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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Aprile 2009
 
   
  UNO STUDIO PROVA CHE NEI GIACIMENTI DI GAS NATURALE L´ANIDRIDE CARBONICA SI DISSOLVE NELL´ACQUA

 
   
   Bruxelles, 6 aprile 2009 - Uno studio internazionale svolto da alcuni ricercatori in Gran Bretagna ha dimostrato che nei giacimenti di gas naturale, che hanno immagazzinato anidride carbonica (Co2) e altri gas serra nel corso dei millenni, la maggior parte dell´anidride carbonica è stata immagazzinata mediante la dissoluzione nell´acqua, piuttosto che attraverso la precipitazione dei minerali. I risultati, pubblicati nella rivista Nature, hanno importanti ripercussioni sullo studio degli effetti a lungo termine dello stoccaggio del carbonio nel sottosuolo. Mentre crescono continuamente le concentrazioni di gas serra nell´atmosfera, l´impegno politico e pubblico a livello mondiale per la riduzione dell´impiego dei combustibili fossili non è stato in grado di tenere il passo con questo problema. Una soluzione temporanea per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che gode di ampio appoggio, prevede di catturare il gas emesso dalle centrali elettriche a carbone per poi stoccarlo nel sottosuolo. Tuttavia, non si dispone ancora di conoscenze sufficienti per valutare la sicurezza a lungo termine di una simile soluzione. Gi studi tecnici sull´anidride carbonica nello stoccaggio geologico permettono di comprendere parzialmente quanto potrebbe accadere nel corso di decenni. Intanto, i modelli computerizzati ideati per simulare quali sarebbero gli sviluppi nel caso in cui l´anidride carbonica venisse iniettata nel sottosuolo hanno prodotto risultati diversi. In quest´ultima ricerca, in virtù dell´analogia con i futuri progetti di stoccaggio del carbonio, gli scienziati hanno utilizzato i giacimenti di gas naturale in Cina, Ungheria e Stati Uniti per studiare il modo in cui l´anidride carbonica è stata immagazzinata nel sottosuolo per migliaia di anni. "Abbiamo rivoluzionato il modo di utilizzare i modelli computerizzati e abbiamo osservato i campi di gas che hanno intrappolata l´anidride carbonica per un periodo di tempo estremamente lungo" ha affermato il dottor Stuart Gilfillan dell´università di Manchester (Regno Unito), autore principale dello studio. Per scoprire se l´anidride carbonica è stata immagazzinata attraverso il processo di dissoluzione in acqua o attraverso la precipitazione di minerali carbonati, i ricercatori hanno utilizzato gas nobili e isotopi di carbonio. Tra le due opzioni, è più probabile che l´anidride carbonica sia stata immagazzinata attraverso la precipitazione minerale poiché in questo modo il carbonio viene essenzialmente "messo sotto chiave" per un periodo di tempo estremamente lungo. "Grazie all´utilizzo congiunto di queste due tecniche, siamo stati in grado di identificare esattamente il luogo in cui l´anidride carbonica è stata immagazzinata per la prima volta" ha spiegato il dottor Gilfillan. "Sappiamo già che petrolio e gas sono stati immagazzinati in tutta sicurezza rispettivamente nei giacimenti di petrolio e gas per milioni di anni. Il nostro studio dimostra chiaramente che l´anidride carbonica è stato immagazzinata, in modo naturale e sicuro, nelle acque sotterranee di questi giacimenti". I ricercatori hanno scoperto che la quantità di anidride carbonica coinvolta nella precipitazione dei minerali è trascurabile se raffrontata alla percentuale (90%) del gas effettivamente rimosso attraverso la dissoluzione in acqua. Considerato il pericolo rappresentato da una perdita di anidride carbonica attraverso l´acqua "gassata" (ci si immagini un geyser gorgogliante che immette nuovamente il gas nell´atmosfera), i ricercatori sottolineano la necessità, per i ricercatori che si occupano dello studio dello stoccaggio del carbonio, di studiare in modo approfondito la potenziale mobilità dell´anidride carbonica nell´acqua. Lo studio per tracciare il gas ha visto, inoltre, l´impiego di una nuova metodologia di ricerca. Secondo il professor Chris Ballentine dell´università di Manchester, i partner canadesi e britannici hanno contribuito con la loro esperienza a diversi aspetti del progetto dedicato a tracciare il gas. "Unendo le nostre competenze siamo riusciti a sviluppare un nuovo modo di osservare i giacimenti di anidride carbonica. Questo nuovo approccio sarà essenziale per monitorare e individuare dove va a finire l´anidride carbonica delle centrali elettriche alimentate a carbone una volta iniettata nel sottosuolo. Rispondere a questo quesito è estremamente importante sotto il profilo della verifica della sicurezza". Nel commento allo studio, il dottor Werner Aeschbach-hertig dell´università di Heidelberg (Germania) afferma: "Nonostante la dissoluzione nelle falde acquifere comporti la possibilità di un eventuale trasporto di anidride carbonica nonché una sua possibile infiltrazione nell´atmosfera [�] ,così come si ritiene possa accadere nei giacimenti di gas naturali, questo risultato non esclude la possibilità di creare stoccaggi geologici sicuri. Questo evidenza tuttavia l´esigenza di una valutazione approfondita della struttura idrogeologica dei potenziali siti di stoccaggio. " I nuovi metodi sviluppati dai ricercatori rappresentano uno strumento importante per la ricerca futura nell´ambito dei meccanismi di sequestro geochimici. I risultati raggiunti costituiscono un progresso significativo nel processo di comprensione degli effetti a lungo termine della cattura e dello stoccaggio dei gas serra nelle faglie geologiche. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www. Nature. Com/nature Università di Manchester: http://www. Manchester. Ac. Uk Natural Environment Research Council: http://www. Nerc. Ac. Uk .  
   
 

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