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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Febbraio 2009 |
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LŽALLARGAMENTO DELLŽUNIONE EUROPEA NEL 2004/2007: UNA SCELTA POSITIVA PER LŽECONOMIA
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Bruxelles, 25 febbraio 2009 - LŽultimo allargamento ha portato nellŽUnione europea 12 nuovi paesi dellŽEuropa centrale ed orientale e del Mediterraneo: 10 nel 2004 (Repubblica ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria) e 2 nel 2007 (Romania e Bulgaria). È il più grande allargamento mai attuato dallŽUe, nonché una tappa storica verso lŽunificazione dellŽEuropa, dopo decenni di divisioni dettate dalla guerra fredda. Alla vigilia dellŽampliamento, alcuni dei 15 Stati membri di allora erano preoccupati per lŽimpatto che lŽingresso dei nuovi paesi avrebbe avuto sullŽeconomia e sui rispettivi sistemi sociali. A cinque anni di distanza, uno studio della Commissione ha dimostrato tuttavia che quei timori erano infondati e che lŽallargamento ha prodotto vantaggi per tutti i paesi, vecchi e nuovi. Ha infatti contribuito a migliorare in maniera significativa il tenore di vita nei nuovi Stati membri, a modernizzarne lŽeconomia e a stabilizzarne le istituzioni e il quadro normativo. Inoltre, ha creato nuove opportunità di investimenti ed esportazioni per le imprese dei "vecchi" Stati membri. LŽintera Ue ha infine tratto vantaggio dallŽespansione degli scambi tra i paesi membri, con conseguente rafforzamento della competitività. La rapida integrazione dei nuovi paesi ha stimolato la crescita. In alcuni di essi ha però anche creato situazioni di vulnerabilità, aggravate dallŽattuale recessione mondiale. LŽue è comunque in grado di rispondere alla crisi: il suo patto di stabilità e crescita e la sua strategia per lŽoccupazione e la crescita promuovono il risanamento delle finanze pubbliche e le riforme strutturali. Inoltre, lŽUe fornisce ai paesi membri un sostegno finanziario attraverso i fondi strutturali e di coesione, la Banca europea per gli investimenti e il meccanismo di sostegno alle bilance dei pagamenti. Guardando allŽavvenire, la Commissione osserva che la crisi economica potrebbe indurre una serie di riforme radicali a favore della crescita, ritenute essenziali per portare avanti il processo di integrazione, ridurre i divari di reddito, garantire allŽUe un ruolo di leadership sulla scena economica mondiale e accogliere nuovi paesi in futuro. . |
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