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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Aprile 2009
 
   
  MATERIALI INNOVATIVI: CONVEGNO A TERNI, ASSESSORE GIOVANNETTI: “DIRETTRICE DA RISCOPRIRE PER SVILUPPO CONCA TERNANA E UMBRIA”

 
   
  Terni, 2 aprile 2009 – “La base solida dell’area industriale di Terni-narni, sia in termini di imprenditorialità che di lavoro e specializzazione del capitale umano, di bagaglio scientifico, di integrazione e supporto istituzionale, è il punto di partenza a cui l’impulso dei materiali innovativi e le frontiere dell’innovazione e della ricerca possono offrire ulteriori interessanti opportunità per lo sviluppo di tutta la comunità regionale”. Lo ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mario Giovannetti, introducendo i lavori del convegno sulle “frontiere dei materiali innovativi” nella Conca ternana, organizzato dalla Regione con il contributo delle Agenzie regionali, nel corso del quale sono stati illustrati i risultati del rapporto commissionato dalla Regione Umbria all’Agenzia Umbria Ricerche (“Aur”). Al convegno, che si concluderà nel pomeriggio con l’intervento della presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, prendono parte imprenditori, rappresentanti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, di Università e centri di ricerca, amministratori locali. “La produzione dei materiali innovativi – ha ricordato Giovannetti – ha costituito nel processo di industrializzazione dell’area ternano-narnese la frontiera di innovazione e sviluppo che ha reso le nostre produzioni eccellenze mondiali. Il convegno di oggi, promosso dalla Giunta regionale, risponde alla necessità di riscoprire questa direttrice di sviluppo”. Giovannetti ha ricordato innanzitutto l’impegno della Giunta regionale nel promuovere lo sforzo di tutti i soggetti economici e sociali, impegnati lungo questa direttrice di sviluppo attraverso il “Patto per lo sviluppo, cornice di riferimento dell’azione di governo, la legge sulle politiche industriali, la strategia per l’assegnazione delle risorse del ‘Pacchetto per la competitività’ e altre azioni che si pongono il tema dell’innovazione e dell’integrazione delle imprese come orizzonte entro cui muoversi”. Ha ricordato inoltre “il Patto di Territorio, nel momento più critico della storia industriale degli ultimi decenni, da cui prende le mosse la costituzione del Distretto tecnologico dell’Umbria nelle sue quattro specializzazioni: meccanica avanzata, meccatronica, materiali speciali metallurgici e micro e nanotecnologie. Strumenti importanti ed innovativi che hanno reso protagonisti i soggetti economici e sociali del territorio, che pur scontando limiti nella fase attuativa, restano un punto avanzato di sviluppo locale”. “La forza di questo territorio – ha detto ancora, ripercorrendo la storia dell’area industriale di Terni e Narni - sta nell’aver saputo innovare, a partire dalle risorse a disposizione e di sviluppare, a partire dal potenziale naturale, scientifico, tecnologico ed umano in dotazione, una direttrice ed una leva per lo sviluppo in grado di garantire il futuro di tutta l’area e non solo. In questo momento storico, di crisi globale è la sfida da intraprendere”. “Una deve essere la consapevolezza che va ribadita – ha proseguito Giovannetti – il manifatturiero non è un peso di cui liberarsi per risalire la china. Anzi è la leva per ridare slancio alla nostra economia e superare la crisi. Il manifatturiero dà lavoro e crea ricchezza. Non esistono soluzioni diverse, fantasiose leggere. Esistono solo se si ancorano alla industria manifatturiera”. “Oggi - ha proseguito - i materiali innovativi, rappresentano questa frontiera in tutti i settori della nostra industria: dalla siderurgia, alla chimica verde, alla nautica, alla meccanica, alle filiere delle energie rinnovabili, alle micro e nano tecnologie e all’aerospazio. In particolare, la filiera della chimica ‘verde’ può rappresentare per davvero la fuoriuscita dalla decennale crisi della chimica a Terni e Narni e può proiettarci verso nuovi modelli industriali che coniughino sostenibilità ambientale e competitività d’impresa ricercando nuovi equilibri fra impresa, territorio e centri di acquisto. Non va poi dimenticato il settore aerospaziale. La recente adesione della Regione Umbria al Metadistretto dell’aerospazio, promosso insieme ad altre Regioni, e la costituzione del Polo aeronautico dell’Umbria che rappresenterà un’importante occasione di sviluppo sempre in direzione di innovazione e di ricerca”. “Il sistema industriale dell’area ternana - ha evidenziato - è focalizzato nella produzione e nella trasformazione dei materiali che, sebbene tradizionali, posseggono un alto contenuto di innovazione e di ricerca industriale. Questa è la strada per crescere e per dare sviluppo solido al sistema industriale locale e non solo. Il punto di partenza più importante è che si può e si deve ripartire da politiche pubbliche che ci permettano di puntare sulla radicata, profonda e rinnovata identità industriale dell’area. Va anche restituita – ha concluso - centralità al lavoro e alla cultura del lavoro. In un periodo di crisi come questa, ripensare gli strumenti di ‘welfare’ in grado di proteggere e al tempo stesso di formare e riqualificare i lavoratori che escono dal mercato dal lavoro, permettendo di rientrarvi con una rinnovata qualificazione professionale, può diventare una leva di sviluppo inaspettata”. Il Rapporto. “Il Rapporto sulle frontiere dei materiali innovativi nella Conca ternana segnala che oggi si può continuare a scommettere, per qualità e forza, sulle nuove frontiere industriali e che comunque, dentro gli stabilimenti dell’area, passa un pezzo essenziale del futuro, prossimo e più lontano”. È quanto ha sottolineato Claudio Carnieri, presidente dell’Agenzia Umbria Ricerche, che ha presieduto i lavori del convegno. “Anche il resto dell’economia – ha detto tra l’altro, illustrando indicazioni e spunti di ‘policy’ della ricerca commissionata dalla Regione Umbria - avrebbe ben più modeste dimensioni senza la forza di queste connessioni che dalla rete delle imprese industriali ternane si dipartono con l’Europa e con il mondo e che fanno di questa un’area di grande forza, caratterizzata da una peculiarità straordinaria nell’Italia centrale e che può essere fondativa e fertilizzante in molte altre direzioni”. Tra i nodi su cui intervenire, sia in base alle sollecitazioni del “management” e degli imprenditori intervistati sia alle valutazioni del gruppo che ha realizzato il Rapporto, figurano la formazione e l’orientamento nel ciclo di istruzione secondaria. “In generale – ha detto Carnieri – l’esistenza di questa larga e complessa base manifatturiera ha reso evidenti le distanze e le criticità, seppur in un trend positivo, che ancora permangono in rapporto ai servizi alle imprese e al terziario relativo. Una sottolineatura forte è venuta attorno alla questione della chimica – ha aggiunto - così come molte sollecitazioni sono state registrate circa la necessità di dotare tutta l’area di una disponibilità di aree produttive più consistenti. In questo contesto si colloca la questione energetica, con tutto il peso che il costo dell’energia ha sulla competitività più complessiva delle imprese dell’area”. Tra i dati contenuti nel Rapporto che è stato illustrato al convegno, dall’analisi sui caratteri dell’economia della Conca ternana effettuata da Sergio Sacchi, docente di Politica economica all’Università di Perugia, emerge che nei settori in cui operano le classi di lavorazione interessate ai materiali speciali si attestano quasi il 40 per cento delle imprese e il 60 degli addetti. Una incidenza, inoltre, che cresce rapidamente: in un solo anno (dal 2004 al 2005), si avanza di quasi 3 punti percentuali nel numero delle imprese e di quasi 5 punti nel numero di addetti. Uno specifico approfondimento è stato dedicato da Mauro Casavecchia ed Elisabetta Tondini, dell’Agenzia Umbria Ricerche, al sostegno regionale all’innovazione per favorire la competitività del sistema produttivo. Sono stati analizzati i progetti finanziati dalla Regione Umbria attraverso gli strumenti a supporto della ricerca e lo sviluppo tecnologico: il Pacchetto integrato di agevolazioni “Pia” finalizzato alla competitività e all´innovazione del sistema produttivo umbro, la legge 598/94 (art. 11) che sostiene gli investimenti in ricerca industriale e sviluppo precompetitivo delle piccole e medie imprese industriali, il Bando multimisura integrato per l’industria per la promozione di progetti integrati da parte di raggruppamenti di piccole e medie imprese appartenenti a filiere produttive. “L’esito di questa ricognizione – hanno detto Casavecchia e Tondini - è stato positivo per le imprese che lavorano materiali ad alto contenuto innovativo insediate nella Conca ternana: la quota di progetti finanziati e di risorse concesse è stato più elevato della concentrazione di imprese presenti. Costituiscono il 12 per cento dei progetti complessivamente finanziati in Umbria nel periodo 2004-2007 e il 15 per cento come contributi ottenuti. Rappresentano – hanno rilevato - oltre la metà dei progetti che nella Conca ternana hanno beneficiato dei finanziamenti (il 68 per cento dei contributi), a conferma dell’alta presenza di produzioni ad alto contenuto innovativo nel territorio. Le percentuali salgono al 76 e all’81 per cento, per progetti e contributi, quando si isola la progettualità che incorpora attività di ricerca e sviluppo, a testimonianza della particolare caratterizzazione delle produzioni di e su materiali ad alto contenuto innovativo”. Il “cuore” del Rapporto è rappresentato dall’indagine effettuata su un “campione ragionato” di 36 aziende che, partendo dai materiali, si è spostata “sulla manifattura che li genera – ha spiegato Maurizio Cipollone, di Sviluppumbria - per coglierne gli aspetti più sensibili ai mutamenti di fase e i più idonei a darne conto”. Sono state coinvolte imprese operanti in vari ambiti manifatturieri: polimeri, metalli, ceramici tradizionali, compositi, “rappresentativi della matrice produttiva locale e comprensivi di una gamma ampia di materiali, dai più tradizionali ai più innovativi”. Le interviste sono state strutturate “su alcune parole chiave: evoluzione, materiali, sviluppo, rapporti con il territorio, consigli di ‘policy’. Dall’indagine – ha detto Cipollone – è emersa una diversità di situazioni, relativamente a quanto connesso con i materiali, in termini di cultura imprenditoriale, specializzazione, competenze distintive espresse dall’impresa, affinità con altre competenze strutturate su altri materiali trattati nel territorio, connessioni di filiera, strutture relazionali, rapporti con il contesto territoriale”. Nel corso dei diversi colloqui, ha evidenziato il presidente dell’”Aur” Carnieri, è emersa “la strategicità essenziale delle reti di ricerca e di trasferimento tecnologico presenti nel territorio, a scala locale e regionale, attori e presidi territoriali di reti più lunghe a scala europea e mondiale. E tutto questo va dalla siderurgia, alla chimica, alle produzioni energetiche, ai materiali di costruzione, lungo uno spettro davvero ampio. Ecco allora tutto il peso strategico che oggi hanno nell’area, e il Rapporto ne dà conto, agenzie ed aree di ricerca come il Csm, l’Isrim, Umbria Innovazione, l’Icsim, il Centro europeo delle Nanotecnologie, e, più in generale, l’operatività del Polo Universitario ternano”. Il Rapporto sulle frontiere dei materiali innovativi parte dalla ricostruzione, nel periodo 1880-1980, di un secolo di sviluppo industriale e di innovazioni nell’area ternana (a cura di Renato Covino, docente di Storia contemporanea all’Università di Perugia); a seguire José Maria Kenny (docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Perugia) si sofferma sugli scenari entro cui si collocano le produzioni di materiali ad alto contenuto innovativo, in rapporto alle vicende dello sviluppo contemporaneo. Luca Ferrucci, docente di Economia e gestione delle imprese (Università di Perugia) illustra i diversi modelli di sviluppo locale che aiutano a comprendere meglio l’evoluzione dell’area. Nel Rapporto sono riportati, inoltre, una serie di contributi dei principali protagonisti del sistema locale della ricerca e del trasferimento tecnologico (Centro Sviluppo Materiali, Isrim, Polo Universitario di Terni, Centro Europeo per i Polimeri Nanostrutturati, Umbria Innovazione, Steelmaster-eurosteelmaster-eusteelforum), con l’obiettivo “di fornire un quadro del complesso e variegato ambiente della ricerca specializzata nei materiali avanzati e del grado di robustezza dei legami che questo mondo delle competenze specialistiche intrattiene con il sistema locale delle imprese”. “Senza un apparato industriale solido non si possono definire condizioni sostenibili per lo sviluppo”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, concludendo a Terni i lavori del convegno sulle “Frontiere dei materiali innovativi”. “Per questo come Regione – ha aggiunto Lorenzetti - siamo impegnati a lavorare sull’industria, usando questa parola, ‘Industria’, non per gusto del modernariato o per una sorta di revanscismo rispetto al fallimento dell’economia finanziaria. In questa parola – ha sottolineato - ci mettiamo un’idea di consolidamento e di sviluppo che tiene insieme industria, servizi, ricerca e innovazione, qualità del capitale umano ed altro ancora. Per noi – ha proseguito Lorenzetti - fare politiche per l’industria vuol dire sostenere uno sforzo selettivo d’innovazione a tutto campo, che il lavoro dell’Aur ed il dibattito di oggi hanno bene esemplificato. Da Terni, dal suo vissuto produttivo, dal presente ricco di eccellenze produttive e da un futuro che il tema dei materiali innovativi promette ricco di opportunità, si può quindi ripartire. Le applicazioni dei materiali innovativi e di quelli più tradizionali, propri delle produzioni della chimica e della siderurgia, dovrebbero essere diffuse nelle scuole, perché – sostiene la Presidente - c’è un elemento importante da recuperare nella cultura comune: l’industria, vale per la chimica e la siderurgia particolarmente, è nelle cose che utilizziamo ogni giorno, contribuisce alla qualità della vita della gente”. Occorre inoltre “ritornare all’idea che l’Umbria, come l’Italia, esprime una manifattura forte ed una identità industriale perché tiene insieme entrambi i pilastri, quello delle grandi industrie di base e quello della piccola e media impresa diffusa”. Bisogna poi avere consapevolezza che “alcuni settori più di altri assumono un ruolo strategico per l’intero sistema industriale. Pensiamo – spiega Lorenzetti - alla pervasività della chimica nel tessuto produttivo, in quanto fornisce materie prime o semilavorati a numerosissimi settori a valle, trasferendo così le nuove tecnologie all’intero sistema produttivo e trainandone la crescita”. Partendo da queste premesse “saremo e vogliamo essere – ha concluso Lorenzetti – una regione industriale in un paese industriale”. .  
   
 

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