla competitività del sistema occorre attivare nuove leve di intervento. Oggi si assiste al moltiplicarsi di iniziative di imprese che hanno trovato il modo di far coesistere concretamente il beneficio collettivo (ambientale e sociale) con la sostenibilità economica del proprio business. Tuttavia, soprattutto nei settori energivori, tempi di ritorno degli investimenti troppo lunghi e scarse misure e garanzie a supporto dell’efficacia degli interventi attuati portano, seppure nella consapevolezza dell’importanza di queste attività, a rinviare gli interventi strutturali di miglioramento delle prestazioni energetiche del proprio ciclo produttivo. Per rimuovere questi ostacoli occorre che l’attuale sistema regolamentare progredisca attraverso l’introduzione di modelli di business compartecipativi, che portino ad una condivisione dei benefici e del peso economico delle iniziative da parte delle società energetiche virtuose e dei consumatori. L’esperienza e la traiettoria degli Stati Uniti – che ha portato i sistemi regolamentari dalla focalizzazione sugli “obblighi” a una maggior attenzione alla collaborazione tra i vari soggetti coinvolti – può dare suggerimenti ed esempi di contesti virtuosi nei quali industria, aziende energetiche e regolatori possono coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nella prospettiva italiana, sono fondamentali l’impegno economico e la volontà dell’operatore energetico a rendere concreti e attuabili interventi che creino valore per il cliente/consumatore, ma è altrettanto importante l’impegno delle istituzioni e dell’autorità regolatoria per ricercare nuove soluzioni che stimolino la competitività del sistema. .  
   
 

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